•CAPITOLO 11•

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Annuì, conoscendo già la risposta.

"Vieni con me." -lo seguì verso la grande scala che portava al piano di sopra.
Entrammo nella sua camera da letto. Harry aprì un cassetto e tirò fuori un paio di pantaloncini neri e una canotta, anch'essa nera.

"Tieni questi!" -mi porse gli indumenti e mi lasciò da sola in camera, chiudendo la porta dietro di se.
Sfilai il giubbino e i jeans ed infilai la canotta e i pantaloncini; enormi, ma comodi. Potevano andare.
Dovevo solo stare attenta ad alzare ogni tanto la scollatura della canotta, poiché troppo grande.
Aprì la porta e fui attratta dalla luce che proveniva dal bagno. Mi recai verso la porta, rimanendo sull'uscio. Harry era ancora senza maglietta e non potei fare a meno di ammirare il suo corpo scolpito.

"Un'amore." -sorrise e venne verso di me.

"Un'amore?" -ripetei, ridendo.

"Si, un'amore!" -abbassai lo sguardo, guardando le mie calze nere. Sapevo del rossore appena formatosi sulle mie guance. Ma non potevo evitarlo.
Risi di colpo, guardandolo. Mi stava guardando e ancora una volta, il mio sguardo cascò sul suo torace. Una sola cosa era più bella del suo corpo; il suo sguardo.

"Dai, va a metterti a letto. È tardi." -toccò il mio braccio, spingendomi fuori dal bagno.

"È tardi?" -ribadì io, ridendo.

"Ho 18 anni!" -continuai.

"E quindi?" -rise.

Harry' povs.
Scesi in cucina, lasciandola sull'uscio della porta del bagno. Non appena mi fermai davanti al tavolo per appoggiarmici, chiusi gli occhi. Non capendo se stessi facendo la cosa giusta o meno.
Avevo una voglia immensa di toccarla, ma allo stesso tempo, non volevo assolutamente che questo accadesse; qualcosa mi frenava, ma non capivo cosa.

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora