" Alla più bella ragazza di Napoli,
Alla ragazza più carina e simpatica di questo piatente. Buon 19ensimo compleanno. "Sorrisi leggendo quel piccolo bigliettino attaccato al muro dell'entrata dell'ospedale dove lavoravo da almeno 1 anno. Qui a Milano era tutto diverso, una nuova vita più o meno. Questa era stata sicuramente una genialità di Talita, una ragazza che divideva l'appartamento con me in centro.
« Dai ma siete impazzite? »
« È il tuo compleanno e ci ringrazi così? »
Soffiai una risata quando le con una torta tra le mani e delle candeline da spegnere, che soffiai soltanto quando smisero di cantare.
Salutai dei miei colleghi velocemente pronta a lasciare l'ospedale.• CIRO •
Ero fuori da ben 2 mesi, l'odore della libertà era troppo strano, cercavo di tenermi lontano dai guai, eppure se ero fuori dovevo soltanto ringraziare la direttrice, Punto e Virgola si era messa con la testa e il pensiero per tirarmi fuori di lì, avevo avuto un cambiamento enorme, la morte di mio padre era stato il fiocco che aveva chiuso quel regalo perfetto in quei due anni, avevo esplicitamente chiesto a mio fratello di padre il mio posto per un po', avevo bisogno di allontanai, stare un po' tranquillo. Anche se sapevo che non sarebbe mai stato così.
Avevo 20 anni ormai, ero un uomo e dovevo prendermi le mie responsabilità, ero riuscito a finire la mia pena quasi tutta nell'IPM, Edo era uscito molto prima di me, e anche i miei amici, solo Totò dopo aver ammazzato Nina la fidanzata del Di Salvo.. era chiuso a Poggioreale.
Ero cambiato un sacco, la mia vita forse era cambiata un sacco, anche se le abitudini erano sempre le stesse, seppur cercavo di allontanarmi ero sempre quello infondo, quel Ciro, quel ragazzino ribelle.
Erano passati due lunghi e interminabili anni da quando non l'avevo più vista, da quando l'amore della mia vita era andata via e mi ero ripromesso che una volta fuori l'avrei cercata ovunque, non potevo lasciarla andare. Eva era Eva. Era era l'amore che mi aspettava oltre tutto, Eva era l'unica cosa che mi rendeva vivo.« Oi Cì, ma che ci facciamo qua a Milano? Parimm e frat do cazzz.. manco italiano riusciamo a parlare! »
Lo fulminai con lo sguardo mentre lasciava la mano di Teresa seduti fuori ad un bar di Milano che nemmeno conoscevo il posto.
« Uagliù non la sento da una settimana sospetterebbe se la contatto chiedendogli "dove lavori" » disse proprio quest'ultima.
« Terè la contatti dicendo che la vuoi incontrare e che sei qua per lavoro, poi prendi appuntamento e ci vado io al tuo posto.. ja p favor.. »
La guardai annuire e sospirare mentre voltai lo sguardo a Milos, si.. mi ero portato dietro Edo, Teresa e Milos.. giusto per non sentirmi lontano da casa.
Girai lo sguardo ad Edo per fargli segno di darmi l'accendino ma come suo solito per rompermi le palle e prendermi in giro l'accesse lui.« Ragazzi.. »
Spostammo tutti lo sguardo verso Teresa.
« Io penso che non è tanto importante contattarla.. »
Alzai un sopracciglio spostando i capelli dal viso e tirai lo sguardo su guardandola ferma avanti al bar immobile, cazzo se era cambiata, e quanto cazzo era bella.
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Incondizionatamente.
FanficVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...