Gelosia

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Pov Michelle
era incredibile come io ogni volta ero sempre nei guai, o magari era Tancredi che esagerava.
mi aveva privato pure di fare sesso..l'unica cosa che mi faceva stare bene.

sarebbe stato capace anche di farmi smettere di respirare, ne ero certa.
sbuffai, sempre piangendo, e imbarazzata mi diressi verso l'angolo della stanza.

appoggiai, poi, la testa al muro. ero davvero stanca, era stata assolutamente una giornata da dimenticare.
dopo pochi minuti, annoiata e sudata, feci un lamentio con la voce, non volevo più stare lí.

tancredi non mi calcolò, uscendo dalla camera, raccomandandomi di non muovermi da dove ero.
cominciai a piangere, la testa mi stava scoppiando.

guardai l'orologio, segnava le 18 e mezza, ovvero quasi le sette della sera. finalmente un'altra bruttissima giornata stava per giungere a termine.

decisi di non ridicolizzarmi ancora, andando a prendere i pantaloni, per poi infilarmeli e tornando nel mio posticino caldo.

mi sedetti in terra, appoggiando la testa sulle ginocchia, per poi addormentarmi.

la mattina
mi svegliai, ritrovandomi sdraiata sul letto di mio fratello. probabilmente mi ci avrà portato lui, pensai.

il mal di testa, però, non era migliorato, e neanche il male al sedere, ma ormai quello era tradizione.

dovevo andare a scuola, sí, ma se dicevo a tancredi che mi sentivo male, no.
mi alzai, barcollando, dirigendomi al piano di sotto.

non si sentivano voci, perciò capii che era ancora presto.
tanc era in cucina, cosí ci andai velocemente.

T:ciao mich
disse prendendomi sulle sue gambe.
M:sto male..ho mal di testa e mal di pancia..

dissi io, lamentandomi, per poi posizionarmi meglio sulle sue gambe.
poggiò la mano sulla mia fronte, per poi lasciarmi un piccolo e umido bacetto.

T:scotti..
disse prendendomi in braccio a koala, alzandosi dalla sedia.

una parte di me era felice perchè non andavo a scuola, mentre l'altra era triste perchè stavo davvero male.

T:senti, ora vado a svegliare chanel che è tardi, se ti senti ancora male chiamami
disse mentre andava in salotto, per poi mettermi sul divano.

annuii, accucciandomi ben bene.
mi toccò i capelli, mettendoli dietro l'orecchio, per poi dirigersi verso la camera della nostra sorellina.

Pov Tancredi
anche questa, michelle con la febbre. non ci voleva.
aprii la porta della camera della mia piccola sorellina, e, come credevo, stava ancora dormendo.

quella mattina non le davo scelta, doveva ascoltarmi ed alzarsi velocemente.
T:chani..
dissi accarezzandole la guancia, per poi lasciarle una serie di bacini sul nasino.

la cosa che più mi urtava di lei era quella che si metteva il pollice in bocca, creando uno scompiglio in essa.
ogni volta che la vedevo ce lo aveva in bocca, era una cosa fastidiossima.

T:dai che è tardi..
mormorai, dandole una pacchetta sul sedere, dato che stava dormendo su un lato.

si stiracchiò, per poi fare uno sbadiglio ed aprire gli occhi.
che bimba che era..

T:dai forza
dissi prendendola dalle braccia e alzandola dal letto.
la portai in bagno e la aiutai a prepararsi.

C:dov'é la dada?
mi chiese, appena pronta.
T:è di sotto, non sta bene
annuí, poco convinta.

le allungai la mano e lei me la prese, cosí da accompagnarla da Gian.
sentii tirare, cosí mi voltai e vidi che aveva un faccino triste.

mi misi alla sua altezza, per poi sorridere.
T:cos'é successo?
le chiesi, aspettando che mi rispondesse.
C:tu vuoi più bene a lei, vero?

mi chiese con gli occhi lucidi, sul punto di piangere.
T:no, piccolina, no..vi voglio bene allo stesso modo

dissi prendendola in braccio e lasciandole una miriade di baci dappertutto.

ogni tanto ci voleva anche un momento di coccole per lei.
C:e allora perchè lei sta a casa e io no?
disse lei portando le braccia al petto e incrociandole.

T:perchè lei sta male e tu no, polpetta..
dissi io ridendo, facendo ridere anche lei.
dopo qualche secondo la rimisi giù, e le ridiedi la mano, accompagnandola da Gianmarco, dove c'era anche Agnese.

***
ero a casa da solo con michelle, la quale stava male, perciò era stata a casa.
T:come stai?
le chiesi io, entrando nel salotto, dove era lei.

M:meglio..
disse lei sorridendomi.
T:piccola..
dissi io coccolandole la gamba destra.

M:non devi andare a prendere chanel?
disse lei, notando che si era fatto tardi.
annuii, lasciandole un bacio in testa ed uscendo di casa.

gianmarco, cosí come tutti gli altri ragazzi stamattina erano a lavoro, perciò dovevo andare io a prendere mia sorella e agnese da scuola.

entrai nell'auto, anche se controvoglia, perchè si moriva di caldo, l'estate ormai era alle porte.
mi diressi verso la scuola delle bimbe.

le aspettai dove stava sempre gian, cosí da non doverle avvisare.
arrivò prima chanel, correndomi incontro.

la presi in braccio, sorridendole. dopo poco arrivò anche agnese, che invece mi diede la mano, siccome dovevamo attraversare la strada principale della città, ed era pericolosa e affolatissima.

arrivammo dove stava l'auto con la quale ero arrivato.
aprii lo sportello, mettendo sui sedili posteriori chanel, mentre nei sedili davanti agnese.

allacciai la cintura alla mia sorellina e alla sorellina di marta, anche se sapevo che gianmarco le aveva abituate a non farlo.

infatti già da subito chanel si era cominciata a lamentare, ma non la calcolai più di tanto.
C:fra quanto siamo arrivati?
mi chiese.

T:chanel siamo appena partiti, abbi un po' di pazienza, sù
dissi io, accellerando la velocità.
cominciò a fare piccoli singhiozzi, come sempre.

faceva i capricci per ogni cosa "brutta" che succedeva, e questo mi dava i nervi.
T:chanel, fai cosí anche con gianmarco?
le chiesi io, perchè ero sicuro che lo faceva solo con me.

dopo quella frase, a cui non ricevetti risposta, smise di gnolare, e tutto tornò alla normalità.
appena arrivati, parcheggiai la macchina e feci scendere per prima agnese.

T:agne puoi andare davanti alla porta di casa, quando sei lí però aspetta a suonare il campanello
dissi io, ricevendo come risposta un "grazie", poi corse dove le avevo detto di andare.

poi aprii lo sportello posteriore, dove nei sedili stava chanel.
T:esci
dissi io freddo, perchè precedentemente mi aveva fatto arrabbiare.

lei, molto lentamente, scese, per poi farmi segno di prenderla in braccio.
T:no signorina, mo cammini un po' tu..
dissi io spegnendo l'automobile, e dirigendomi verso la dimora.

C:io resto qui!
urlò lei, per ripicca.

spazio autrice
eii, come state? vi piace il capitolo?😼❤️





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