La notte.

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La festa era perfetta, ogni cosa era curata nei minimi dettagli e non potevo esserne più che felice, stavo ancora conservando il regalo che avevo "fatto" a Ciro per quando saremmo stati da soli, regalo che Teresa soltanto conosceva.
Ciro era felice, non lo vedevo così tranquillo e spensierato da mai forse, o l'unica volta che l'avevo visto così spensierato era tempo fa ma non ci credevo molto.
Stava ridendo con i suoi amici, i suoi soliti amici dell'IPM, quelli di sempre.
« Cinesii mo ven'n e brasiliane per Ciro! » urlò Totò sotto le risate dei ragazzi.
« Si così divorziamo da un ora dal matrimonio! » urlai come risposta ridendo appena stando seduta vicino alle ragazze spostando appena il vestito per far passare qualche bimbo lì presente.

« Credo che non ti abbia mai visto così felice! »
« Lo credo anch'io.. »
Sorrisi alzando lo sguardo alla voce di Naditza pronta a scusarsi e lasciare il tavolo correndo dal suo epico ragazzo, Filippo.
Il fatto che ci mancasse Carmine mi dispiaceva un sacco, non sapevo perché non era venuto ma me lo aspettavo, stava soffrendo come un cane dopo la morte di sua moglie Nina, e solo al pensiero che forse c'entrava qualcosa Ciro mi faceva rabbrividire.
Girai lo sguardo infondo alla sala guardando Ciro parlare al telefono vicino al nostro tavolo e staccare dopo poco, era pensiero o forse stava pensando a qualcosa di insolito.

Girai lo sguardo infondo alla sala guardando Ciro parlare al telefono vicino al nostro tavolo e staccare dopo poco, era pensiero o forse stava pensando a qualcosa di insolito

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Mi tirai su tenendo appena il vestito e camminai fino al tavolo avvicinandomi a lui.
« Oh vita mia.. » disse vedendomi
Sorrisi e mi abbassai a lui siccome era seduto ancora alla sedia e gli lasciai un bacio sulle labbra

« Che c'è è successo qualcosa? »
« No amo tranquilla, oggi voglio pensare solo a noi, è il nostro giorno. »
Si tiró su e prese il mio viso nelle sue mani calde, lascio più baci a stampo e l'ultimo non fu a stampo ma ci staccammo soltanto quando partì una canzone era quella che spesso cantavano insieme in auto, quella che in un brutto periodo lui mi dedicò "Me chiamm ancor ammor. " quella canzone era bellissima.
« Vieni ja.. »
Alzai lo sguardo a lui seguendolo, era strano, il Ciro di prima non avrebbe fai fatto una cosa simile.
Lo segui sorridendo e iniziammo a ballare sotto lo sguardo di tutti, ma vi giuro, per me c'eravamo solo noi due e anche per lui.

« Rimme pecchè me chiamm ancor ammor.. »
Sorrisi scuotendo la testa sentendolo cantare al mio orecchio e accarezzai la sua nuca con le dita.

•CIRO•

Vi giuro che ero al settimo cielo, Eva era mia moglie e non potevo desiderare cosa più bella di questa. Era solo l'inizio per noi.
Il nostro giorno era perfetto, avevo ringraziato mia cognata Carmela per avermi aiutato, e soprattutto ero fiero del fatto che Eva non si fosse stancata e stressata per questo matrimonio.
Per ultimo Eva mi stupì, perché mi fece arrivare una torta enorme per il mio compleanno, non se ne era dimenticata, oltre il nostro matrimonio non si era dimenticato che era il mio 21esimo compleanno.

Stavamo salutando gli invitati e potevo notare la stanchezza di Eva della giornata, era ancora bellissima, indossava il suo vestito e aveva sciolto i capelli. Non potevo chiedere di meglio.

•EVA•

« Amo c'è ne andiamo? Tant so ver Nicola a portare tutti i regali a casa. »
Annuì semplicemente e presi la borsetta con le ultime cose seguendolo fino all'uscita dove 10 minuti dopo fummo a casa perché Ciro aveva corso come un pazzo per tutta Napoli.

« Un malato di cuore in macchina con te non può salire. »
Quasi urlai sbuffando intrecciando le braccia al petto entrando in casa cercando di spacciare quel vestito che non vedevo l'ora di togliere.
« Ja fa poco la scema, so tropp fort! »
Se la rideva come un stupido mentre si appoggiò allo stipite della porta della stanza da letto

« Ja fa poco la scema, so tropp fort! »Se la rideva come un stupido mentre si appoggiò allo stipite della porta della stanza da letto

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Lasciando uscire del fumo dalle sue labbra.
« Ja amo non fumare in camera.. »
Sussurrai vedendolo buttare la sigaretta fuori al balcone nella posacenere che era poggiata sul tavolino. Si avvicinò alle mie spalle e mi aiutò con i bottoncini del mio abito.
Chiusi gli occhi quando sentì leggermente il mio addome libero e lo tolsi restando in intimo di pizzo bianco, quello che indossava ogni sposa.
« Mamma mi Eva.. »
Mi voltai appena pronta ad appendere l'abito nell'armadio che il giorno dopo sarebbe andato direttamente in lavanderia.
Spostai il viso a lui e notai che si toccò la patta dei pantaloni neri classici, e sopra aveva la camicia bianca sbottonata col papillon che penzolava sulla sinistra.

Morsi il labbro inferiore e mi avvicinai a lui allungandomi alla sua altezza e non vi nego che la voglia di lui era immensa, troppo. Ecco perché a baciarlo fui io, un bacio che durò anche troppo, perché 5 minuti dopo aravamo nel nostro letto nudi mentre le nostre mani non avevano fermi ormai, era mio marito. L'unico uomo che avevo amato in tutta la mia vita.
La prima notte con Mio Marito.

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