Paura

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7 e 30. Sono già sveglia nel mio letto. Ho gli occhi pesanti per le occhiaie. "Coraggio Tori,sei viva" penso tra me e me.

Mi alzo a fatica. Non ho proprio voglia di fare nulla,ma purtroppo devo alzarmi e andare a studiare.

Nonostante faccia abbastanza caldo io indosso una felpa non molto pesante ed un paio di jeans. La felpa è grigia ed ha un cappuccio.

Prendo lo zaino ed entro in cucina. Mio padre sta mangiando del bacon. Io sono a pezzi.

"Hey Tori,caffè?" Mi chiede mio zio. Io squoto la testa e mi avvio verso scuola.

"Ci vediamo dopo" dico io mentre esco. Raggiungo sempre la scuola in bici. Mi piaceva molto prima,ma ora tutto per me significa un peso.

Dopo aver parcheggiato la bici mi sistemo lo zaino sulle spalle ed inizio a camminare per i corridoi. I miei compagni sono tutti spensierati e felici. Mi mancano quei periodi.

Entro in classe e mi metto seduta. Io sono l'unica con la felpa. Oggi sono anche struccata. Anzi,è da un po' che non mi trucco più. Ho il cappuccio della felpa tirato su,i miei capelli scendono morbidi sulle spalle e il piercing ad anello al naso brilla.

Le mie occhiaie sono molto marcate. Ho la testa poggiata sul palmo della mano. La professoressa entra in classe.

"Bene ragazzi. Ora ognuno prenda il tema che ho assegnato per casa. A turno tutti lo leggeremo"

Io non volevo. Il tema era "la mia famiglia" ed io non volevo leggerlo.

Sto trattenendo le lacrime e non ascolto nemmeno una parola di quelle uscite dalla bocca dei miei compagni.

"Winchester?"

Guardo verso la cattedra.

"Tocca a te."

Non voglio. Meglio mentire.

"Professoressa io ho lasciato il mio tema a casa."

Lei mi guarda con uno sguardo tipico di ogni professore. Certo,la ragazza non ha fatto i compiti e mente. 

"Va bene. Andiamo avanti"

I miei occhi bruciano. Non riesco più a trattenere il pianto. E in silenzio piango. Tanto ho il cappuccio tirato su e il palmo della mano sul viso.

Tiro via una lacrima che scende. I miei occhi sono rossi e gonfi e le occhiaie si fanno molto più marcate.

Sento uno sguardo addosso. Con la coda dell'occhio noto che Kipp Steadman, uno che segue lettere con me mi guarda. Lo guardo. Lui mi accenna un sorriso ed io educatamente rispondo allo stesso modo.

I ragazzi continuano a leggere i temi ed io non presto attenzione a niente. Mi asciugo solo gli occhi con la manica della felpa.

La lezione finisce ed io mi alzo. Però prima penso che devo consegnare quel maledetto tema alla prof. Così la inseguo per i corridoi.

"Professoressa Steven" lei si volta. Io mi abbasso il cappuccio della felpa. Lei mi squadra il viso. Si capiva che avevo pianto ed ero pallida.

"Senta. Io ho il tema qui con me. Semplicemente non volevo leggerlo ad alta voce"

Lei annuisce e prende il tema. Io mi avvio verso una nuova classe. I pensieri in testa sono sempre più frequenti. Sono sfinita. Mi sento a pezzi.

La prossima lezione era comunicazione. Ed il tema di oggi era il futuro. Perfetto.

Cosa avremmo fatto nel futuro? La professoressa Shawn ascoltava i ragazzi che buttavano giù le loro idee. Io stavi zitta.

Volevo piangere di nuovo. Così con la scusa di non sentirmi bene sono uscita dall'aula.

A passo svelto mi sono avviata verso l'atrio.  Mi sono seduta su una panchina. Per fortuna che non c'era nussuno.

La prossima crisi di pianto era vicina. Così mentre tremavo ho chiamato mio zio Sam.

"Pronto?"

"Zio Sam?''

La mia voce era bassa.  Non dovevo fargli capire che stavo piangendo.

"Tori tutto ok?"

Ho poggiato il telefono sul mio petto mentre ingoiavo un singhiozzo e delle lacrime.

"Si. Non mi sento molto bene. Puoi venire a prendermi a scuola?"

"Certo. Arrivo tra 20 min"

La mia scuola dista 20 Min di macchina,ma io in bici grazie a delle scorciatoie ce ne metto 10.

Sono seduta ancora sulla panchina dell'atrio ed ho spiegato alla bidella che mio zio stava venendo a prendermi. Ho di nuovo il cappuccio tirato su. Non voglio farmi vedere.

Quando vedo mio zio entrare mi alzo in piedi.

"Hey tutto a posto?"

"Non proprio"  mi abbasso il cappuccio della felpa e lui mi fa una carezza sul viso.

Andiamo fuori e mi accomodo dentro baby al posto del passeggero. Zio Sam si mette alla guida.

"Tori perché non hai chiamato Dean?"

Avevo la testa poggiata al finestrino e gli occhi pesanti.

"Ho preferito te perché sei più tranquillo rispetto a papà. Lui fa troppe domande."

Lui annuisce. Andava abbastanza veloce per la strada. Ci sono solo alberi qui intorno. Una volpe attraversa la strada e mio zio inchioda di colpo.

"Porca puttana!"

La frenata improvvisa e l'urlo di mio zio mi spaventano. Mi fa male il petto ed ho la tachicardia.

Inizio a piangere di nuovo. Stavolta però più forte. Scendo dalla macchina e mio zio preoccupato mi segue.

"Tori mi dispiace. Scusa non volevo spaventati"

Io non riesco a smettere di piangere. Lui mi accarezza le spalle.

"Tori è un attacco di panico. Sta tranquilla. Respira ed ispira"

Lo faccio. Il pianto diminuisce,ma non smette.

"Zio Sam io non ce la faccio più."

"Che intendi dire?"

Mi metto poggiata sul cofano e lui di mette vicino a me.

"Io non ho mai sofferto di attacchi di panico. Ma ultimamente ne ho tanti e,e io non riesco a respirare e..."

"Ok ok tranquilla. Tesoro va tutto bene. Tori vieni sediamoci in macchina"

Ci rimettiamo in macchina ed io mi asciugo di nuovo gli occhi. Lui mi passa un fazzoletto ed una bottiglietta d'acqua.

"Ok Tori lo sai che se stai male o hai bisogno di aiuto puoi chiamarmi. Devi solo chiedermelo"

Ho respirato profondamente. Poi lo ho guardato.

"Zio Sam. Io ho sempre un pensiero in testa. E questo pensiero poi ne fa scaturire tanti altri. Non riesco a staccare il cervello. Io ci provo,ma sono sempre nella mia testa"

"Tori. Dimmi pure. Io ti voglio ascoltare"

Mi ha accarezzato il viso. Io ho di nuovo iniziato a piangere.

"Zio Sam. Io sono terrorizzata"

Fine prima parte

Dean Winchester immagina (Supernatural)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora