•CAPITOLO 19•

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Uscì di casa alle 03:30 p.m cercando di arrivare puntuale al negozio. E così fu, arrivai addirittura anticipatamente.
Polly stava facendo pagare un tizio, così, mi salutò con un bacio volante.
Polly era sfrontata, sfacciata, egocentrica: diciamo, quasi del tutto il mio opposto.
Posai la borsa nello stanzino riservato ai commessi e tornai in negozio, pronta a servire i clienti.

Sorrisi, quando vidi Harry entrare in libreria. Dopo due ore di lavoro, era l'unica cosa che avrei voluto vedere.
Spinse la porta, senza distogliere lo sguardo dal mio.
Il piccolo auricolare di Polly, era in collegamento con il mio e nonostante fossi impegnata con un cliente, dall'altra parte del negozio, riuscì a sentirli parlare.

"Hai bisogno di qualcosa?" -gli chiese lei. Lo vidi voltarsi verso sinistra, quindi verso Polly, alla cassa.

"Cercavo Tamara, ma vedo che è impegnata." -sorrisi tra me e me.

"Si, ma se aspetti, sarà libera, quel tipo è quì già da 10 minuti e non capisco se stia perdendo tempo per Tamara o perché non sa davvero cosa acquistare."

Alzai lo sguardo di scatto, non appena sentì quella frase. Vidi Harry guardare l'uomo che mi stava accanto e poi me.

"Sei il suo ragazzo?" -Polly aggiunse. Ragazzo? Polly, tagliati la lingua.

"Una specie."-mi morsi un labbro inavvertitamente, a quella frase.

"Oh, allora aspetta." -Polly mi raggiunse, spingendomi verso Harry. Sembrò prendersi il compito di servire quel cliente al posto mio; fantastico.

"Harry!" -gli sorrisi, abbracciandolo.

"Ciao piccola." -le sue potenti braccia strinsero il mio corpo in un caldo abbraccio.

"Vieni con me"-la mia mano afferrò la sua e lo trascinai verso lo stanzino sul retro.
Era così bello.
Mi prese dalle cosce e mi fece sedere sopra il lavello, alle nostre spalle, baciandomi.

"Mi sei mancata, sai?"

"Anche tu, da morire."


Erano ormai le 08:00 p.m. Polly mi aveva assicurato che avrebbe chiuso lei, senza problemi.
Non sapendo esattamente che locale fosse, indossai dei jeans bianchi, una canotta nera e una giacca tailleur nera, da mettere sopra. Riempii i miei capelli di schiuma, in modo da renderli più mossi e infilai dei tacchi neri, non molto alti.

08:45 p.m.
"Quando arriviamo?" -eravamo già in macchina da dieci minuti. Ero felice di sapere che il locale fosse appena fuori Londra; avremmo avuto meno possibilità di essere visti insieme.

"Tra poco." -Harry era arrivato puntualissimo! Indossava dei jeans neri ed una maglietta bianca aderentissima con una scritta araba in nero, sopra. Avevo azzeccato. I suoi sguardi mi fecero capire che approvava l'outfit che avevo scelto.
Arrivammo davanti ad un locale, dove c'era una fila immensa di persone che aspettavano di entrare. La musica rimbombava nell'aria, il che, mi fece capire che ci trovavamo in una discoteca. Entrammo senza fare la fila e pensai che Harry conoscesse il buttafuori.
Non appena entrammo, ci dirigemmo subito verso il bancone, dove Harry salutò dei ragazzi.
Mi guardarono tutti, suscitando il fastidio di Harry, che mi strinse a se.
Mi presentò i quattro ragazzi presenti: Paul, Dan, Aaron e Josh. C'erano anche due ragazze con loro: Sasha e Dafne. Sasha sembrava una Barbie. Era alta, bionda, occhi blu. Dafne, invece, aveva lunghi capelli neri e un fisico pazzesco. Ma che ci facevo io li in mezzo?

Mi passò per la testa che Harry se le fosse già portate a letto, entrambe.
Erano le rispettive ragazze di Paul e Aaron.
Le due si mostrarono abbastanza disponibili, carine e simpatiche. Ma il pensiero di Harry a letto con loro, mi frullava ancora in testa.

"Cosa bevi?" -Harry si avvicinò al mio orecchio per parlare, dato che la musica a tutto volume, non permetteva la conversazione.

"Non so, fa tu." -sorrise. Di solito non bevevo alcool, ma mi promisi che almeno quella sera, mi sarei dovuta divertire.


Aprí gli occhi, ritrovandomi in una stanza familiare, anche troppo.
Riconobbi il profumo delle coperte di Harry, ma non riuscì a trovare lui.
Mi sembrò di rivivere qualche giorno addietro. Quando avevo dormito con lui. L'unica differenza, era che non ricordavo assolutamente nulla della sera precedente.
Sentivo il rumore dell'acqua che scorreva, dal bagno in camera di Harry, immaginando che stesse facendo la doccia.

"Harry?" -lo chiamai.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora