•CAPITOLO 75•

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"Ciao." -risposi.
Abbassai immediatamente lo sguardo, armeggiando ancora con le cuffie.

"Come ti chiami?" -chiese, poggiando la schiena sul palo della fermata.

"Perché dovrei dirti il mio nome?" -chiesi.

"Perché te l'ho chiesto senza minacciarti." -risi a quella frase ed anche lui.

Portai la borsa in spalla.

"Tamara." -dissi, guardandolo.

"Tamara." -ripetè, quasi sussurrando. La sua voce era l'opposto di quella di Harry; la sua era squillante, mentre quella di Harry era roca e profonda.

"Tu? Come ti chiami?" -chiesi.

"Brandon Rivers."

"Brandon." -ripetei, imitandolo.

Lui rise, passandosi una mano tra i capelli.

"Sei simpatica." -disse.

"Non mi conosci."

"So che ti chiami Tamara, che abiti a 20 minuti dalla scuola e 10 da casa mia, che frequenti la mia stessa scuola e che sei molto carina. Vedi? So più di quanto tu possa immaginare." -disse, facendo una breve pausa.

Ci stava forse provando?

"Wow, un mago." -dissi, ridendo.

"Non ti ho mai visto, sei di qui?" -continuai.

"Sono a Londra da 5 giorni; vengo da New York."

"Oh. E perché sei qui?" -chiesi.

"La vita a New York era diventata un po' difficile da gestire. Non avevo soldi per l'affitto dell'appartamento, nonostante lo dividessi con altri tre ragazzi. Erano comunque soldi da investire. Non avendo un diploma, non è semplice trovare un lavoro, quindi mi sono trasferito qui, perché mia zia mi ha sempre proposto di venire a stare da lei. Ne ho approfittato."

Capivo perfettamente. Potevo ritenermi fortunata ad avere un lavoro, nonostante non avessi ancora un diploma. Ma io avevo mamma; certo, non guadagnava chissà quanto, ma il giusto per mantenere due persone. Fortunatamente, la nostra casa non era in affitto.

"Ti troverai bene." -dissi. Guardai il mio orologio, la campana avrebbe suonato tra circa un quarto d'ora.

"Come mai hai scelto questa scuola?" -continuai.

"Per l'arte. È la miglior scuola di arte di Londra." -disse.

"Te la cavi nel disegno?"

Tirò fuori quel che mi sembró un album da disegno dallo zaino nero. Me lo mise davanti.
Afferrai l'album e lo aprí. Cavolo.

"Li hai fatti tu?" -chiesi, sfogliando.

"Si."

Erano disegni assurdi.

"Sono.."

"Ti piacciono?" -chiese.

"Sono fantastici."

Continuavo a sfogliare quell'album e pagina dopo pagina, rimanevo sempre più affascinata.
Gli ridiedi l'album.

"Sei bravissimo." -dissi.

"Lo so."

"E anche modesto." -aggiunsi, ridendo.

"So anche questo." -rise.

Brandon aveva un bel sorriso. Mi accorsi solo guardandolo meglio, che aveva un paio di labbra rosse tatuate sotto l'orecchio sinistro.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora