•CIRO•« Ua uagliu magg scurdat o telefn a casa.. »
« Eh oh si è chiammà a mugliert la chiami dal mio telefono statt tranquill. »
« No Eduà nun è pe chest tant sta spento.. »
« E cre oh? »
« Teng tutt cos aind.. cose che Eva non sa. »
« Ja Cirù nun fa o scem.. »
« Agg mai pazziat ? »Guardai lo sguardo di Edoardo cambiare, se c'era qualcosa che ci faceva diventare nemici era quando io mi comportavo male con Eva. Lui non sopportava ciò, era un po' come se la proteggesse, come se fosse il fratello maggiore che non aveva.
Sospirai appena sistemandomi la maglia prendendo la casacca gialla pronti per iniziare quella partita che poche ore prima avevamo deciso di organizzare, ma l'unico scopo era di organizzare quella partita per ammazzare uno degli avversari. Gennaro Vitaglieri, quello che cercava di prendere da settimane la piazza che avevo appena "battezzato" al vomero.
Sospirai appena passando le mani nei capelli e mi tirai su dalla panchina infilando la casacca e avvicinandomi al campo sentendo i ragazzi dirmi qualcosa, ma non ero in me, non riuscivo nemmeno a capire cosa stessero dicendo in realtà. Avevo fumato si o no 4 canne da quando eravamo arrivati in spogliatoio.• EVA •
Ciro anche quella sera era uscito con i suoi amici "Amo è na partita e calcetto stai tranquilla" aveva detto per far sì che anche quella sera rimanessi tranquilla al mio posto. Avevo appena smesso di videochiare con Teresa e stavamo parlando dell'accaduto in auto tra me e la Ricci.
Sospirai appena alzandomi e guardai l'orario al cellulare: 22:30, sbadigliai appena e pensai che non avevo nemmeno cenato perché Ciro era andato via verso le 19:00 e spesso mangiare da sola mi annoiava, per questo facevo magiare Nicola con me. Nicola era davvero un uomo eccezionale oltre al fatto che stesse ai comandi di Ciro, era un uomo sulla cinquantina e spesso nei consigli che mi dava sembrava un mio papà.
Sospirai appena guardando la pizza intatta sul fornello chiusa ancora nella scatola e legai appena i capelli in una coda bassa poggiando la mano sulla pancia quando sentì la piccolina scalciare. Sali in camera e decidi di farmi una doccia veloce.Uscì dal bagno soltanto quando finì di asciugare i miei capelli e tornai in cucina cercando una mollettina per fermare le due ciocche ai lati.
Sospirai appena avvicinandomi al mobile e notai il cellulare di Ciro su quest'ultimo.
Strano, non l'aveva mai dimenticato.
Se c'era qualcosa che non facevo negli ultimi mesi o meglio da quando ci siamo sposati era guardare il suo cellulare, o meglio a casa quel cellulare spariva. Allungai la mano a prenderlo e notai che era scarico, mi avvicinai al suo comodino infilando lo spinotto del caricatore nel cellulare e subito si accese.
Arrivarono più o meno una ventina di messaggi, tra cui anche tre ragazze; una era Rosa ovviamente, l'altra Carmela che gli diceva che Pietro aveva perso la scheda del telefono è l'ultima chat era una certa Gaia. Gaia? Non conoscevo nessuno con quel nome.
Entrai nella chat ma non c'era nulla, se non una foto che lei mandava a lui:" Allò che ne dici, la posto? "
E lui che ancora non aveva risposto. Ovvio, aveva il telefono a casa, che stupido.
Sospirai appena passando le mani sugli occhi chiusi cercando di non innervosirmi ma era troppo per non farlo.
Mi tirai su infilando le Nike ringraziando al mio pancino che potevo ancora riuscire ad infilarle da sola e sistemai il pantaloncino sotto ad una canotta bianca e un giacchetto a quadri rosso.
Nel mentre sistemavo i capelli notai altre chat nel gruppo dei ragazzi:" Uagliu ma chi vo pazzià a pallon"
Vocale di Ciro: " Facc e cazz, agg accir'r a Gennaro ancor le capi?"
Rispondeva ad un messaggio di Milos nel gruppo.
Che cazzo aveva in quella testa? Perché Ciro continuava ad avere mille personalità? Lui quando usciva fuori dalle nostre mura di casa era totalmente un l'altra persona.« Terè.. dove stai? »
« Sto andando al campetto dai ragazzi Edo mi ha chiesto di andarci, ho lasciato Ciro da mamma! »
« Sto arrivando. »
« Ma è successo qualcosa? »
« È succiess ca Ciro l'ho ammazzo con le mie mani. »
Staccai la chiamata e scesi velocemente le scale arrivando al cortile fuori chiedendo a Nicola di accompagnarmi al campetto e dopo le mille storie che Ciro se la fosse persa con lui lo convinsi.Stavano giocando, erano nel campetto e chiusi appena la giacca avvicinandomi a Teresa che era vicino alla rete guardando suo marito.
« Terè.. »
Mi guardò subito e preoccupata dalla sua voce mi sussurrò a bassa voce per non farsi sentire.
« Ma che sta succedendo? »
« Mo vir. »
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...