•CAPITOLO 114•

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Quando la vidi entrare e venire verso di me, le rivolsi un sorriso talmente falso da pensare che lei stessa se ne fosse accorta.

"Ciao Tamara!" -disse, posando le mani sul bancone.

"Ei, che ci fai qui?" -d'istinto, posai il cellulare sotto al bancone.

"Ero di passaggio." -sventolò una bustina davanti ai miei occhi e riconobbi il nome del negozio vicino la libreria.

"Oh." -dissi, poggiando i gomiti sul bancone.

"Come va con lo studio?" -chiese, poco prima di guardarsi intorno. Sapevo che non gliene fregava nulla di come andasse con lo studio, ma era solo una domanda di contorno, per arrivare al dunque. Cosa voleva? Aveva forse saputo qualcosa di... me ed Harry?

"Potrebbe andare meglio. A te come va?"

"Abbastanza male." -rise. Finsi di ridere anche io. La guardai; per la prima volta nella mia vita, vedevo Emily vestita. Si, proprio vestita. Di solito indossava sempre dei vestiti un po' succinti, non che non mi piacessero, ma Emily stava bene anche vestita come una normale ragazza, insomma, jeans e felpa, come era vestita quella sera in libreria.

"So che Beck sta provando a tornare con te..." -disse all'improvviso. Ecco, avevo ragione, le prime sue domande erano solo domande di contorno.

"Già. Come lo sai?"

"Ogni tanto ci sentiamo." -disse, poggiando la bustina sopra il bancone.

"So che ha avuto problemi con la polizia. Sempre la stessa storia; droga, polizia, droga, polizia..." -aggiunse, ridendo. Alzai un sopracciglia e poi finsi una risata, sperando che il nostro dialogo potesse presto arrivare ad una fine. Beh, a breve avrei dovuto chiudere la libreria.

"Si, a quanto pare è una situazione che gli piace." -dissi.

"Perché non ci torni?"

Pensai a lungo a cosa risponderle. Non volevo dirle che ero fidanzata, anche se, lei sapeva che uscivo con qualcuno. Ricordai quando mi regalò quell'indumento intimo, quando andai da lei.
Beh, potevo dirle che ero fidanzata, non per forza dovevo rivelare il nome, pensai.
Sperai con tutta me stessa che Beck non gli avesse raccontato di Harry.

"Sono impegnata... con un altro ragazzo."

"Sempre quello dell'ultima volta?" -chiese lei, mostrandosi interessata.

"Già."

"Beh, Beck è quello che è... però è un gran bel pezzo di manzo." -disse, ridendo. Risi anche io, falsamente.

"Puoi tenertelo!" -le dissi, continuando a ridere.

"Oh no, cioè, continuare ad andarci a letto, direi volentieri. Ma non altro!" -sventolò una mano in aria, ridendo.

"Continuare?" -chiesi. Soffermandomi sulla frase da lei appena detta.

"Si, ogni tanto ci vediamo."

"Oh...bene!" -dissi. Ecco perché non mi fidavo di Beck. Cercava in tutti i modi di tornare con me e poi andava a letto con altre ragazze. Si, Beck era proprio quel tipo di persona, come lo era sempre stato. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

"Ti... da fastidio?" -chiese Emily, girando leggermente la testa.

"Perché dovrebbe darmi fastidio?"

"È il tuo ex... sta provando a tornare con te..."

"E secondo te io tornerei mai con un tipo come lui?" -le chiesi e lei scoppiò a ridere.

"Immagino di no..." -disse, ridendo ancora.

"Già... puoi continuare a divertirti con lui senza problemi!" -le rivolsi un sorriso il più sincero possibile. Sperai che Emily riuscisse a tenerselo per se, così che lui non potesse più darmi fastidio.

09:03 p.m.

Quando suonai il campanello di Charlie, ricordai quando eravamo piccole e che quando mamma mi accompagnava da lei, io cominciavo a suonare ripetutamente quel campanello e Charlie si sbellicava dalle risate.
Questa volta però, Charlie aprì la porta con un'espressione seria e capì subito che ci fosse qualcosa che non andava.

"Ei, va tutto bene?" -chiesi. Forse aveva avuto l'ennesima discussione con sua madre per la sua omosessualità. Sua madre lo aveva accettato, ma nei limiti, nel senso che aveva bisogno di tempo per assimilare la "novità". Ne fui felice quando Charlie me lo raccontò; sua madre lo aveva accettato; aveva bisogno di tempo, si, però lo aveva accettato, l'importante era questo.

"Si, però forse mi ucciderai..." -disse, facendomi entrare in casa e chiudendo la porta alle mie spalle.

"Non avercela con me..." -continuò.

"Dimmi che sta succedendo, Charlie."

"Ho parlato con Harry... gli ho detto di Beck."

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora