•CAPITOLO 62•

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Mi voltai, rimanendo a guardare una donna che non spiccicava gli occhi di dosso dal mio corpo. Mi guardava dalla testa ai piedi. Non riuscì a decifrare la sua espressione; mi guardava e basta. Abbassai la testa per guardare i miei abiti;  avevo forse qualcosa che non andava? Aggrottai le sopracciglia, quando si rese conto di star esagerando. La donna si voltó per andare via, ma si girò nuovamente a guardarmi, bloccandosi. Dio, era inquietante. I suoi capelli nero corvino scivolavano lungo le spalle in onde delicate. Gli occhi erano di un verde chiaro; un bellissimo verde. La conoscevo? Lei mi conosceva? Mi soffermai a guardare i suoi abiti. Portava un completo tailleur blu. Le stava davvero bene.

"Tamara?" -sentì Charlie chiamarmi. Mi voltai subito, andando verso la mia amica.

"Si, sono qui."-spostai la tendina.

"É la terza volta che ti chiamo! Hai preso le scarpe?"

"Non c'era il numero di quelle che ti piacevano, ho preso queste."

Passai le scarpe a Charlie e mi voltai nuovamente verso il punto in cui stava quella donna. Non era più li. Mi sporsi a guardare lo spazio difronte a me, ma nulla; non c'era più. 

"Allora? Tamara ma ti sei imbambolata?" -Charlie sventolò una mano davanti al mio naso, attirando la mia attenzione.

"Sono quì. Ti sta bene. É quello che preferisco, Charlie. Piantala di provarlo. "

Charlie rise,  accarezzando il tessuto che le fasciava i fianchi.
Le stava davvero bene. Il colore del suo vestivo le donava tantissimo, mentre a me per niente; la mia pelle era troppo chiara per il senape. Charlie aveva un colore di carnagione davvero meraviglioso, invece. Sembrava abbronzata trecentosessantacinque giorni l'anno.

"Dici? Non mi ingrassa, vero?"

"Per niente, fidati. Aspetta qui." -andai verso il reparto delle cinture, scontrandomi sbadatamente con quella cavolo di commessa. La targhetta sul suo petto, informava che il suo nome fosse Alana. Pensandoci, non avevo mai guardato quella targhetta.

"Hai bisogno di qualcosa?"-mi chiese. La guardai.

"Cercavo una cintura beige o marrone. Preferibilmente elasticizzata." -le dissi. Facendo una pausa ad ogni aggettivo. Alana andò verso la parete che offriva una vasta collezione di cinture di ogni tipo.

"É per il vestito color senape della tua amica?"- mi chiese, frugando tra le cinture.
Mi abbassai, quando gliene cadde una dalle mani.

"Ti ringrazio."-mi disse, sorridendo. Le sorrisi anche io, stranamente.

Mi voltai a guardare tutto il negozio, in cerca di quella donna. Ma non la vidi più.  Non era più li.

"Comunque, si. È per quello."-dissi, rispondendo alla sua domanda.

"Allora, tieni questa. La consiglio sempre, con quell'abito."

"É carina."-dissi,  sorridendole. La cintura di pelle marrone, era davvero bella. Lei mi sorrise.

"Posso chiederti una cosa?"-le chiesi. Lei aggrottò le sopracciglia.

"Certo."

"C'era una donna qui, vestita di blu, con capelli lunghi e neri. L'hai vista uscire?"

"Si, è andata via qualche minuto fa. Come mai?"

"Così. Era piuttosto familiare."-le dissi, evitando di raccontare ciò che accadde poco prima. 

Lei mi sorrise, girando leggermente la testa.

"Chiamami, se hai bisogno."- mi disse. Le sorrisi, andando verso Charlie. Non era così antipatica come l'avevo giudicata.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora