•CAPITOLO 63•

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"Ciao Tamara! E lei chi é?" -James venne ad abbracciarmi, quando entrai in agenzia.

"Ciao James. Lei è Charlie, la mia migliore amica. Mi ha accompagnata." -James prese la mano di Charlie e le stampò un bacio sul dorso.

"Incantato."-disse.

"È un piacere conoscerla."  -disse Charlie,sorridendo.

"Dammi del tu, tesoro."

James inizió a parlarmi di ciò che avrei dovuto fare li. Intanto, camminava verso le macchinette delle bevande. Riuscivo a sentire ben poco,  di quello che diceva; era impossibile da seguire. Li dentro correvano tutti: modelle, fotografi, assistenti. Andavano tutti di corsa.

"E quindi, mi piacerebbe che tu facessi questo."- indicò la macchinetta.

"Dovrei fare un caffè?" -chiesi,confusa. Charlie rideva, sicuramente lei aveva seguito il suo discorso; almeno in parte.

"Oh, no, tesoro. Posare con un boa. Volete un caffè?" -alzai lo sguardo.
Un boa?

"James, aspetta. Parli di un boa di piume. Giusto?" -pregai per un si, dato che odiavo i serpenti.

"No, piccina, un boa vero." -lo guardai mentre inseriva le monetine dentro la macchinetta.
Guardai Charlie, che mi guardava con gli occhi spalancati.

No, non avrei posato con un serpente addosso. In terza elementare, in gita allo zoo, mi sporsi per guardare i serpenti e caddi dentro la vasca. Il piccolo portoncino cedette subito. Ricordo le risate dei miei compagni; ed io che piangevo come una disperata.

"Non c'è un'alternativa? Tutto, meno che un serpente, James." -lo pregai. Lui mi porse il bicchiere di caffè caldo e aggrottò le sopracciglia.

"Perché no?"

"Ho.. paura." -dissi, sorseggiando un po' di caffè; era amarissimo.

"Oh, piccola, tranquilla. Sai quante modelle ne erano terrorizzate? Adesso li toccano senza problemi." -disse.

"Fidati."-posó una mano sul mio braccio, come conforto.
Io annuí, seguendolo.

Entrammo dentro lo studio fotografico e salutai George, il fotografo che sistemava le luci.
Mi accorsi di una teca, sull' angolo della stanza e capì, che li dentro c'era quel maledetto serpente che avrebbe dovuto condividere l'obiettivo con me.
James si avvicinó alla grande teca, sorvegliata da una donna con una divisa.
La donna afferró il bastone di metallo, che possedeva un uncino sull'estremità.
Avvinghiato a quel bastone, stava la minaccia. Un lungo serpente i cui colori, andavano dal verde scuro al verde chiaro, con striature di nero.
Vidi Charlie allontanarsi e poggiare la spalla sullo stipite della porta,  ad almeno cinque metri da me.
James mi guardó ridendo, mentre la donna cercava di tenere la testa del serpente con una mano.

"Io sono Avril, piacere." -mi disse la donna.

"Tamara." -dissi, sorridendo leggermente. Il mio sguardo tornó a quel diavolo che continuava a strusciarsi sul bastone.

"Ho lavorato con tutte le modelle di questa agenzia che hanno dovuto fare un servizio con un animale. Erano tutte spaventate, prima. Posso capirti." -disse,sorridendo.
Fantastico,davvero.

"Come primo esercizio, prima delle foto, dovrai iniziare a familiarizzare con l'animale." -feci un passo indietro ed alzai le mani, quando avvicinó il bastone al mio corpo.

"Non credo di poterci riuscire." -dissi.

"Gli verrà stretta la bocca e non c'è pericolo che possa stritolarti. Tranquilla." -mi rassicurò  lei.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora