Pov Tancredi
T:dimmi che stai scherzando, ora
dissi io con tono severo, non riuscivo nemmeno a pensare che avesse tolto la vita ad un bambino.
ovviamente è normale che la mia reazione può essere arrabbiata, ma non doveva farlo.lei scosse la testa, guardandomi negli occhi, per poi allacciarsi le braccia al ginocchio che teneva vicino alla sua testa.
T:vienile dissi io, facendole segno con la testa della strada che doveva percorrere e lasciando Chanel in braccio a Lele.
si alzò, seguendomi.
in salotto tutti erano rimasti a bocca aperta, non avevano idea che Michelle lo facesse.T:adesso tu mi spieghi perchè l'hai fatto
dissi io con tono senza repliche, aspettando che mia sorella mi rispondesse con una frase sensata.M:perchè tu e i tuoi amici di merda mi stavate sputtanando dicendo che non so badare manco a me stessa, ho fatto quello che mi avete chiesto di fare, idioti
rimasi senza parole, non sapevo cosa dire, davvero.
la sua frase mi rimbombò nella mente, facendomi venire mal di testa.
T:Michelle, ma dove ce l'hai la testa?dissi io, prendendole il viso tra le mani, per avere il completo controllo di lei.
M:smettila! me lo avete fatto capire voi..
disse lei urlandomi, facendomi salire l'ansia.T:prima di tutto abbassa il tono, secondo ora non sai per quante settimane starai in punizione, e guai se provi ad uscire di casa
dissi io mollandola, facendola salire al piano di sopra.
Pov Michelle
era incredibile come ogni santa volta facevo tutto sbagliato.
alzavo un dito e le prendevo, aprivo la bocca e finivo in punizione, facevo una smorfia e mi sgridavano.il desiderio di morire si faceva sempre più grande e intenso, facendomi riflettere molto su.
avevo vissuto e stavo vivendo una vita senza libertà, una vita comandata, una vita violentata.volevo rinfacciare tutto quello che mi aveva fatto passare a mio fratello, se lo meritava una volta tanto.
mi ero fatta comandare, un'altra volta.in questo istante non avrei mai abortito, ma nel momento in cui l'ebbi fatto pensavo solo a fare un dispetto a mio fratello.
ero in camera mia, sdraiata sul letto a pancia il su, muovendo i piedi a ritmo, mi aiutava a pensare.
suonarono al campanello, per mia sfortuna.era una ragazza, l'avevo sentito dalla voce. no, erano due ragazze. avevano la voce familiare, probabilmente le avevo già viste.
dalle scale, si poteva vedere, senza nessuno che mi notasse, il piano terra. perciò, per via della mia curiosità, ci andai.
erano Martina e Cecilia.la prima era l'ex di Tancredi, mentre la seconda..era sua sorella?
in effetti si assomigliavano, ma non avrei mai pensato a quelle due che vivevano insieme, anche perchè effettivamente tutto ciò non era affatto divertente da pensare.l'antipatia si faceva sentire, erano snob.
si credevano Afrodite, mentre erano due cessi ambulanti.(ovviamente ste cose non lo penso veramente ahah, le amo)peia, Martina, aveva una voce squillante, da entrarti nelle orecchie e tartassarti il cervello di spettegoli, mentre sua sorella, Cecilia, era molto più tranquilla, o almeno pareva, perchè il suo carettere isterico dimostrava l'esatto contrario.
mi ero fatta odiare da tutti, tutti.
non ricevere mai affetto sincero mi faceva male, ma essere violentata ogni giorno nel corso della mia adolescenza mi faceva capire quanto ci tenessero a me.volevo, anzi, dovevo, parlare con Tancredi, al più presto.
dovevamo risolvere, non è che doveva restare arrabbiato per sempre.cosí, tirandomi indietro una ciocca di capelli che dondolava a raffica davanti ai miei occhi, scesi le scale, andando in cucina.
erano tutti in salotto, con la musica, la play..e altre cose noiose a cui a me non fregava una ceppa.
appoggiai la testa al tavolo e la circondai con le braccia, cominciando a piangere un secondo dopo. era un pianto inutile, mi serviva solo a sfogarmi.
sentii dei passi, che probabilmente si diregevano verso di me, provenire dalla sala.
la figura misteriosa si avvicinò a me, abbracciandomi la pancia con le braccia, facendomi sentire una cosa fredda su di essa.
ero sicura fosse Tancredi, per via del materiale freddo sul dito, ovvero l'anello, che quando mi sculacciava faceva un male cane.
era lui, ormai ero certa, anche se non l'avevo ancora visto in faccia.
T:scusa..
nonono, Tanc che mi chiedeva scusa? ma da quando? sicuramente era solo uno stupido sogno.no, finalmente non era un incubo, ma era la realtà, e dico finalmente perchè era da un anno che aspettavo questo momento.
T:è stata una tua scelta, e non posso permettermi di giudicarti..
disse lui, facendomi singhiozzare più forte dato che mi aveva appena ricordato come aveva reagito il giorno precedente alla notizia del bambino.mi girai di scatto, abbracciandolo.
cosí, mi ritrovai a scaricare tutto quello che avevo accumulato nel petto di mio fratello.poco dopo mi prese in braccio, facendomi sentire una piccola bimba, quello che mi facevano capire di essere dalla mattina alla sera.
gli occhi mi bruciavano, come ogni volta che piangevo, d'altronde.
T:sí, piccolina..
disse lui consolandomi, forse la prima volta.mi staccai dal suo petto e lo guardai negli occhi, facendo risaltare la sua iride color verde smeraldo.
M:perchè ci sono quelle due di là?
gli chiesi io, con voce bassa per non farmi sentire da Martina e Cecilia.T:sono amiche nostre Mich..
disse lui giustificando la loro presenza.
annuii, anche se non covinta al cento per cento.mi mancava sorridere, mi mancava sentirmi spensierata, mi mancava ricevere affetto dalle persone che amavo, mi mancava vivere la vita come le persone normali lo facevano.
T:ora vado di là che mi chiamano..
disse facendomi scendere dalle sue braccia, mettendomi in terra e uscendo dalla cucina.mi risedetti come prima, con la testa sopra il tavolo, ricominciando a piangere.
rientrò qualcuno in cucina, facendomi spaventare a morte.spazio autrice
eii, scusate il ritardo e il capitolo schifoso.❤️
domani torno a scuola in presenza, perciò non so se sarò molto attiva in questi giorni..
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Follow Your Dreams
FanfictionMichelle Galli, sedici anni e indole ribelle. Rinchiusa tra le mura di una casa in cui a viverci sono suo fratello e gli amici, che le daranno filo da torcere in molte occasioni. Tra calcio, scuola e disastri, la protagonista si vedrà costretta a cr...