Quanto mai potrò odiare la vita in questo momento? Tanto. La storia che sto per raccontare è una di quelle a cui si potrebbe ispirare un film. Ma posso assicurarvi che è tutto vero. Io l'ho vissuta sulla mia pelle.
Tutto è cominciata una sera come tutte le altre.
Stavo tornando dall'università e sono scesa dal treno alla stazione di cold water. È la più vicina al bunker e dista "solo" 10 km.
Ho lo zaino in spalla e mi guardo attorno per vedere se mio padre Dean è nei paraggi. Niente. Sono completamente sola se non fosse per i lampione che banalmente illuminano i binari. Controllo il cellulare per vedere se c'è qualche sua chiamata. Nulla.
Sblocco lo schermo e compongo il suo numero. Squilla a vuoto,lui come sempre non risponde.
Chiamo tutti i suoi numeri ma tutti hanno la segreteria inserita.
Esco dalla stazione. Sono le 20 ed è buio pesto,fa pure un po' freddo ed io indosso una minigonna.
Perché indosso una minigonna di notte sola in uno dei quartieri peggiori della città ? Ah già,Dean non ha fatto la lavatrice ed io avevo tutti i jeans tra i panni sporchi.
Ho persino pregato Cas affinché potesse darmi uno strappo,ma nulla.
Così mi avvio verso casa a piedi. So che è una follia, sono 10 km,ma perlomeno arriverò al bunker.
Attraverso a braccia conserte boulevard of broken dreams e quando passo di fronte ad un gruppo di ragazzi abbasso lo sguardo ed ignoro le loro battute.
Sono molto arrabbiata ed ho un po' di paura. Solitamente quando caccio non ho paura,ma ora si. Ho più paura dei vivi che dei morti.
Per evitare di prendere un colpo per via dei rumori mi metto le cuffiette w lascio partire la mia playlist. Continuo a camminare finché la strada non inizia a farsi deserta e sempre più buia. Ormai ho superato anche l'ultimo lampione.
Accendo la torcia del telefono e continuo a camminare a passo svelto. Alcune auto con i fanali mi illuminano solo per pochi secondi ed alcune mi suonano.
Accelero il passo di più. Oramai è buio pesto e fa freddo. Così mentre cammino con la testa piena di musica inzio a maledire un paio di cose. Possibile che mio padre si sia dimenticato di me ancora? E la cosa peggiore è che nessuno ha ascoltato le mie preghiere.
Lo so che è sbagliato chiedere aiuto solo nel momento del bisogno,ma ora ne avevo davvero.
Non si vede nulla di nulla,solo la mia torcia che illumina i miei passi.
Un'auto accosta vicino a me.
"Hey piccola dove te ne vai tutta sola?"
Non rispondo ed accelero il passo.
La macchina mi segue. La paura ora si fa terrore.
"Hey sto parlando con te"
Continuo a camminare ed evito il contatto visivo.
"A casa"
"E dove abiti?"
"Qui vicino"
"Davvero? Sali che ti accompagno io"
"No grazie"
"Dai non fare la timida"
"Ho detto no! Grazie"
Inizio a correre via ma è tutto invano lui frena la macchina davanti a me per fermarmi ed io sbatto contro il cofano. Ho il fiatone e tremo. Forse Per il freddo o forse per la paura.
Lui scende dalla macchina. È un ragazzo carino,biondo ed alto.
"Scusa. Io sono Lucas. Ora sali in macchina. Ti accompagno a casa"
"No. Davvero mio padre sta arrivando..."
Mi tira uno schiaffo fortissimo sulla guancia. Io cado a terra.
"Non te lo sto chiedendo. Sali"
Mi afferra per un braccio e zaino e telefono rimangono li,sul ciglio della strada.
Mi fa salire sul sedile posteriore. Cerco di aprire la portiera ma è bloccata dall'interno. Lui si siede al posto del guidatore e riparte. Mi guarda dallo specchietto.
"Allora,come ti chiami?"
"Dove mi stai portando?"
Sorride.
"Tranquilla. Un paio di miei amici vogliono conoscerti"
Inizio a prendere a calci il suo sedile.
"Lucas fammi subito scendere!"
Lui scoppia a ridere.
"Più avete paura e più siete belle."
Inizio a prenderlo a pugni in testa e la macchina sbanda. Lui frena di colpo e mi colpisce in testa con una pistola.
Perdo i sensi e mi risveglio non so quanto tempo dopo. Lui sta ancora guidando. Entra da un cancello e parcheggia di fronte quella che sembra una fabbrica abbandonata.
Mi fa molto male la testa e quando mi tocco vedo che ho perso del sangue.
Lui frena e scende. Apre la portiera ed io cerco di scappare. Ma niente da fare. Lui mi afferra e mi costringe ad entrare.
Quando entriamo mi trovi davanti 4 ragazzi. Avevano tutti la stessa età di Lucas.
"Bene. Luke ha portati compagnia. Ciao piccola,io sono John"
"Beh vaffanculo, John."
Mi sorride. La stanza non è molto illuminata ma posso vedere che ha i capelli rossicci ed ha un tatuaggio sul collo,credo sia un serpente.
"Che maleducata. Come ti chiami bellezza?"
Non rispondo.
"Io sono John. Hai già conosciuto Lucas,noi lo chiamiamo Luke. Loro due sono Max e Clay. Dicci il tuo nome"
Guardo in basso.
"Tori. Cosa volete da me?"
"Tori. Sarà un piacere fare affari con te. Ma prima divertiamoci un po'"
"Che intendi dire?"
Inizio ad agitarmi.
"Luke portala giù"
Inizio a dimenarmi. Ma lui mi spinge via.
"Che vuol dire fare affari con me? Dove mi stai portando?"
Non risponde. Mi spinge verso un seminterrato e mi chiude in una cella.
Panico. Provo ad aprire la porta ma non ci riesco.
È buio,se non fosse per la luce della luna che passa da una finestra e illumina il seminterrato. Oramai è notte fonda.
Il mio incubo è appena iniziato.
Fine prima parte. A presto con la seconda 😍

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Dean Winchester immagina (Supernatural)
FanfictionUna raccolta di storie dedicata all'universo di Supernatural, con l'aggiunta di personaggi inventati ;). Spero vi piaccia