• CIRO •
" Ascolta. So che hai un casino in testa e sei sempre indecisa, un giorno vuoi questo, un'altro vuoi quello, il successivo non lo sai più nemmeno tu. senti, io non ti voglio dire cosa fare e ne tantomeno cambiarti, volevo soltanto ricordati che è normale avere periodi di merda, che non può essere sole tutto il tempo e che qualche volta sarà luna, lo sarai tu, che ti sembrerà di crollare il mondo sulle spalle fragili e crollerà; perderai di vista i colori i colori più belli e pieni di vita perché il nero prenderà il sopravvento. è normale, e so che non te ne frega lo sia, che vorresti soltanto evitare questi momenti, però sai, sono inevitabili e quanto puoi fare è rimboccare le maniche, resistere e combattere. Ascolta, le mie parole saranno qua ogni qualvolta ti serviranno, forse non è molto ma spero possano darti una mano. Ascolta, ora però fallo un bel sorriso, oggi c'è il sole, ci sei tu e io ti voglio felice. Una sigaretta la vuoi? Ho il pacchetto nella tuta, la prendo io tranquilla, tu intanto inizia a sorridere. Che mi fai un po' di luce in queste celle buie. "
Alzai lo sguardo guardandola dormire sul nostro letto, dormiva come se non ci fosse un domani, ed era così bella. Sorrisi stringendo tra le dita una delle mille lettere che non gli avevo mai dato, quando eravamo All'IPM. In realtà ricordo Edoardo che spesso mi chiedeva cosa stessi scrivendo, e gli dicevo "Pe ess Edoá" pure se non glie le avevo mai mandate.
Chiusi il foglio tirandomi su dalla sedia che c'era fuori al balcone della stanza da letto e mi avvicinai al mobile mettendo la lettera nella cassetta dove nascondevo le mie cose, la chiusi infilandola nel mio armadio e chiusi quest'ultima guerendo l'ora.
Adesso la mia proprietà era sposarla, ed essere felice con lei, volevo provare ad essere un uomo migliore, iniziando dalle cose che avevo fatto in passato anche se era tutto strano per me.
La perdita del nostro bambino aveva segnato molto entrambi, anche se sapevo che la colpa era solo e soltanto mia.« Che ci fai già sveglio..? »
La sua voce mi fece tornare alla realtà e le sorrisi appena passando la mano nei miei ricci mettendomi al suo fianco sussurrando.
« Ti va di parlare un po'? »
« Di cosa? »
La guardai e per un istante pensai a quanto avessi bisogno di sapere la realtà sul suo passato, su lei, su tutto. Era la mia donna ma certe cose non riusciva nemmeno a dirmele.
Capì, perché si alzò appena dal busto coprendosi il petto nudo dalla notte passata insieme e la sentì parlare passando la mano sugli occhi.« Non c'è tanto da sapere Cì, ho iniziato a lavorare nell'IPM perché avevo bisogno di soldi, oltre al fatto che mi piacesse studiare. Vivevo nei quartieri spagnoli dove c'è la chiesa di Santa Maria Francesca, dove spesso passiamo insieme.. I miei genitori hanno divorziato quando io avevo 8 anni e da quel momento ho sempre vissuto in quel piccolo appartamento con mia madre, i miei nonni sono scomparsi quando ero più piccola e avevo capito che dovevo imboccarmi le maniche e aiutare quando a 10 anni e mezzo ero in quinta elencare e i miei amici a scuola portavano la merendina e io no.
Dopo la scuola aiutavo mia madre a lavorare nelle case della gente, e spesso mi davano qualcosa anche a me, fino a che ho compiuto 16 anni, volevo studiare e lavoravo nel bar a Foria.. e aiutavo mia madre a pagare l'affitto, e a comprare i libri per la scuola. »Per un istante mi sentì fortunato in tutta la mia vita e mi incolpavo di non averla conosciuta prima, eravamo a pochi passi e non conoscevo questo bellissimo viso che tra un po' era mia moglie. Mi allungai a lei baciandole la mano che intrecciai ascoltandola decidendo di rimanere in silenzio.
« Un Natale il capo del bar mi diede la doppia è così decisi di regalare a mia madre una collana oro con tutti i miei risparmi. E quando la vide era così felice che si scusava per non avermi fatto nessun regalo, però quella collana non si è trovata più e solo un anno dopo ho scoperto che mia madre vendette la collana perché mio padre aveva debiti con delle persone di li.
Col passar degli anni le cose non sono cambiate tanto tra noi, ho iniziato a lavorare nell'IPM e per me le cose sono iniziate ad andare bene, ma mia madre ad oggi continua a fare la sua vita, infatti quando andai a prendere l'abito per la cerimonia a te ebbi la conferma che ha ripreso a prostituirsi e mio padre mi ha chiesto altri 200€. »Era davvero tutto questo che mi aveva nascosto e io sapevo che l'aveva nascosto soltanto perché ne aveva vergogna, ma la colpa non era sua.
Avvolsi subito le braccia attorno al suo corpo coperto dal lenzuolo e gli baciai il viso più volte accarezzandole il fianco.
« Amo, ma pecchè nun m le itt prima tutte queste cose? Lo sai che non devono essere i segreti tra me e te! »• EVA •
Avevo davvero detto tutta la verità a Ciro, quella mattina sembrava che qualcosa tra noi era cambiato, come se il nostro rapporto si fosse stretto ancora di più, chiusi gli occhi beandomi dei suoi baci e delle sue carezze e scossi la testa quando lo sentì chiedere perché non glie l'avessi detto prima. Semplicemente perché mi vergognavo di tutto ciò.
« Amo.. tu nun e ra nemmeno più un centesimo a tuo padre, lo sai meglio di me quello che fa con i soldi, e a tua mamma.. se vuoi ci pensa la mia famiglia.. »
Mi ero promessa di non dare più soldi a mio padre e Ciro aveva capito anche lui cosa ne facesse con quei soldi, annuì appena scuotendo la testa subito in un no quando parlò di mia madre.
« No, sarà lei a chiedere aiuto se vuole. »
Si limitò ad annuire e baciare le mie labbra.
Il passato mi divorava giorno dopo giorno, ma sembrava che da quando mi ero aperta con lui il peso sulle mie spalle fosse un po' di meno.
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Incondizionatamente.
FanficVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...