•CAPITOLO 74•

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Piovigginava, come piaceva a me.
L'agente Raniero mi stava accompagnando a casa. Era ormai sera e non sapevo se mamma fosse già andata via o meno. Il mio telefono era collegato ad un cavetto sull'auto, in modo che potesse acquistare carica.
Guardai fuori dal finestrino; il parco era vuoto e le altalene si muovevano in modo inquietante.

"Faremo di tutto pur di buttarlo dietro le sbarre." -mi voltai verso Raniero.

"Adesso, vorrei solo che Harry uscisse." -risposi.

"Uscirà tra pochissimo, lo sai."

Annuì, sapendo che sarebbe stato mio entro poco più di 24 ore.
La mia gamba cominciò a tremare e tirai fuori il cellulare dalla tasca.

"Eva?" -risposi.

"Tamara, dove sei? Tua madre è preoccupata."

Effettivamente, non avevo risposto neppure ad una sua chiamata.

"Sto arrivando, ho.. avuto un contrattempo in libreria." -mentì.

"Sicura? Mi sembri preoccupata." -sentivo la voce di mia madre in sottofondo; parlava con Kris.

"Ti racconto dopo."

"Va bene, a dopo." -riattaccai e gettai il telefono nella mia borsa. Vidi il flacone delle pillole, quando un lampione illuminó l'interno della mia borsa.
Non avrei dovuto prenderle.

La pioggia cominciava a farsi insistente. Batteva sempre più forte.
Riconobbi casa mia, anche se, con un po' di difficoltà, per via della nebbia e della fitta pioggia.

"Grazie, agente."

"Se hai bisogno, sai cosa fare!" -disse.

Annuì.

"Buonanotte."

"Ciao Tamara." - chiusi lo sportello, correndo verso la porta di casa.
Suonai il campanello, non volendo cercare le chiavi dentro la borsa.

Mi infilai immediatamente dentro casa, quando Eva aprí.

"Oddio, sei fradicia!" -disse; Capitan Ovvio.

"Si, beh, diluvia!" -dissi, facendola ridere.

Aprí la porta della cucina, trovando mamma e Kris che cucinavano qualcosa.
Il profumo di pollo arrosto impregnò i miei vestiti. Erano secoli che mamma non cucinava così allegramente. Io mangiavo poco, lei meno di me. Cucinava solo il necessario.

"Tesoro, ma, va a cambiarti o prenderai un raffreddore!" -Kris mi venne incontro.

"Si."

"Io e te, dobbiamo fare un bel discorsetto sul rispondere alle telefonate." -disse mamma,puntandomi il dito contro.

"Non avevo sentito il telefono, mi dispiace." -dissi.

Mi lanciò un'occhiataccia; diceva sul serio, solo, non voleva far discussioni davanti ad estranei. Lo apprezzavo.

"Vado a fare una doccia." -annunciai, sorridendo leggermente.

Ne mamma, ne Kris mi risposero; erano troppo impegnate a leggere un ricettario.

"Grazie per la vostra attenzione." -sussurrai; Eva rise.

Aprí la porta della mia camera e il mio sguardo cascó immediatamente sul mio letto; Harry ci stava così bene.

Collegai nuovamente il mio cellulare al caricatore, dopodichè, afferrai un reggiseno e un paio di slip, poi chiusi a chiave la porta del bagno.
Vasca o doccia? Doccia.
Anche quella mi faceva pensare a lui; tutto mi faceva pensare a lui. Lui era ovunque.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora