Quella notte forse era stata la notte più lunga della mia vita, quella sensazione di essere seguita continuavo a sentirmela addosso. Eppure erano passati tre giorni da quella sera, e ogni sera quando il sole andava via avevo quella paura tremenda, ma sapevo perfettamente che non era da me.
Avevo sentito Ciro poco, ecco perché quel giorno che era in uscita eravamo nell'IPM ad aspettarlo, e io davvero non sapevo come comportarmi, anche se dovevo fare la parte indifferente, sapere che quei giorni al suo fianco c'era stata un'altra ragazza che non ero io mi divorava, e per di più lui non mi aveva nemmeno cercata se non per dirmi "È meglio che stai lontana da me. " . L'avevo fatto io quella notte da mia mamma, gli avevo chiesto come stesse e dopo le sue risposte fredde non l'avevo più sentito.
Ero in mensa seduta con Teresa che continuava raccontarmi il sabato che aveva trascorso con Edoardo, mentre i ragazzi/e erano tutti in cortile a giocare tra di loro.
« Ti giuro è stato bellissimo Eva.. »
« Sono felice per voi.. »
Gli sorrisi guardandola stringendo tra le mani il solito cappuccino della quale non ne potevo fare a meno ogni mattina.
« Tu tutto bene? Ti senti ancora così? »
« È strano Ter.. sembra che abbia paura della sera.. e spesso non vorrei nemmeno uscire. »
« facciamo una cosa.. domani sera c'è ne usciamo io e te, andiamo a ballare, ti va? »
La guardai per qualche istante e poi annuì sorridendole appena, ma prima che parlasse si sentì un baccano immenso fuori.« Teresa, puoi venire un attimo in studio? »
Paola la direttrice chiamò Teresa che andò subito dopo avermi salutata e io mi alzai avvicinandomi alla finestra abbassando lo sguardo notando tutti avvicinarsi alla macchina dove stava scendendo.. Ciro. Deglutì restando a guardare e i ragazzi lo abbracciarono quando Lino gli tolse le manette.
« Uagliù fate piano però! »
Urlò quasi Lino mentre lo lasciarono in cortile e i ragazzi gli saltavano addosso, ciò mi fece sorridere ma smisi di farlo quando lo notai che scambiò degli sguardi con Edoardo e poi alzò lo sguardo alla finestra della mensa, lo guardai senza muovermi di un millimetro e anche lui fece la stessa cosa, finché decidi di lasciare la finestra scendendo giù nei corridoi e arrivare in infermeria a passo veloce, ma mi fermai soltanto quando le mie spalle toccarono il muro gelido affianco alla porta dell'infermeria.
Chiusi gli occhi mettendo le mani sugli occhi e entrai in infermeria chiudendo a chiave sedendomi sullo sgabello. Era tutto così dannatamene difficile, ma dovevo uscire da quella stanza e prima o poi avrei dovuto affrontare nuovamente il suo sguardo.
Mi tirai su dallo sgabello prendendo la giacca e la borsa uscendo a passo veloce verso lo studio della direttrice ma non c'era.
« Beppe.. la direttrice? »
« Eva.. vedi è nella stanza della musica..»
Annuì sorridendogli per ringraziarlo e uscì nel cortile per poter proseguire nella stanza della musica, fu lì che tutti si aspettavano forse che sarei andata a salutarlo, ma rimasi con lo sguardo basso alzando soltanto quando sentì la sua voce:
« Eva.. »
Non mi voltai, restai ferma girata di spalle mentre lo sentì avvicinarsi e soltanto dopo mi voltai. Alzai lo sguardo guardandolo ma evitando i suoi occhi scuri, della quale ne andavo matta.« Possiamo parlare? »
« Non dobbiamo dirci niente Ciro. »
« Secondo me si. »
« Sparagnatell sti strunzat che stai per dire. »
« Eva.. tu nun e capit io lo faccio per noi. »
« A te non te ne frega un cazzo di noi Cì! »
« Pienz ca over nun m n fott e te? »
« Si. Lo penso, tanto mo è tornata la tua fidanzatina, c cazz vuo a me? »
Feci per andare via ma la sua mano, quella che non mi toccava da più di 5 giorni afferrò con forza il mio braccio trascinandomi contro al muro dietro al corridoio.
« E statt ferm! » lo spinsi appena.
« Tu nun e capit nu cazz e me. Chi t la itt e Alessia? » alzò la voce contro il mio viso.
« Nisciun, m la itt ess fuori all'ospedale. » non avrei mai detto che era stato Edo.
« Nun m n fott nu cazz e ess Eva.. » Poggiò le mani sulla parete affianco alla mia testa e continuò.
« Tu e sta lutan a me perché io so troppo pericolo so per te, tutto quello che mi circonda tu non lo devi conoscere, le capit o no? »
« Ma vafancul. »
Feci per andare via ma nuovamente mi tirò, ecco perché lo spinsi dal braccio andando via a passo veloce senza nemmeno chiedere permesso alla direttrice entrai nella Smart lasciando l'istituto.
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Incondizionatamente.
FanficVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...