"Dimmi..."
Lui aggrottò le sopracciglia e si mise a braccia conserte.
"Io... ho visto... cioè, ho incontrato Beck, un po' di tempo fa."
Harry si staccò dalla parete e camminò con le mani dietro la testa, con gli occhi chiusi.
"Harry, aspetta.."
"Ti avevo detto di non farlo senza di me."
"Ci sono andata con Charlie."
"Charlie non può proteggerti, io si."
Venne di nuovo verso di me e poggiò nuovamente la schiena alla parete. Superai la cascata di acqua e mi avvicinai a lui.
"Lo so... ma... lui mi ha detto che non ci darà più fastidio."
"Ha detto così anche quando l'ho minacciato di spaccargli la faccia. Poi ha continuato a rompere le palle, però."
Io annuì.
"Ti odio quando fai così..." -disse.
Lo guardai, con quasi le lacrime agli occhi.
"Mi odi..?"
"Ti odio quando non mi dai ascolto."
Prese il mio polso e mi tirò verso di lui.
"Quello è un drogato figlio di puttana. Non perderebbe tempo a farti del male."
Io annuì.
"Te l'ho detto l'altra volta, Tamara. Io non posso proteggerti se non mi dici dove vai e chi vedi."
"Hai ragione..."
Lui mi abbracciò, stringendomi forte a lui.
"Scusa..." -sussurrai. Lui mi diede un bacio in fronte e mi strinse a lui.
"Io... ho bisogno di dirti anche altre cose, solo che ho paura della tua reazione." -dissi, guardando il tatuaggio che aveva sulla clavicola. Non riuscì a guardarlo negli occhi e lui alzò la mia testa con due dita sotto il mio mento.
"Dimmi."
Harry notò che rimasi in silenzio a fissare il vuoto e fece lo stesso gesto di poco prima: mi sollevò il viso con due dita sotto al mento.
"Tamara..."
"Quando lo hai trovato a casa mia... lui mi ha baciata."
Harry chiuse gli occhi per due secondi.
"Lo sapevo." -sussurrò a stesso. I suoi lineamenti divennero più duri e potei sentire i muscoli delle sua braccia contrarsi.
"Io però mi sono subito allontanata."
"Cos'altro devi dirmi?" -chiese, un po' freddamente.
"Beck mi ha picchiata, una volta."
Harry mi guardò negli occhi, spalancandoli e contraendo la mascella.
"Che ha fatto quel figlio di puttana?"
"Quando stavamo insieme, l'ho trovato a letto con un'altra e lui mi ha dato uno schiaffo."
Harry chiuse i pugni e mi spinse leggermente di lato, uscendo dalla piscina ed indossando il suo accappatoio.
"Dove stai andando?" -gli chiesi, seguendolo fuori dalla piscina.
"A spaccargli la faccia. Sul serio questa volta."
Lo seguì verso gli spogliatoi e poi lo tirai per la mano.
"Ti prego, fermati!"
"Lasciami, Tamara."
"No."
"Tamara..." -disse, piano, facendo dei profondi respiri.
"Ti prego." -sussurrai.
"Va in piscina. Io torno tra poco."
"Come? Dovrei rimanere in piscina mentre tu vai a far del male ad una persona?"
"Fargli del male è davvero il minimo."
"Harry..."
"Va in acqua."
"No."
"Allora cambiati e andiamocene."
Gli lasciai la mano e lo guardai entrare dentro lo spogliatoio maschile. Feci lo stesso, cercando di asciugare il più possibile i miei capelli con uno dei phon disponibili lì dentro.
Quando Harry bussò alla porta, io ero già vestita, ma i miei capelli erano ancora bagnati.
Uscì dallo spogliatoio e seguì Harry verso l'uscita.
Lui non parlò, fin quando fummo dentro l'auto."Dimmi dove abita."
"Harry..."
"Tamara dimmi dove cazzo abita."
Con riluttanza, diedi il suo indirizzo ad Harry, che correndo per le strade, raggiunse presto casa di Beck. Il quartiere era lo stesso dove stava Harry e lui riconobbe subito le case.
"Rimani in auto."
"No, Harry!"
Lui chiuse lo sportello e poi chiuse anche la macchina, lasciandomi dentro. Bussai nel finestrino, tentando di farmi sentire.
Harry suonò il campanello e Beck gli aprì la porta.
Non riuscì a sentire cosa si dissero, ma riuscì bene a vedere i pugni di Harry stretti lungo i suoi fianchi.
Beck fece un passo indietro, quando Harry lo afferrò per il colletto dello maglietta e lo spinse verso la porta, appiccicandogli la schiena sul legno.
Harry gli sferrò un pugno e Beck si piegò, tenendo con la mano la parte dolorante. Potei vedere da lontano il sangue uscirgli dal naso. Harry gli andò di nuovo incontro e gesticolò, dicendogli qualcosa.
Vidi Beck annuire con uno sguardo spaventato e poi vidi Harry canninare verso l'auto. Beck mi guardò per due secondi, poi tornò dentro casa. Sperai con tutta me stessa che non denunciasse Harry.
Lui aprì la portiera dell'auto e si sedette davanti al volante, mettendo a moto l'auto."Harry..." -dissi, con le lacrime agli occhi.
"Solo per te." -disse, ingranando una marcia.
"Come?"
"Quel figlio di puttana, non l'ho ucciso solo perché poi avresti avuto paura di me."
Io annuì leggermente; era vero; mi avrebbe messo paura. Avrei avuto paura anche di come avrebbe potuto trattare me.
"Grazie..."
Fui felice che non avesse continuato a fargli del male; detestavo Beck, ma non volevo vederlo morto.
"Cosa gli hai detto?" -chiesi.
"Che so cosa ha fatto e che se proverà di nuovo ad avvicinarsi a te, gli finirà male."
"Sei... arrabbiato con me?" -gli chiesi. Lui non osò guardarmi. Rimase in silenzio per un po'; potei vedere chiaramente la sua mascella contratta e sapevo che quando lo vedevo in quel modo, era perché era arrabbiato.
"Arrabbiato? No, non sono arrabbiato con te." -disse, passandosi una mano tra i capelli.
"Sono incazzato nero." -continuò.
STAI LEGGENDO
Il professore della porta accanto
Misterio / Suspenso(FF Completa) Non avevo mai pensato prima di allora a come sarebbe stato avere una relazione con un professore. Mi sembrava una cosa impossibile... prima che arrivasse lui. La storia è mia, non è una traduzione. Qualora voleste prenderla, chiedete.