12 Marzo, 10:30. Secondo giorno nell'IPM.
Sospirai passando le mani sugli occhi sbagliando appena quando lasciai le carte sul tavolo seduta sulla sedia guardando di tanto in tanto fuori alla finestra. È proprio vero, qui dentro si diventa matti, figurati questi ragazzi della mia età che non hanno la vera libertà.
Giocai con la penna spostando lo sguardo sul cappuccino ancora caldo e intatto dal mio rientro all'istituto.
Mi tirai su infilando il maglione nero col cappuccio, faceva abbastanza freddo ancora o semplicemente ero io ad avere freddo perché li la maggior parte era sempre a mezze maniche, lasciai l'infermeria prendendo il cappuccino che era sul tavolo scendendo giù nei campetti dove i ragazzi avevano l'ora di svago.
Non c'era nessuno ancora, ma sapevo che già avevano fatto colazione.
Mi sedetti su una delle panchine portando il bordo del bicchiere alle mie labbra guardando un punto fisso del suolo.« Eva, che ci fai qui? » disse la voce alle spalle.
« We Comandà, niente in studio mi annoiavo! »
« Tutto apposto? Come ti trovi? »
« Bene, mi ci devo solo abituare! »
« Basta che non sia pane per i loro denti Nennè.. ti volevo dire solo una cosa.. sta lontana da Ciro, quello porta solo guai. »
Gli sorrisi annuendo appena guardandolo andare via e sospirai appena tornando a bere il cappuccino quasi finito.
Il problema era che la gente non capiva, non capiva che più mi proibivano una cosa e più l'avrei fatto, e sapevo benissimo che era sbagliato per me, ma il rischio mi è sempre piaciuto.« Potete uscire fuori, statv accort a voi! »
La voce di Liz urlava per tutto l'istituto e mi tirai su per buttare il bicchiere in uno dei contenitori e feci per entrare dentro guardando diversi ragazzi uscire in cortile.
« Ciao Eva! »
« Ciaao! »
Diverse ragazze mi accennarono un saluto con la mano e le sorrisi facendo la stessa cosa entrando dentro e mi avvicinai alle celle delle ragazze dove notai Kubra nella seconda cella seduta sul davanzale della finestra.
« Hey! Che ci fai da sola tu? »
Mi sorrise e alzò le spalle.
« Non mi va di uscire oggi.. »
« Scherzi? C'è Pino che non aspettare che guardare te in cortile sai? »
Sorrise scuotendo la testa come risposta.
« Che c'è? Non ti piace? »
« No..cioè mi piace e pure un sacco.. »
« E allora? Dai vai dalle altre.. »
Annuì sorridendo e lascio la cella dopo aver accarezzato io mio braccio coperto dalla felpa.
Indietreggiai soltanto due minuti dopo,
Ma all'entrata delle celle maschili c'era lui, nel suo pieno fascino ma con quella faccia di schiaffi.« E tu che ci fai qua? »
« Ci lavoro?! »
« Ah..dottorè non mi sento bene, penso mi faccia male qui.. »
Indicò il petto nella parte destra, il cuore.
Lo guardai con aria scarsatica e da sfida:
« Non sono un cardiologo, ma penso sia a causa delle troppe finte emozioni che dimostri. »
Rise scuotendo la testa e feci per lasciare il corridoio dove eravamo ormai soli, ma la sua mano afferrò il mio polso sbattendomi leggermente contro la parete del corridoio.
« Può darsi, ma a te non mento però. »
Afferrò la mia mano destra poggiandola sul suo petto e sentì i suoi battiti che potevano sentirsi pure se non gli toccavi la parte destra, ecco perché deglutì e alzai lo sguardo a lui.
« A te no.. »
Lo sentì ripetere stringendo appena leggermente le mie dita ancora poggiate sul suo petto, spostai appena lo sguardo nel momento in cui sentì troppo vicino il suo viso col mio e il suo naso accarezzò il mio.
« Cinesì, tu mi fai perdere la testa seriamente. »
Sussurrò a bassa voce, accarezzando la mia guancia con le dita.
« Devo andare Ciro.. »
« Dove vuoi andare? Abbiamo appena iniziato »
« Cì, p favor.. »
Lo guardai negli occhi forse per troppo tempo, perché appena le sue labbra sfiorano le mie sentì il suo profumo, ma prima che potesse davvero diventare un bacio lo spinsi d'istinto e lasciai il corridoio uscendo dall'edificio.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...