Permesso.

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• Ciro •

Erano giorni che mi frullavamo miliardi di cose in testa, mio padre, mio fratello, i carichi, e tutto.. sembrava che prima o poi la mia testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro eppure dovevo portare al termine il mio compito, avevo promesso a mio padre un codice e non posso rinnegarlo ne mo ne mai.
E poi c'era lei, Eva, forse l'unica che mi faceva distrarre da ogni cosa, ma che dico forse?! Era così, quando stavo con lei era come se il mio cognome lo dimenticassi e per quelle ore fossi solo Ciro, un ragazzo normale di Napoli, che forse sta cercando di provare qualcosa di serio per una ragazza di qualche periferia.
Erano passati un paio di giorni da quando lei mi disse che l'ex il suo cazzo di ex continuava a comandarla, e l'unico mio pensiero era sfogare addosso a lui qualche giorno di questi, e quel giorno era questo giorno.
Avevo preso permesso per ben 5 ore, tutto questo grazie al cagnolino di Lino, il mio poliziotto se posso definirlo cosi, mi ero portato dietro pure Edoardo, e in men che non si dica avevo tutte le informazioni su questa faccia di cazzo.

« Uhm.. Fratellò! »
Dissi cercando la sua attenzione scendendo dal mio SH dove ero seduto dietro Edo.
« Sei tu Jacopo? Jacopo Tarmino? »
« Chi si tu? »
« Nun m sai? »
« C cazz vuo? Ti credi ca me metto paura? »
Soffiai una risata girando lo sguardo ad Edoardo ancora seduto sul motorino ad aspettarmi.
« Eduá, nun se mett paura o uaglion.. »
Ridendo girai il viso a lui e afferrai la giacca:

« Mo e capit chi sono? »Rimase steso sull'asfalto toccandosi la bocca e il naso senza fiatare e ne approfittai per tirargli un calcio al fianco

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« Mo e capit chi sono? »
Rimase steso sull'asfalto toccandosi la bocca e il naso senza fiatare e ne approfittai per tirargli un calcio al fianco.
« A prossima vot pensa a quello che fai, ah.. sta luntan da Eva, ci siamo intesi? »
Lui annuì subito e per un istante sentì tutta la rabbia in corpo, cercai di non fare danni e feci per allontanarmi.
« Chell è sol na grande Puttana, solo con te poteva appararsi. »
Tirai subito la pistola fuori dalla tasca posteriore dei miei jeans e sparai senza pensarci contro la sua gamba. Uno, due, tre.. mi fermai soltanto quando Edoardo spinse appena il mio braccio per farmi salire sul motorino, deglutì appena passando le mani sul viso.

•EVA•

Avevo saputo che qualche ragazzo aveva avuto il permesso ma non sapevo chi di preciso, ero impegnata ad aiutare Pino col suo cagnolino, o almeno ci provavo visto che non ero una veterinaria.
« Eva.. ma secondo te starà bene? »
« Pì stai tranquillo, non ha nulla di grave! »
« Si o dice tu.. »
Gli sorrisi facendo segno di poter prendere il cagnolino e infatti prima che lasciasse la stanza:
« Grazie mille Eva! »
Gli sorrisi intrecciando le braccia al petto e mi appoggiai allo stipite della porta guardando i ragazzi camminare nei corridoi.

« Oh Nad.. »
« Ue Eva.. come stai? »
« Sto bene.. ma sai chi è che ha avuto il permesso? »
« Edoardo, Totò, Ciro e Carmine mi pare, perché? »
« No così, pensavo anche qualche ragazza perché devo dare delle fiale a Kubra per il cagnolino da dare a Pino che ho dimenticato.. »

Mentì spudoratamente infatti lei sorrise in modo come per dire "perché vieni a dirmi le cavolate?"
Sorrisi appena abbassando lo sguardo e lei accarezzò il mio braccio allontanandosi.
Eppure quella giornata mi era così strana, forse era proprio vero, l'istituto senza Ricci che rompeva le palle ad ogni anima viva era vuoto.
E cazzo, forse stavo sentendo la sua mancanza ma non doveva succedere, ero lì per lavoro anche se era imbarazzante dire tutto ciò dopo le cose che abbiamo fatto insieme.
Sospirai appena chiudendo la porta alle mie spalle dell'infermeria e camminai nel corridoio uscendo dal cortile.

Incondizionatamente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora