•CAPITOLO 69•

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Lo guardai muoversi velocemente, mentre si infilava i pantaloni.
Mi si gelò il sangue nelle vene, quando immaginai la reazione di Harry davanti a quel mostro.

"Vengo con te!"- dissi, infilando la maglietta posata ancora sul mobile nero.

"Neanche per sogno, Tamara. Tu rimarrai qui." -disse, guardandomi.

Non osai fermarmi e infilai anche i leggins. Sapevo che il costume avrebbe bagnato i miei vestiti, ma avrei indossato il mio cappotto.

"Tamara!" -mi richiamò, premendomi per i fianchi delicatamente.

"Cosa?" -chiesi.

"Resta qui." -sussurrò, baciando la mia guancia.

"No."

Chiuse gli occhi per una frazione di secondo e mi strinse a se.

"Non voglio che tu veda quell'uomo, Tamara." -disse, guardandomi dritto negli occhi.

"Tu sai bene che resterai calmo solo se ci sono io, Harry."



Parcheggiò l'auto difronte ad una casa deliziosa. Era in stile regina Anna; azzurra e bianca, con un piccolo balconcino a sinistra dell'edificio ed una piccola veranda sulla destra. La zona non era molto trafficata; il quartiere era tranquillissimo.
Ero nervosa; le avrei viste per la prima volta e non sapevo come avrebbero reagito. Ma ciò che mi preoccupava di più, era quell'uomo.
Vidi Harry guardare in giro, forse in cerca di suo padre o della sua auto.
Strinse la mia mano e mi trascinò lungo il giardino colmo di fiori e alberi.
Vidi una luce illuminare una stanza ed un'ombra muoversi all'interno.
Arrivati davanti la porta, Harry tirò fuori una mazzetta di chiavi e ne infilò una nella serratura. Poco prima che Harry girasse la chiave, la porta si aprì dall'interno.
Una giovane e bellissima ragazza guardò prima Harry e poi me. Era uguale ad Harry. Aveva i capelli biondo cenere, dipinti di rosa sulle punte e gli occhi verdi. Il biondo, non era il suo colore naturale; aveva una forte ricrescita castana sulla cute.

"Harry!" -abbracciò il fratello.

"Ciao, Eva." -disse lui, ricambiando l'abbraccio.

"Lei deve essere Tamara." -disse, sorridendomi. Ricambiai il sorriso ed annuí.

"È un piacere conoscerti!" -disse, attirandomi a se e abbracciandomi. Ne fui sorpresa.

"Il piacere é tutto mio." -dissi.

"Lui è quì?" -chiese Harry, in tono cupo, una volta che io ed Eva ci staccammo.

Eva mi guardó, poi guardò il fratello.

"Si." -sussurrò. Vidi Harry stringere la mascella.

"Sta sul divano e sta parlando con mamma." -continuò.

"Vi ha toccate?" -chiese. Lei scosse la testa.

"Entrate." -Harry afferró la mia mano e mi tirò delicatamente all'interno della casa. C'era odore di lavanda.

Sentì una voce maschile e socchiusi gli occhi. Eva mi strinse il braccio, sorridendomi.
Poco prima che Harry varcasse la soglia del salotto, da cui proveniva una forte luce, si voltó verso Eva, toccandole la spalla.

"Eva, se dovesse succedere qualcosa, andate subito in camera tua, chiaro?" -disse piano, indicandomi con la testa. Lo guardai, poi guardai lei.

"Lo so." -disse.

Harry strinse di più la mia mano ed entrò nel salotto.
Mi strinsi a lui, quando vidi suo padre seduto sul divano, con sua madre difronte.
Entrambi si voltarono verso di noi, ma guardarono me.
Mi si gelò il sangue, quando riconobbi sua madre; era la donna che mi fissava al centro commerciale. Ma certo, come avevo fatto a non collegarla a lui?

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora