•CAPITOLO 14•

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Tamara.

"Come... faremo a non farci vedere arrivare insieme?" -chiesi.

Harry rise, come se si aspettasse quella domanda.

"Cosa c'è di male?"

"Oh, nulla! In fondo, si parla solo di una studentessa che arriva a scuola, a bordo dell'auto del suo professore ventiseienne." -il mio tono era ironico, così come il suo nel chiedermi cosa ci fosse di male.
Lui rise, ed ero sempre più convinta, di non aver mai sentito risata più bella.

"E allora?" -ripetei, non avendo ricevuto alcuna risposta. Intanto, notai che mancava davvero poco per arrivare a scuola.

Harry accostò nella curva poco prima di svoltare l'angolo per la scuola.

"Scendo prima io!" -dissi, ridendo.

"Si, dovresti. Io parcheggio l'auto davanti la scuola." -chiusi lo sportello e risi.

"Che egoista, Styles." -dissi, poco prima di andare via.

Camminai sul marciapiede che costeggiava l'edificio, stando attenda a chi ci fosse attorno a me. L'unico movimento, proveniva da dietro di me, ed era Harry che accelerava per arrivare davanti la scuola.

08:09 a.m.
Una ragazza bionda attirò la mia attenzione. Emily era poggiata al suo armadietto insieme ad Evelin, una delle sue migliori amiche e... schiavetta?
Aprì il mio armadietto e tirai fuori il libro di storia. Quell'armadietto era un disastro; avrei dovuto sistemarlo già da un bel pezzo.
Quando mi voltai, vidi Harry camminare lungo il corridoio. Il mio sguardo si posò velocemente su Emily, intenta a guardarlo e a gonfiarsi i capelli con le dita. Dentro di me ero soddisfatta; soddisfatta perché sapevo di aver conquistato l'uomo che Emily aveva puntato. Per una volta, sul sesso maschile l'avevo avuta vinta io e non lei.
Harry mi guardò e d'improvviso, lo stomaco sembrò andarmi sottosopra.

"Buongiorno." -dissi, continuando a sistemare il mio armadietto. Cercai di essere il più naturale possibile.

"Buongiorno Tamara, ti dispiacerebbe seguirmi, per favore?" -lo fulminai con lo sguardo. Sapevo che Emily ci stesse guardando e dalla bocca di una serpe del genere, sarebbe uscita fuori qualsiasi cosa.

"Certo." -seguì Harry lungo il corridoio, cercando di non guardare Emily dritta in faccia.

"Vieni."- Harry mi invitò ad entrare.
Entrai dentro la grande aula, guardandomi intorno. Mi poggiai ad uno dei tanti banchi, disposti a cerchio. Lui chiuse la porta e si mise davanti a me. Ero già a disagio, ma in quel momento, non riuscì a capire più nulla.
Harry era immobile e mi guardava profondamente.

"Allora?" -fu la prima cosa che mi venne da dire. Quel silenzio cominciava a diventare  imbarazzante.
Lui rise e girò la testa verso la porta.
Il suo corpo si avvicinò al mio, tirandomi su dai polsi. I nostri nasi si sfiorarono, dopodiché, le sue labbra si modellarono con le mie. Con un solo gesto, mi spinse contro il muro, facendo aderire la mia schiena alla fredda parete. La sua lingua cominciò a sfiorare la mia e diventammo un tutt'uno. Non avrei mai voluto dar fine a quel momento, ma il pensiero che qualcuno potesse entrare e vederci, mi cominciò a martellare in testa. Poggiai una mano sul suo petto, sentendo per bene la durezza e la tonicità dei suoi pettorali.
Fummo interrotti dal suono della campana che annunciava l'inizio delle lezioni.
Harry rimase chino su di me, con la fronte attaccata alla mia.

"Va in classe, Tamara." -mi lasciò e si scostò, facendomi passare.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora