Partire.

2.8K 62 1
                                    

« Si ma tu ce la fai a preparare le valigie? »
« Oh amo ma non sono malata, mi fa solo male la testa, ovvio che c'è la faccio! »
« Vabbuò ja, 10 minuti e sto a casa, stasera partiamo c'è ne andiamo un paio di settimane lontani da tutti.. »
Stava iniziando la nostra luna di miele e io ancora dovevo dirgli il regalo così tanto atteso e che lui stava aspettando dal giorno prima.
Era in videochiamata con me e restai a guardare il cellulare aspettando che lui staccasse, ma continuava a fissarmi e soffiai una risata vedendolo fumare.

« Hai finito? Stacchi o no? »« Comm cazz si bell! » Sorrisi scuotendo la testa e gli feci cenno di staccare e quando lo fece sorrisi stendendomi sul letto alzando lo sguardo al soffitto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

« Hai finito? Stacchi o no? »
« Comm cazz si bell! »
Sorrisi scuotendo la testa e gli feci cenno di staccare e quando lo fece sorrisi stendendomi sul letto alzando lo sguardo al soffitto.
Hawaii - Green Island, ci aspettava.

• CIRO •

Essere marito mi faceva sentire più uomo di quello che ero, e non per vantarmi eh.
Ero uscito per risolvere delle faccende e infatti appena lasciai l'auto entrai nella vecchia casa di mio padre dove adesso abitava Pietro.
Li tutto mi ricordava di lui, persino entrare dal cancello, sentivo la sua voce ovunque, ammetto che mi mancava e anche troppo, ma non ero fatto per queste cose.
« Pietro! »
Urlai dopo aver salutato i due ragazzi di turno come piantone che erano lì, entrai in casa quando la cameriera Ester apri e andai direttamente in salone.

« Oh Ciro, si venut? »
« Eh normale, secondo te nun venev? »
« Camma fa ja con quei due? »
« Devi aspettare solo che torno dal viaggio di nozze, po me lo vedo io con i Vigorito. Faccim capì chi cuman ancora qua. »
« Si ciro ma tu e turná chill e prim, anch'io ho una famiglia ma il nostro codice non possiamo rinnegarlo. »
« E io non lo farò. »
Ci fu una conversazione tra me e Pietro mentre spegnevo la canna che mi porse lui appena entrai, se ci fosse mio padre e avrebbe sentito l'odore della canna del salone la testa mia e di Pietro sarebbe volata con uno schiaffo.
Lui era sempre stato contro, diceva di vederla e prenderci tutta Napoli, ma non di farne uso e io spesso l'avevo deluso perché ne avevo fatto uso troppe volte.
« Piè io me ne vado, ci vediamo tra 15 giorni, m'arraccuman! »
Lo guardai annuire e sospirare, lasciai casa chiudendo il cancello alle spalle e entrai in auto.

• EVA •

Rimasi sulla valigia cercando di chiudere là zip, forse avevo portato parecchie cose.
E per di più avevo sistemato la valigia di Ciro in meglio, tutto stirato e profumato. se c'era una cosa che non sapevate era che Ciro amava quelle cose, amava i suoi vestiti e soprattutto le scarpe, su quello era sempre lo stesso ragazzino. Sorrisi chiudendo il suo armadio che profumava peggio del mio, il suo odore era ovunque.
Il campanello mi fece tornare alla realtà, corsi subito giù convinta che fosse Ciro.
« Hey quanto tempo ci hai mess.. »
Smisi di parlare guardando la sagoma avanti alla porta di casa mia.

« Che ci fai qui? » dissi fredda, subito.
« Te spusat? » chiese con le lacrime agli occhi.
« Si. »
« Scus se non sono venuta.. avevo da fare. »
« Che cazz tenevi da fare? Cosa c'era di più importante di vedere tua figlia sposarsi? »
« Te spusat a nu cammurist Eva.. »
« Nun so cazzi tuoi. Il camorrista ha più amore e cuore di te e di quell'altro che siete miei genitori. »
Non avevo mai reagito così, ma dovevo farlo, ormai ero adulta, avevo la mia famiglia, non che loro non fossero più la mia, ma noi non siamo mai stati una famiglia.
« Il camorrista come lo chiamati tu.. se fatto tutta Napoli solo per trovarti questa.. »
Tolsi la collana dal collo mostrandogliela e subito percepì dai suoi occhi che aveva capito.
« La mia collana.. »
« Si, la tua collana. »
« Eva.. scus a mamma.. »
« Scusa non lo devi chiedere a me, ma al padre di tuo nipote. »
Ecco, questo era il regalo che Ciro ancora non sapeva. Lo sapevo da 2 settimane ma volevo che fosse una sorpresa per Ciro quando ci saremmo allontanati da lì.
Mi toccai la pancia ancora piatta e la guardai sbiancare di viso, non parlò ma per poco.
« Si na donna a mammá.. »
« E vist? Ma a differenza che io non ho bisogno di nessuno, se non di mio marito. E ij nun so come te, non ti chiudo la porta quando vuoi tua figlia con la sua famiglia stanno qua. »
La guardai annuire, stava piangendo, ma non sentivo niente, anche se infondo infondo sapevo quanto le facessero male quelle mie parole.
La vidi entrare nel taxi che l'aveva lasciata poco prima fuori alla porta e andare via senza nemmeno dire una parola, una soltanto.

Feci per chiudere la porta ma sentì la sua voce.
« Amo.. ma che stai facendo qua fuori? Chi è quella che  entrata nel taxi? »
Lo lasciai entrare chiudendo la porta e vedendolo poggiare le chiavi dell'auto sul tavolo mormorai.
« Mia madre.. »
« Mammt? E c vo? »
La sua espressione cambiò subito, come se volesse difendere qualcosa di suo. Poggiò le mani sul tavolo guardandomi.

 Poggiò le mani sul tavolo guardandomi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

« allo?? » chiese ancora.
« Voleva sapere se mi fossi sposata.. e gli ho dato la collana.. ti ringrazia.. »
Mentì, passando la mano sotto al naso, non volevo che odiasse mia madre, infondo vederlo salutare mia madre era una delle cose che volevo che succedesse.
Lo guardai annuire ma non ci credeva sicuramente, non potevo mentire a lui.

« Vabbuò.. hai preparato tutto? »
Annuì guardandolo.
« Stasera alle 22:20 teniamo il Jet.. »
Jet? Aveva davvero un Jet privato.. quante cose ancora non sapevo di lui. Forse ancora non avevo capito realmente chi fosse Ciro Ricci, conoscevo soltanto Ciro il mio Ciro.
Lo guardai avvicinarsi e avvolgere le braccia attorno al mio corpo, lasciò un bacio sulle mie labbra e spostò i capelli dal mio viso.
« Amo.. qualsiasi cosa dimmelo p favor.. »
Annuì sorridendogli appena e accarezzai le sue braccia guardandolo appena ricambiando il bacio
« Mo me lo vuoi dare questo regalo?? »
« Noo devi aspettare! »
Sbuffò e ciò mi fece sorridere. Sapevo che sarebbe stato felice, avevamo perso un bambino e questo sarebbe stata la nostra felicità.

Incondizionatamente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora