« Allò? Che hai fatto in questi giorni? »
« Niente di che, te l'ho detto che la polizia mi ha fermata? La sera della discoteca con Terry »
Lo sentì subito ridere quasi divertito da ciò:
« A te? Eva Simeone? La ragazza perfettina ? »
« Come sei simpatico.. si a me.. e devo ringraziare a Dio che mi hanno lasciata andare, non ho nemmeno la patente.. »
« Tu mi fai morire Cinesì.. » disse ridendosela
« Stupido! » sbuffai spingendolo appena dalla spalla mentre si toccava appena il petto ridendo.
Feci la finta offesa guardandolo male e soltanto dopo decidemmo entrambi di andare in cucina e mangiare dei cornetti surgelati che lui la sera prima aveva scongelato con del succo di frutta alla pesca.
« Penso che dovremmo comprare qualcosa per qui..e intendo del cibo.. » lo guardai disgustata dal cornetto.
« O penz pur io.. » ridemmo entrambi.
Era strano ma tutto così bello, tutto così dannatamente sbagliato ma perfettamente bello.Il suo cellulare prese a squillare, e si allontanò subito dalla mia visuale, per questo mi tirai su dallo sgabello togliendo le cose che avevamo lasciato sul tavolo per fare colazione e quando smisi mi appoggiai al tavolo tenendo tra le mani il cellulare leggendo diversi messaggi che non visualizzai neanche, Ciro era lì, sarebbero rimasto tutto il weekend con me e non volevo per niente perdermi quelle ore che sapevano di libertà, mezza libertà.
« Eh pá, ti ho detto di sì, to giur.. lo farò.. »
Mi avvicinai piano alla porta che divideva la cucina e il salone, era in fondo al salone avanti alla finestra, indossava la sua canotta bianca da sopra ai pantaloni grigi della sua tuta ed era girato di spalle intento a discutere con suo padre di qualcosa. Chiusi gli occhi per un istante pensando a come sarebbe stato se tutta quella merda non circondasse Ciro.. ma purtroppo tutto ciò era così, e se volevo che lui restasse nella mia vita dovevo accettare qualsiasi cosa, anche la vita che si era scelto di seguire, se l'aveva scelta lui.
« No pá, sto cu Eva a casa nostra.. si Nicola sta semp facenn il suo lavoro o sacc, m fa piacere.. vabbuò papà io ti stacco. Cia pá! A staser »
Mi spostai dalla porta tornando vicino al tavolo quando notai lui voltarsi per tornare in cucina e tornai a guardare sul mio cellulare sentendolo entrare.« Piccerè.. che c'è? » lasciò un bacio sulla mia testa.
« Niente.. » sussurrai girando il viso a lui.
« Damm nu poc stu telefn dá.. » fece segno di voler il mio cellulare e alzai un sopracciglio.
« E perché? »
« Ma commè non posso guardare il telefono ra nammurata mij? » chiese rimanendo dietro me.
Annuì semplicemente porgendogli il cellulare che mi aveva chiesto e lo guardai:
« Tieni pure il codice? »
« Oh..ma che sto sulla questura? »
Mi guardò in malo modo, avrei notato quello sguardo omicida anche da 10 metri di distanza.
« 12-04-21 » sussurrai a bassa voce.
Ma nel mentre cliccava le sue dita sul mio telefono alzò subito lo sguardo verso di me.
« Il 12 aprile è quando l'abbiamo fatto per la prima volta » sorrise appena e restò a guardare il mio telefono pronto a dire subito qualcosa ma lo feci io guardandolo con le mani sul tavolo.
« E alle 12:04 della settimana dopo mi hai fatto promettere di aspettarti e che quando sarebbe tutto finito mi avresti sposata. » forse lo dissi a bassissima voce, per pura della sua reazione, ma non paura, timore che avrebbe cambiato idea di noi da un momento all'altro.
Lo guardai poggiare il cellulare sul tavolo e passare la mano nei capelli ricci non sistemati dal solito gel e scombinati dalla mattina, si spostò dal suo posto poggiando la mano sul mio fianco facendo in modo che mi voltassi e mi tirò su facendomi sedere sul tavolo, ero alla sua altezza, restai a guardarlo rimanendo in silenzio, un silenzio che venne interrotto dalle sue parole.
« Eva.. io ti sposo. Tu sei la donna mia. »
Allungai la mano alla sua guancia accarezzandola appena col pollice e lui poggiò subito le labbra sulle mie tenendo le mani sulle mie gambe scoperte.
Salì piano su e infilò le sue mani calde nella sua maglia che indossavo, lasciò le mie labbra e senza prendere fiato le poggiò sul mio petto nudo.
Chiusi gli occhi beandomi dei suoi baci e stringendo tra le dita quei capelli ricci e profumati di cui andavo matta, ma che lui non sopportava. Fece in modo che le mie gambe si intrecciassero al suo bacino e camminò fino al divano dove si sedette lasciando che potessi rimanere seduta su di lui, non perdemmo entrambi molto tempo, perché eravamo su quel divano per niente scomodo a rifare l'amore, quello che ci era proibito fare ogni volta che volevamo.« Ciro.. »
Sussurrai sentendo calore al basso ventre dal troppo piacere, strinsi la mano destra sul divano e l'altra accarezzai la sua schiena con le unghia senza fargli del male.
Le sue labbra baciavano le mie e le sue spinte erano sempre più intense e profonde.
Amavo fare l'amore con lui, amavo vederlo sudato e amavo quando non lasciava per un istante le mie labbra come se fossero calamite, non c'era tanto da capire se non che.. ero fottutamente innamorata.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...