Si gelosa?

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• CIRO •

Si, molto spesso avevo voglia di vendetta, avevo voglia di vendicare il nome di mio padre, di vendicare ciò che aveva costruito con le sue mani senza l'aiuto di nessuno. Eppure poi mi basta pensare a lei, e ogni vendetta, pistola, sostanza..passa al secondo piano.
Era qui, ero qui con lei, e lei era tra le mie braccia e sembrava così dannatamente surreale, eppure era qui, e quel suo abbraccio era pura medicina.
Chiusi gli occhi stringendola sentendo il profumo, quel profumo che indossava dal primo giorno che l'ho vista Montale Cafè, l'avrei riconosciuto tra mille.
« Come stai? »  mi chiese staccandosi appena dalle mie braccia. Non risposi in realtà, allungai soltanto le mie dita sulla sua guancia spostandole i capelli scuri dal viso e accarezzai appena lo zigomo con le dita decidendo a rispondere.
« Mo sto bene Eva.. mo si..»
Restai a guardare i suoi occhi, i stessi da cinesina, come la chiamavo io, se solo non fosse di Napoli e non la conoscessi l'avrei scambiata per una di quelle ragazze che venivano da non so dove, in cerca della loro felicità.
Stavo resistendo così tanto, ma avevo un dannato bisogno di baciarla, di poterla sentire mia..
« Cì.. »
O la vá o la spacca, dovevo farlo.
Afferrai il suo viso caldo tra le mani e poggiai le mie labbra sulle sue. Ero tornato a vivere un attimo.

• EVA •

Deglutì quando le sue labbra furono sulle mie, per un istante esitai, sentivo la mia testa così confusa ma l'unica cosa che potevo decifrare era che lui era lì, e non mi dispiaceva per niente.
Chiusi gli occhi avvicinandomi appena a lui e decidi di ricambiare allungandomi appena alla sua altezza. Quanto mi era mancato solo Dio poteva saperlo.
Poggiai le mani sui suoi polsi che afferrarono il mio collo e sentì la sua lingua calda accarezzare la mia, forse l'ultima volta che toccai le sue labbra  non sapevo di quanto ne avrei avuto bisogno in futuro.
Decisi di staccarmi quando entrambi avevamo bisogno di respirare, alzai appena lo sguardo al suo e per un attimo entrambi ci guardammo negli occhi. Erano gli stessi occhi insicuri e sicuri allo stesso momento di quel giorno, di quel primo giorno All'IPM, un ragazzo minorenne assettato di vendetta, e adesso c'era soltanto un uomo.. cresciuto troppo velocemente.
Strinsi le sue dita e gli lasciai un bacio sulle labbra, uno a stampo. Lo vidi sorridere e ciò mi fece sorridere.
« Comm m si mancat Eva.. »
Allungai la mano alla sua guancia che accarezzai appena e mi allontanai da lui soltanto quando sentì la porta aprisi e la voce di Talita urlare "Sono a casa".

« Oh ma che stai a f..ciao.. » ci sorrise
« Oh Tali.. uhm.. lui è Ciro.. » lo indicai sorridendo appena mentre lui gli porse la mano che Talita strinse subito.
« Ah tu sei il famoso Ciro.. » la fulminai con lo sguardo e infatti lei alzò le mani. « Okay, vado a farmi una doccia. Avete già mangiato? » chiese
« No, noi usciamo. » risposi subito, si, mi infastidiva ancora, sentivo ancora la gelosia pervadere il mio corpo e la mia mente ogni volta che lui sorrideva a qualche sesso femminile che non ero io.
« Uhm, okay.. ciao Ciro è stata un piacere! »
« Ciao! » le sorrise mentre lei salì le scale e poi rivolse lo sguardo a me.

« Vabbuò ma puoi evitare di guardare eh?! »
« Ma cre si gelos? »
« No! »
Lo guardai ridere e per un istante dentro al mio stomaco scoppia di una gioia immensa, quella dannata risata, quel dannato sorriso.
« Ja jiammuncenn.. » sbuffai appena prendendo la giacca e la borsa facendolo uscire per prima e poi uscì io avvicinandomi alla macchina, e in men che non si dica eravamo lontani da casa e restai a guidare guardando avanti.
Avrei voluto guidare lontano, lontano il più possibile , lontano con lui.. ma decisi di guidare fino a dove spesso andavo quando mi sentivo sola.  Nel tragitto accesi lo stereo mente la sua mano si appoggiò sul mio interno coscia, non mi dava fastidio anzi, sorrisi appena e mi fermai al semaforo guardando il cellulare che era collegato allo stereo dell'auto.
« Mo mi fai sentire un pezzo di Nino D'Angelo? Si no miett a Liberato! »
« Ma quando ti modernizzi un po'? Siamo a Milano RICCI..» scandì il suo cognome
« Pecchè che tieni da dire su Nino e Liberato? »
Lo guardai e non riuscì a trattenere la risata, e anche lui perché rise dopo di me stringendo la mano sulla mia gamba.

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