Molto spesso dimentichiamo qualcosa, e quel qualcosa è l'amore.
Dimentichiamo che l'amore è qualcosa di unico, l'amore ti mantiene su ogni cosa, e soprattutto è la base di ogni cosa.
E sapevo che ogni ragazzo, ogni ragazzo o ragazza di quell'IPM cambierebbe se qualcuno gli darebbe un po' d'amore, il vero amore. Perché di solito esistono tanti amori, quello a convenienza, quello strano, scettico, eppure sono del parere che quello non è assolutamente amore, amore è altro.
Amore è quando guardi quella persona e sai che vivi per quella persona, l'amore è anche saper aspettare con pazienza e con coraggio che arrivi, senza cercarla.Sono passati ben 5 giorni da quel brutto incidente, chi se lo aspettava che Ciro, Ciro Ricci, avrebbe detto grazie a qualcuno, e quel qualcuno era il comandante.
Era molto diverso, sembrava un'altra persona anche se ogni tanto i suoi momenti c'è li aveva, quel codice non l'avrebbe mollato nemmeno sotto tortura, anche se spesso mi mostrava il suo desiderio di essere Ciro, un ragazzo normale come gli altri, e non Ciro il figlio del boss di Napoli.
Il problema era che per me restava Ciro, un ragazzo ribelle che forse non ha mai avuto realmente ciò che voleva dalla vita, e soprattutto non ha mai potuto scegliere anche se infondo diceva che amava quella vita che gli apparteneva.« Principè, cosa stai scrivendo? »
Alzai subito lo sguardo chiudendo il diario bianco girando il viso a lui e gli sorrisi.
« Hey.. niente appunti di Scienze.. come ti senti? »
« Amo ma nun t sfasterij e studià sempre? »
« Eh no.. » soffiai una risata.Lo guardai sorridere e passai una mano nei propri capelli evidentemente ricci e gli sorrisi.
« Ma dove li nascondi sti capelli ricci tu? »
« Nun me fa penzà.. nun e sopport! »
« Ma stai bene.. »
« Ma quand mai.. »
Sorrisi scuotendo la testa guardandolo e mi tirai su dalla sedia lasciandogli un bacio sulla guancia e feci per allontanarmi.
« E crè? Sono un bambino? »
« Mi scusi adulto.. »
Guardai la sua mano tirarmi a lui e la mia risata venne interrotta da un suo bacio che ricambiai allungando la mano sinistra sulla sua guancia mordendomi appena le labbra quando ci staccammo soltanto pochi minuti dopo.
« Ma quando vai a casa a riposare un po' »
« Sto bene Cì.. »
« Amo, eja vai! Tranquilla tanto mi hanno pure messo il bodyguard qua fuori.. »
Lo guardai scuotendo la testa cercando di non ridere, gli avevano messo un piantone di guardia fuori alla porta, per quanto stesse per morire ma era sempre un.. camorrista come lo chiamavano loro.
« Va bene, okay.. Ma tu sicuro che ti senti bene? »
« Eva.. sto bene, stai tranquilla.. Vieni qua dammi un'altro bacio! »
Annuì subito avvicinandomi a lui e lo baciai poggiandomi appena con le mani sul letto cercando di non fargli male mentre le sue mani afferrarono il mio viso sentendo soltanto dopo il sapore perfetto della sua lingua.
Durò molto più del dovuto perché entrambi facevano fatica a staccarci, soprattutto lui, perché quando mi staccai girandomi appena notai che si toccò la patta dei pantaloni e ciò mi fece sorridere e anche lui se ne accorse.
« Si proprij na stronz »
Soffiai una risata scuotendo la testa prendendo la borsa e la giacca e feci per uscire.
« Eva.. »
« Mh? » mi voltai
« Niente.. » sorrise
Sorrisi guardandolo e uscì dalla camera chiudendo la porta alle spalle salutando con la testa la guardia e lasciai l'ospedale cercando le chiavi della mia Smart.
Era strano lasciarlo lì, e sapevo pure che tra un paio di giorni sicuramente sarebbe uscito da lì. Era così strano tutto, eppure stare con lui era l'unica cosa che contava per me.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...