•CAPITOLO 123•

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Questo è l'ultimo capitolo di questa FF!
Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuta!❤️

Gettai il telefono in borsa ed asciugai velocemente le lacrime cadute sulle mie guance per non mostrarmi a mamma in quello stato. Non volevo che mamma vedesse o capisse che fosse Harry la causa della mia tristezza.
Quando la trovai, cercai in tutti i modi di non cominciare a singhiozzare, così evitai il diretto contatto con i suoi occhi, fingendo di guardare i vari articoli nel negozio.
Dopo circa dieci minuti uscimmo dal negozio con una busta piena di articoli, ovviamente solo per mamma; dopo aver incontrato Yvonne, la voglia di fare shopping mi era passata, così come la fame che avevo.

Tornammo a casa dopo un paio di minuti bloccate nel traffico; fuori faceva comunque abbastanza caldo.
Arrivate davanti casa, vidi immediatamente l'auto di Harry parcheggiata.
Mamma non ci fece caso ed entrò l'auto in garage, mentre io rimasi fuori, con la scusa di entrare dalla porta principale.
Harry camminò verso di me, non distogliendo lo sguardo dai miei occhi.

"Vieni con me." -disse, fermandosi davanti a me.

Trasalì quando sentì il garage chiudersi con uno stridio. Mamma era entrata in casa.

"Non voglio."

"Invece vuoi, dai."

Lui cominciò a camminare verso la sua auto ed io lo seguì. Aveva una maglietta verde militare con maniche corte e dei pantaloni neri attillati. Camminando dietro di lui, potei ammirare il suo sedere; mi schiaffeggiai mentalmente. Ero arrabbiata con lui e non dovevo fare pensieri poco casti su di lui in quel momento.
Lui aprì lo sportello per farmi salire e poi salì anche lui, dal lato del guidatore.

"Perché dovrei andare al diavolo?" -chiese.

"E perché hai spento il telefono? Mi hai fatto preoccupare da morire." -continuò.

"Perché non avevo voglia di sentire nessuno."

"Non hai risposto alla prima domanda."

Guardai il suo bellissimo viso, al momento con i lineamenti duri. Era così bello che sarei rimasta ore a guardarlo, seduta in quella macchina. Mi schiaffeggiai mentalmente ancora quando pensai al perché ero arrabbiata con lui; d'improvviso, mi venne da piangere e non osai trattenermi.

"Perché piangi, Tamara?"

Le sue dita alzarono il mio viso, costringendomi a guardarlo in viso.

"Ei..." -sussurrò, cercando di mantenere il contatto con i miei occhi.

"Ti vedi ancora con Yvonne?" -gli chiesi, tra le lacrime.

Lui si drizzò e chiuse gli occhi per due secondi.

"No che non mi vedo con Yvonne, Tamara..."

"Non dirmi cazzate, Harry. Me l'ha detto lei."

Lui si girò verso di me e scosse la testa.

"Mi ha detto che vi sentite spesso..." -aggiunsi.

"Non è vero. L'ho sentita solo una volta. Mi ha chiamato ed io le ho detto di cancellare il mio numero e lasciarmi in pace... lasciarci in pace."

"Lei mi ha detto che tu le hai anche raccontato dell'appartamento e che poi lei ti ha spesso chiesto il perché tu stia con una come me... oh, non perde occasione per offendermi..." -dissi, voltandomi a sinistra, per guardare la strada.

"Le ho detto di non darmi più fastidio perché ho una vita con te, che abbiamo un appartamento e che andremo presto a convivere. Per il resto, le ho già detto che non sono affari suoi ed ho bloccato tutti i suoi contatti."

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora