•CAPITOLO 68•

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Entrai nel mio bagno in camera, aprendo il rubinetto in modo che l'acqua riempisse la vasca.
Afferrai la bottiglietta con i sali e li gettai dentro la vasca, facendo colare poi, il bagnoschiuma.
Una schiuma bianchissima cominció a formarsi; così mi piaceva.
Legai i capelli in uno chignon malfatto e tolsi i vestiti. Faceva freddo e non vedevo l'ora di toccare l'acqua calda nella vasca.

Poggiai la testa al marmo dietro di me, chiudendo gli occhi. Harry sarebbe venuto a prendermi tra ormai 45 minuti circa e non vedevo l'ora di vederlo.
Passai la mano sul ciglio dell'acqua, creando dei cerchi che andavano ad allargarsi, fino a sparire.
Strofinai la spugna sulle mie spalle e sul collo, rilassandomi.
La stufa accanto a me, trasmetteva un bellissimo calore.
Asciugai le mie gambe li davanti, in modo da sentire un po' meno freddo. Il mio occhio cascó sul completino, al momento posato sopra la cesta della biancheria.
Cosa avrei dovuto fare?
Avevo paura che Harry potesse.. pensare male di me? Sapeva che non ero quel tipo di ragazza, e poi, non avrei mica fatto nulla di male.
Non appena gettai la tovaglia dentro la cesta, afferrai quell'indumento, aprendolo davanti ai miei occhi.
Spinsi la stufa dotata di rotelle, dentro la mia camera e indossai velocemente quel completino, dopo essermi assicurata che le tende fossero chiuse.
Mi voltai, non appena riuscì ad agganciare il reggiseno.
Lo specchio rifletteva l'immagine di una Tamara completamente diversa dal solito. Una Tamara che io stessa, non avrei mai pensato di vedere.
Il completino in sé era carino e mi stava pure bene; avrei osato.

Circa un'ora dopo...

"Rimani a dormire da me?" -chiese Harry, una volta entrati in casa sua.

"Vuoi che rimanga?"

"Certo che voglio." -sorrise. Sollevó le mie cosce, in modo che potessi allacciare le gambe alla sua vita.

"Mi dici cosa hai?" -chiesi. Harry era strano quella sera; sembrava giù di morale e non ne capivo il motivo.

"Non ho niente piccola!" -disse, baciando la mia guancia e portandomi sul divano.
Si sedette e rimasi seduta a cavalcioni su di lui.

"Non è vero. Hai qualcosa. Sei strano." -dissi, toccando i suoi capelli. Non staccava gli occhi dai miei.

"Lascia stare, piccola, davvero."

Girai la testa, alzando un sopracciglio.

"Tu avresti voluto sapere, se io avessi avuto qualcosa." -dissi, sorridendo.

"Ho parlato con mia madre." -disse, mentre un leggero sorriso si apriva sul suo viso.

"Ma.. è fantastico! Perché sei giù?" -gli chiesi, intrecciando una mano alla sua.

"Mi ha detto che mio padre vorrebbe parlare con noi."

"Cosa?" -fissai gli occhi nei suoi, notando che fossero più scuri.

"Non so cosa devo fare, Tamara." -disse, stringendo la mia mano.

"Amore,devi essere tu a decidere. Sei grande e vaccinato per poterlo fare." -lo guardai, toccando le sue labbra. Avevo paura; nonostante io non fossi coinvolta.

"Lo so, piccola, ma io non voglio che si avvicini a loro."

"Parlagli solo tu, allora." -dissi.

"Sai come andrebbe a finire." -sussurrò, avvicinandosi a me. Posai il viso sulla sua spalla, baciando il suo collo.
Immaginai Harry picchiare suo padre, fino a stenderlo per terra, come aveva già fatto d'altronde.

"Prova a vedere cosa vuole. Non partire con il pensiero di picchiarlo, Harry." -dissi, rendendo il mio tono il più dolce possibile.

"Vedrò. Ne parlerò prima con mia madre e mia sorella. Anche se... so già come reagirò." -disse, baciando la mia testa.
Annuì leggermente, muovendomi sotto il suo tocco.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora