Non Ti Parlerò Mai Più

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Pov Tancredi
Ero seduto sul divano con la mia minuscola sorellina in braccio, ed erano le 7 e 10 del mattino.
Era anche già tardi per i miei gusti, perciò decisi di portarla al piano di sopra per aiutarla a prepararsi.

Senza dire una parola mi alzai e mi diressi in camera sua, sempre con lei in braccio.

C:noo
Disse lei cominciando a scalciare, per poi fare una voce capricciosa, quella che odiavo.
Le tenni ferme le gambe, in modo che quel vizio che quando le girava scalciava se lo toglieva.

Appena arrivati in camera sua l'appoggiai davanti allo specchio, nel suo bagno.
T:lavati i denti
C:io non me li lavo!
Disse decisa, incrociando le braccia al petto.

T:tu lo fai e anche veloce
Ripetei io guardandola male, quella mattina avevano in mente di provocarmi fino allo sfinimento?

Presi il polso sotto agli occhi per vedere che ore erano dal mio orologio.. le 7 e 20.
T:Chanel, ora non scherzo più, muoviti all'istante

Lei non mi ascoltò ancora per una volta.
Preso dalla furia dei capricci della mia sorellina, decisi di lasciarle una minima punizione per farle capire di smetterla.

Tolsi lo sguardo dal suo viso e lo punta sul suo sedere, coperto solo dai pantaloni del pigiama.
Le mollai una sculacciata bella forte, colpendo il suo punto debole, ovvero la parte tra il culetto e la coscia, dove le faceva più male.

Non era una sculacciata normale, era liscia e dura, per questo lei incominciò subito a piangere.
Distolsi lo sguardo dal suo sedere, per poi riportarlo al suo volto.

T:questo non è nulla in confronto a quello che ti faccio se non ti sbrighi a lavarti quei denti!

La sgridai io, quella mattina ero davvero arrabbiato.
Si coprì la faccia con le mani, per non farsi vedere debole ai miei occhi.
T:Chanel, ascoltami

Dissi io senza più pazienza e fiato.
T:ora ti lavi i denti perché mi sto arrabbiando, è già tardi e tu devi andare a scuola
Dissi io con tono più tranquillo rispetto a quello che avevo usato precedentemente.

Le tolsi, poi, le mani dagli occhi, si stava rovinando tutte le goti a fare così.
T:ehi, basta
Dissi io dandole un bacio sull'orecchio.

Lei si asciugò le lacrime che stavano colando sulle sue guance, per poi ascoltare il mio ordine e lavarsi i denti.
Mentre la fissavo per vedere se faceva qualcosa di sbagliato, le coccolavo il sederino per la sculacciata di prima.

Chanel aveva un carattere molto permaloso, a volte anche troppo. Era decisa e fissata con quello che pensava. Non cambiava mai idea, tranne con le mie punizioni.

Appena finito di lavarsi i denti, la spazzolai, per poi portarla velocemente sul suo letto a cambiarsi.
T:dai prova a vestirti da sola
Dissi io dandole i vestiti che quest'oggi avrebbe indossato.

C:no.. ti prego..
Sussurrò lei a bassa voce, avendola sprecata tutta prima con il pianto.
Io sorrisi, ascoltandola.

Presi la maglietta e gliela misi, pre poi metterle anche i pantoloni e i calzini.
Guardai nuovamente l'orario, 7 e 40, eravamo giusto giusto in tempo.

La presi in braccio e la portai da Gian, che aveva già preso lui gli zainetti per la scuola.
La lasciai di fianco a lui, per poi darle un bacetto sulla guancia, seguito da una pacchetta sul sedere mentre ridevamo.

Salutai Gianmarco e Agnese, lasciandoli andare in auto.
Questa mattina Michelle era uscita prima di casa, ma aveva fatto bene, non la volevo vedere.

Mi aveva promesso che non sarebbe più andata in discoteca, o anche solo in un locale.
Ieri sera era tornata da casa mezza brilla e alle 6 del mattino.
Non glielo posso permettere, deve scontare le pene dell'inferno.

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