•CAPITOLO 2•

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La giornata passo tranquillamente, tra le battutine maliziose di Charlie su Harry e le noiose lezioni.
Seguì Charlie fuori dall'aula, quando la campanella suonò.
Svoltando l'angolo, quasi sbattei contro un ragazzo alto e muscoloso.
Era Harry, che poggiò le sue mani sulle mie spalle, come per bloccarmi.

"Mi dispiace!" -dissi, quasi balbettando.

"Non preoccuparti, ti stavo cercando." -alzai lo sguardo, fissandolo sui suoi occhi verdi e magnetici. Erano così belli.

"Puoi venire con me per piacere?"-guardai Charlie, ferma sulla soglia della porta. Mi voltai verso Harry, annuendo. Charlie si voltò, ma non prima di accennarmi un sorriso malizioso.

Seguì Harry all'interno di una delle aule della scuola e lo guardai sedersi sulla cattedra, davanti a me.

"Mi dica." -sotto il suo sguardo, sentì le guance andare a fuoco.

"Tamara vorrei che tu partecipassi al corso di fotografia. Ho già parlato con Mrs Black... mi ha detto di aver scelto benissimo."

"Davvero?"-chiesi, sapendo di avere gli occhi a cuoricino.

"Davvero." -affermò lui.

"Oh... mi piacerebbe tantissimo!"

"Sei maggiorenne, giusto?" -chiese, passandomi una penna.

"Si."

"Bene, allora firma qui."

Mi passò un foglietto bianco con sopra innumerevoli parole scritte in nero.
Lessi per bene ciò che c'era scritto, cosa che mi aveva insegnato mamma sin da bambina. Mai firmare qualcosa se prima non avessi letto ciò che c'era scritto.

"Fatto."

"Bene, ti manderò un'email con scritto il mio indirizzo e tutto ciò che potrebbe servirti."

"Il tuo indirizzo?" -chiesi, aggrottando le sopracciglia.

"Il corso si svolgerà nel mio studio, a casa mia. Il tuo preside e Mrs Black hanno già visto lo studio, reputandolo idoneo per il corso. Ovviamente nei documenti c'è scritto il mio indirizzo, il mio numero e tutto, in caso i tuoi genitori volessero sapere dove ti trovi."

Io annuì, mentre un vortice di ansia cresceva dentro di me. A casa sua.. da soli?

"Dovrei sapere i giorni di svolgimento però, per farli coincidere con i miei giorni di lavoro."

"Lavori?" -chiese, piegando leggermente la testa.

"Si, in una libreria. È un po il mio mondo lì."

"Ti piace leggere?"

"Molto."

Alzai lo sguardo per un secondo, rendendomi conto di quanto belli e penetranti fossero i suoi occhi.

"Cosa ti piace leggere?"

"Uhm, dipende! Per lo più, romanzi." -lui sorrise.

Tirai una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro ed alzai lo sguardo. Mi stava guardando, mordendosi il labbro inferiore. Mi venne automatico fare lo stesso, ma immaginai di poterlo fare a lui, pensando a come potesse essere il sapore delle sue labbra.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora