•CAPITOLO 26•

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Mi alzai dal divano, osservando Harry che tornava a mettersi la camicia. Mi resi conto allora, che ero in reggiseno. Di tutta fretta, raccolsi la mia maglietta blu e la infilai.
Raccolsi il calice, ormai vuoto, portandolo verso il lavello. Ma prima di posarlo, sorseggiai ciò che rimase del vino, socchiudendo gli occhi quando lo deglutii.
Mi voltai, osservando Harry avvicinarsi lentamente a me.
Allungò le mani, in modo che potesse cingere i miei fianchi. Harry era molto più alto di me.
Le sue labbra toccarono le mie, mentre la sua mano continuava a scendere lungo la parte bassa della mia schiena, e sapevo benissimo a cosa Harry stesse pensando. Gli toccai il polso, una volta che sentì la sua presa stringere il mio sedere. Sussultai, non sapendo cosa fare. Lui rise, baciandomi.

"Andiamo?" -il suo braccio destro cinse la mia vita.
Annuì, sorridendo.

La sua presa era salda. Ero quasi sicura, che riuscisse a tenere entrambe le mie mani in una stretta. Aveva delle mani davvero grandi; delle dita lunghe e sottili.
L'insegna "ROMITEC" fronteggiava sull'enorme palazzo trasparente. Alzai la testa, osservando il maestoso edificio. Era altissimo.
Harry tirò la mia mano, in modo da farmi camminare; una figura non troppo slanciata ci venne incontro. Era James.
Gli sorrisi, e ci intimò di entrare.

Harry stava dietro di me e sembrava sorvegliarmi come un falco.

"Bene, tesorino, intanto vieni a firmare i moduli."

Lo seguì fino ad un grande tavolo in stile moderno, dove dietro, vigeva una bellissima donna bionda.  Sorrisi, quando una grande mano mi si poggiò su un fianco. Ormai, ero capace di riconoscere il suo tocco.
La donna, mi porse dei fogli, dicendomi che avrei dovuto compilarli. La ringraziai, desiderando di avere un po' della sua bellezza.


"Bene, adesso dammi le spalle e gira il viso verso di me." -eravamo alla decima foto, credo,ed era divertente. Ogni tanto, vedevo Harry, accanto al fotografo; non mi staccava gli occhi da dosso nemmeno per un secondo. Forse era quello che mi serviva di più; un po di attenzione, un po d'amore! Quell' "amore maschile" che non ho ricevuto da una figura paterna.
Harry, in quel momento, era la mia felicità. Mi proteggeva, mi faceva ridere, mi faceva stare bene. Era sottinteso che mi stessi innamorando di lui, ma non credevo che si potesse desiderare così tanto una persona.
A 14 anni ebbi un fidanzato; a quell'età, credevo di aver trovato il cosiddetto "amore della mia vita", ma no. A 14 anni è facile innamorarsi; è facile dire che un ragazzo possa darti il meglio. A 14 anni non si sa ancora nulla, ma soprattutto, non si saprà mai cosa una persona desidera o meno. Con Beck avevo pensato la stessa identica cosa, ma...è col tempo che le cose si capiscono, ed io, iniziavo a capire molte cose, adesso. A quell'età, magari non si pensa molto al resto della vita, ma col tempo, proprio col tempo si capisce che c'è DAVVERO il bisogno di avere una persona accanto; per tutta la vita. Ed io, ero quasi convinta che Harry fosse proprio quella persona.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora