Carmela.

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Scesi dall'auto soltanto quando mi disse di farlo lui, infatti uscì dopo di lui chiudendo la portiera alle spalle e mi guardai attorno.
« Eh t chiamm ij! » lo sentì dire a Nicola dopo aver afferrato la mia mano iniziammo a camminare per Via Toledo, era strano camminare con lui, senza nasconderci, senza timore, anche se quel po c'era infondo infondo al mio cuore.

« stasera ho una sorpresa per te.. »
Girai lo sguardo a lui e poggiai la mano dietro la sua schiena quando lui appoggiò il braccio attorno alle mie spalle.
Non risposi, gli sorrisi semplicemente e sali un vico con lui, come non riconoscere i quartieri spagnoli, lui li aveva una seconda casa, o meglio era la seconda casa del padre. Un appartamento normale, non come quello che avevano a Posillipo.
« Andiamo n'attimo da papà gli do delle cose e poi andiamo a pranzo vabbuò? »
« Va bene.. » annuì sorridendogli quando la sua mano accarezzò la mia guancia e lo vidi entrare di un portone di un palazzo.

• CIRO•

« Pà!! Pietro!! » Urlai per farsi aprire tenendo la mano di Eva senza lasciarla un minuto.
Entrai notando Gianni e Cristian sotto al portone forse come piantone, era il loro turno sicuramente, mio padre li aveva una piazza e quindi si, era proprio il loro turno.
« Oh Cirù!! E tu che ci fai qua? » disse Gianni
« Ogni tanto m facc viv! Tutto apposto a voi? »
« Tutto apposto! E sta bella uaglion? » chiese
« E a femmina mij.. Oh Trattor!! »
urlai quasi notando Sasá un mio vecchio amico che chiamavano Trattore perché quando dormiva russava così forte da sembrate un trattore in moto, mi venne subito in contro abbracciandomi cosa che non esitai a non ricambiare.
« Tutt apposto Uaglio, ma mo quando torni a casa? »
« Natu poc Sasà.. »
Girai lo sguardo notando che Gianni e Cristian stavamo guardando Eva come se non ci fosse un domani e mormorai diventando Serio.
« Eja, turnat a faticà vuij ca e sold nun ve damm per niente. »
Infatti si voltarono subito e allungai la mano ad Eva che prese seguendo Sasá dentro da mio padre.
Era seduto sul divano guardando la Tv mentre più in là c'era Pietro e Pasquale che stavano contando quante bustine ci fossero in uno scatolone di scarpe.
Era questa la mia vita.
« Oh Papá ma t sto chiamando da ieri! »
« Uagliò a papá ho dovuto spegnerlo! Ciao Nennè » disse spostando il viso a Eva dietro di me che ricambio subito con un sorriso.
« Ma c sta succerenn? » chiesi vedendo le cose movimentato, ma mio padre mi fece segno di mandare Eva di la.

« Ciro! Vir c sta Carmela di la! »
Disse Pietro indicando il corridoio. Eva abbassò lo sguardo capendo subito.
« Mo c'è ne andiamo.. » le dissi a bassa voce, lei annuì semplicemente e si allontanò nel corridoio

• EVA •

Ammetto di aver paura. Avevo paura e non sapevo nemmeno il io perché ma avevo così tanta paura. Camminai piano per il corridoio e soltanto quando notai la luce accesa e la porta socchiusa mi avvicinai bussando appena.
« Eva, si tu? Tras.. »
« Ciao.. »
Sussurrai entrando chiudendo la porta alle spalle sentendomi subito dopo accanto a lei quando mi fece segno di sedermi sul letto.
« Chest'è a vita nostra, camma fa? Dobbiamo dire si, e ubbidire.. » capì subito perché ero lì.
La guardai per qualche istante e annuì semplicemente, non era quella la vita che volevo fare, ma non replicai.

« Tutto apposto con Ciro? »
« Si.. a te con Pietro? »
« Eva.. penz ca song incint.. »
« E quando glie l'ho dici? »
« Non lo so.. vuless ma ho paura.. »
« Ja che Pietro stravede per te, sarà felice.. »
« Grazie Eva.. »
Si avvicinò subito e avvolse il mio collo con le sue braccia, deglutì sorridendole e ricambiai il suo abbraccio.

Ci staccammo subito quando sentimmo dei botti, ma non erano botti normali, erano botti di pistola. Il mio pensiero corse subito da Ciro ma prima che potessi uscire Carmela afferrò subito il mio braccio.
« Nun ascì ca aropp avimm il resto.. »
Sentì diverse urla e deglutì sentendo gli occhi pizzicare, e soltanto quando le urla aumentarono anche Carmela lasciò la camera da letto con me.
Erano tutti fuori e uscì subito cercando con lo sguardo Ciro, il mio sguardo si abbassò nuovamente sull'asfalto.. uno di quei due ragazzi, quelli che prima stavano parlando con Ciro.. erano pieno di sangue steso a terra, mentre l'altro guardava infondo al cortile implorando di aprire il cancello per poter scappare.
Ma troppo tardi, un ennesimo botto e portai subito le mani alle mie orecchie togliendole quando quel ragazzo cadde accanto all'altro con una fronte perforata.

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