Io, Marco, Didi e Walter è pressocché dal primo giorno di scuola liceale che intratteniamo l'intero istituto con i nostri siparietti. In alcune assemblee, soprattutto di quest'anno essendo tra i più grandi, ci hanno chiesto di parlare un pochino al microfono; sanno che spontaneamente riusciamo a rendere comico anche il più semplice dei dialoghi. Accade all'incirca lo stesso durante le cene che organizziamo settimanalmente a casa di uno o dell'altro con tutti i genitori.
Sono la mia dose quotidiana di positività, naturalmente insieme a mia nonna e mia sorella. Nonna in particolare da quando ha imparato ad usare WhatsApp continua a mandarmi messaggi, GIF e meme anche quando sono a scuola.
Come di consueto siamo in corridoio alla nostra macchinetta prima dell'inizio delle lezioni. Il caffè è la tradizione che non può proprio essere cambiata per nessuna ragione al mondo; in quelle poche circostanze che ci è capitato di saltarlo, la giornata poi è andata a scatafascio. Stamattina ho un sonno allucinante, ma d'altronde ieri sera ho avuto la brillante idea di finire l'ennesima stagione di "Grey's Anatomy", prima di riuscire a convincermi che andare a dormire fosse la scelta davvero sensata da prendere.
Walter stamattina ha fatto tardi, sicuramente non avrà sentito la sveglia e la madre sarà stata costretta a tirarlo giù dal letto a forza. Infatti, ad entrare ora è Stefania con il volto scuro dalla rabbia, alza la mano per salutarci e vanificare ogni nostra intenzione di rivolgerle la parola; Walter la segue subito dopo, oltrepassando il cancello a velocità supersonica con il rischio di perdersi lo zaino nel tragitto. Nel raggiungerci salta praticamente in braccio a Marco.
Lo guarda con fare supplichevole. <<Mi devi far copiare i compiti ... tanto lo so che te li ha passati Lily!>>, sposta i suoi occhi allucinati su di me, <<santa Lydia!>>, esclama in preda a visioni mistiche.
<<Eh! Santa Lydia!>> ripeto divertita insieme a Diletta, che si sbellica per la goffagine con cui Walter, senza neanche dire buongiorno, si preoccupa di arrivare impreparato, specialmente per quanto concerne la Perticoli, che continua a stressarci con i compiti per casa come se fosse il primo giorno!
E così mentre Marco e Walter se ne vanno a braccetto verso la classe; io e Didi veniamo colte inaspettatamente da una voce, che malgrado ogni tentativo di evasione riconosco ancor prima di sentirla, è sufficiente il ritmo deciso dei passi coordinati.
<<Walter, cos'è che devi copiare?>>. Claudio si avvicina spietatamente lento e nonostante il suo interlocutore sia ben oltre me nel corridoio, persiste nel fissarmi. La sua aura di arroganza come di consueto lo precede.
<<No, ma niente>>, scuote la testa Walter in difficoltà, <<Andrea ... il professor Ferri ci ha dato da fare una relazione e ...>>
CC non gli concede neanche di finire. Sarà perché ha sentito nominare Andrea? L'espressione evoca palesemente il "non mi interessa cosa stai dicendo, so bene che è una stronzata". <<La Perticoli sta arrivando, quindi corri in classe e fatti dare il quaderno da Golizzi>>, dà precise istruzioni con tono da spia russa.
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Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...