•CAPITOLO 8•

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Sentì il calore diffondersi sulle guance.

"Grazie." -lui sorrise. Si mosse verso la porta, indicandomi di seguirlo. Così feci.
Aprì una porta con la chiave già appesa alla serratura e mi lasciò passare, accendendo la luce.
Presto, la stanza si illuminò, rivelando un grande spazio. C'erano due sfondi, uno bianco a sinistra ed uno nero a destra. Di fronte la porta, invece, c'era un grandissimo baule con dei vestiti. Osservai i vari attrezzi, quali piedistalli con fotocamere e lampade altissime. Rimasi a bocca aperta.
Feci un giro per la stanza, toccando tutto ciò che mi capitava davanti. Ma un mucchio di tulle, attirò la mia attenzione. Era un abito da sposa; dava l'idea di pesare tantissimo. Il corpetto era pieno di pietre argentate, senza spalline e la gonna era ampia, tutta fatta di tulle. Me ne innamorai. Mi ricordai di averlo visto in una delle foto nell'altra stanza, ma non pensavo lo possedesse lui.

"Ti piace?" -sobbalzai quando ritrovai Harry alla mia destra, me ne ero quasi dimenticata, per quanto fossi presa dall'abito e dalla stanza in generale.

"E'..fantastico."

Lui rise.

"Potrei farti delle foto con questo abito, se vuoi." -la sua mano scivolò sui miei capelli, spostandoli dietro le spalle. Lo guardai.

"Davvero?"

"Certo. Te l'ho detto; mi piacerebbe fotografarti. Ovviamente, se me lo permetterai." -Le sue parole erano un miscuglio tra ansia ed una ventata d'aria fresca, per me. Certo che glielo avrei permesso. Mi schiaffeggia mentalmente. La mia vocina interiore si fece sentire e cercai di non ascoltarla.

"Ce ne sono altri, li dentro." -indicò un armadio che non avevo visto, dall'altro lato della stanza.
Lo guardai; lui rise. Aveva capito che avrei voluto aprirlo.
Era una cabina armadio, molto più profonda di quanto pensassi.
C'erano tantissimi vestiti. Abiti di tutti i tipi. Entrai dentro, toccando ogni singolo abito mi venisse incontro. Lui si poggiò allo stipite della porta; riuscivo a sentire i suoi occhi su di me.

"Possono essere tutti tuoi, tutto questo potrebbe essere tuo, se tu lo volessi." -sapevo che quel "tutto" includesse anche lui.
Gli lanciai una rapida occhiata, poi mi voltai nuovamente, continuando ad ammirare i metri di tulle, pizzo e raso che avevo davanti. Un baule riposto infondo all'armadio attirò la mia attenzione. Lo tirai fuori, sporcandomi le mani di polvere; qualsiasi cosa ci fosse li dentro, non veniva usata da un po'. La mia fronte si aggrottò, quando mi ritrovai davanti ad un mucchio di pizzo rosso e nero. Abiti intimi; reggiseni, mutandine di tutti i tipi. Mi voltai verso di lui.
Mi stava guardando e aveva un mezzo sorriso sulle labbra.

"Potrei fotografarti anche con quelli, ma se non vorrai, non lo farò." -rise, provocando una risata anche in me. Non mi sarei fatta fotografare con quelle fasce intime, assolutamente.

"Hai mai fotografato delle ragazze con questi?" -alzai un mucchietto di pizzo con la mano destra.

"In passato. Adesso non più."

"E perché li hai ancora?"-avrei dovuto lavorare sulla tattica di tenere a freno la lingua.

"Perché magari qualcuna che li indosserà per farsi fotografare, la troverò."

"Secondo me, se proponi una mancia, qualcuna la trovi." -dissi ironicamente.
Rise.

"Non ho intenzione di pagare nessuna, per delle foto" -continuó.
Sorrisi, poi posai quel mucchietto dove lo avevo trovato.

"Mi piacerebbe essere fotografata da te. Non con quelli, non fraintendermi." -indicai il bauletto appena riposto. Ridendo.

"Davvero?" -mi venne incontro e prese la mia mano destra, posando un morbido bacio su di essa.

"Davvero."

Il professore della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora