Svuotata (pt3)

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Il viaggio in macchina è stato lungo e silenzioso. Nessuno parlava e quel silenzio mi stava uccidendo.

Mi sono poggiata con la testa al finestrino ed ho chiuso gli occhi. Altre immagini sono passate per la mia mente.

Con le mani che tremavano ho guardato quello stecco di plastica. Due linee rosa. Positivo.

Milioni di emozioni sono passate per il mio cervello. Paura,rabbia ma anche gioia.

Ma quando l'ho detto a Dean lui invece di esser felice è diventato subito triste ed impaurito. Non lo voleva,era palese.

Mi ha obbligata ad interrompere la gravidanza. Non poteva accettare che da una sua violenza sarebbe nato un bambino. Ed io come una stupida ho acconsentito. Quindi eccomi qui,in una squallida clinica con una flebo alla mano sinistra mentre dei medici aspirano via quel feto maledetto dal mio corpo.

Dopo l'intervento mi sono chiusa in camera mia. Non volevo parlare con nessuno,non volevo vedere nessuno. Non mi importava di sanguinare e di sporcarmi i vestiti. Il sangue come diceva mio padre era una punizione,un purificamento ed io col sangue stavo pagando i miei debiti.

I Carter non abortiscono.  Lasciano solo i loro figli al loro destino. Ma io come al solito ero diversa. Io avevo fatto l'impensabile.

Quando Dean ha parcheggiato l'impala sono stata svegliata dai miei pensieri. Sono subito scesa dall'auto e mi sono diretta in camera mia chiudendo la porta a chiave. Mi sono sdraiata sul mio letto e volevo solo dormire. Ma non ci sono riuscita.

"Tu hai un problema"

Mi sono sollevata di colpo ed ho visto Gabriel in piedi vicino alla porta.

"Ti prego non fare battute. Non sono in vena"

"Battute? Quali battute? Voglio accettare la tua offerta"

Ero confusa

"Quale offerta?"

"Vediamo se ora ti ricordi. Anche a costo di scoparmi Sam,Gabriel o Cas.. beh io sono pronto J Meg"

"Tanto per cominciare io non parlo in quel modo. Secondo era la rabbia a parlare per me "

Si è avvicinato a me e si è seduto sul mio letto.

"Josh. Non vuoi dire nulla,ma io so già tutto."

Mi ha posato due dita sulla fronte e delle immagini sono passate davanti ai miei occhi. Era un sogno che continuavo a fare.

C'era una bambina davanti a me. Avrà avuto all'incirca 2 o 3 anni. Aveva dei morbidi capelli color miele legati in due trecce e degli occhi verde smeraldo. Di fronte a noi uno specchio che rifletteva solo la mia immagine.

"Mamma. Perché papà è arrabbiato con me? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"

Io le volevo rispondere. Volevo chiedere scusa ma non ci riuscivo. Non riuscivo ne a parlare ne a muovermi.

"Scusa mamma se ho sbagliato. Di a papà che gli voglio bene anche se lui mi ha fatto male. Stavo bene dentro la tua pancia,ma quel brutto ago che mi ha portata via mi bruciava tanto. Ti voglio tanto bene mammina"

Dean Winchester immagina (Supernatural)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora