•CAPITOLO 7•

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ECCO IL CAPITOLO! VISTO? QUESTA VOLTA SONO STATA VELOCISSIMA A METTERLO! AHAHA! È IL MIO CAPITOLO PREFERITO,AL SOLITO, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!

Lo guardai a lungo, mentre in silenzio, imboccava una stradina che riconobbi all'istante. Era proprio il quartiere dove abitava Beck.
Le ciglia di Harry erano così lunghe da far invidia ad una donna. E le sue labbra erano così carnose che nessuno avrebbe rinunciato a baciarle o... morderle.

"Hai fame?" -si voltò per un brevissimo tempo verso di me.

"In verità, no."

"Sicura?" -il suo tono era basso.

"Si, sicura." -Il suo sguardo era ancora fermo sulla strada. Sentivo quasi il suo respiro e stranamente, desiderai di sentirlo sul mio corpo.

In cinque minuti arrivammo davanti ad un cancello automatico, che si aprì non appena lui premette un tasto su di un piccolo telecomando.
Rimasi senza fiato. Una bellissima casa bianca era contornata da un giardino dall'erba verdissima.
Non riuscì a formulare una frase di senso compiuto.
La porta era color crema e quando la varcammo, entrai in un ambiente totalmente diverso da quello che era la mia idea di casa media.

"Ti piace?" -chiese alle mie spalle.

"Se mi piace? L'adoro!" -sembravo una bambina alla vista di una montagna di bambole che l'aspettavano. In verità, non ero semplicemente abituata a vedere una casa così grande e bella.

"Adesso ti mostro la stanza che uso come camera oscura per le foto." -sorrisi, impaziente di vederla.
Era tutto buio, facendo a eccezione di alcune lampade rosse accanto ad ogni tavolinetto nero. C'erano fotografie di ogni tipo; paesaggi, monumenti.

"Sei stato a Barcellona?"- chiesi, prendendo una foto che ritraeva la Sagrada Familia. Amavo la Spagna.

"Si. Sono stato in parecchi posti. Il mio lavoro lo permette."

Pensai che forse, avrei potuto fare lo stesso, dopo il corso e soprattutto, dopo il diploma.

"Questa chi è?" -osservai varie foto che ritraevano una ragazza bellissima dai capelli biondi ma con le punte rosa.

"Mia sorella."

La bellezza era di famiglia, a quanto pare.

"Questa è la mia preferita." -raccolse una foto che ritraeva sua sorella seduta su di un prato verde, circondata da tantissimi fiorellini bianchi.

"È stupenda." -presi in mano la foto che mi porse.

"Diciamo che mi piace fotografare ciò che mi attira di più." -ripetè ciò che gli avevo detto poco tempo prima. Imitai la sua risata.

"Sono bellissime." -quasi sussurrai.

"Lo so."

"Fotografi spesso ragazze?" -mi pentì un po' di avergli fatto quella domanda. Ma il mio sguardo catturò diverse foto con visi femminili e la curiosità prese il sopravvento.

"Solo per lavoro. Invece, mia sorella è un soggetto che ho sempre adorato fotografare e lo faccio aldilà del lavoro."

"Come si chiama tua sorella?"

"Eva" -sorrise, quando la nominò. Si vedeva che le voleva bene.

"È davvero un bel nome."

Lo guardai avvicinarsi a me, camminando a passo lento.

"Vedi Tamara..." -si spostò alla mia sinistra e si appoggiò ad uno dei tavolinetti.

"Mi piacerebbe davvero tanto fotografarti."

Lo guardai come se avesse parlato in una lingua aliena.

"Io? Cioè, vorresti fotografare me?" -chiesi, esterrefatta.

"Si."

"Perché proprio io?"

"Come fai a chiedermi il perché?" -il suo sguardo scivolò lungo tutto il mio corpo e non ebbi bisogno di alcuna spiegazione.

"Non sono qui per il corso, vero?" -gli chiesi, in tono basso.

"No, non oggi."

Io annuì; i miei dubbi erano tutti fondati.

"Hai un viso molto... angelico" -disse, lo guardai come se avesse detto una parolaccia senza motivo, era un complimento?

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora