Mi misi sotto le coperte senza nemmeno indossare il pigiama, mi voltai al lato del balcone, era seduto sulla sedia, forse pensava, pensava a troppe cose e lo faceva sempre, quello non era cambiato mai, il suo sguardo quando pensava, intento ad ispirare del fumo dalla canna che si era fatto poco prima di iniziare a parlare con me.
Quell'odore ormai era diventata abitudine per me, ma lo odiavo così tanto, mi faceva ricordare troppo mio padre quando era a casa e litigava con mia madre, eppure non ne avevo mai parlato con lui, rimasi a guardarlo seduto a fumare accendendosi per l'ennesima volta la cartina che si spegneva di tanto in tanto e soltanto quando mi rivolse lo sguardo:Evitai di guardarlo. Girai lo sguardo girandomi di spalle e lo sentì tirarsi su, e ne ebbi la conferma quando sentì che chiuse i vetri del balcone.
Facendolo apposta spostai il viso allo specchio e lo vidi spogliarsi e infilarsi nel letto.
« Amo.. »
Sussurrò a bassa voce avvicinando le labbra al mio orecchio.
« Amo o sacc che stai sveglia, ja.. Scus ma so tropp geloso o sai meglio di me.. »
Non risposi, sentì le sue labbra baciare la mia guancia calda e poi la mia tempia, infilarsi sotto le coperte per bene e portare il braccio attorno al mio corpo.
Adesso si che ero al sicuro.
Allungai appena la mano sulla sua e intrecciai le dita quando lui le apri per far sì che lo facessi.•CIRO•
Erano esattamente le 11:20, dormiva ancora, era strano perché era sempre la prima dei due a svegliarsi e preparami la colazione, pure se non volevo che si sporcasse le mani per me. Più volte le avevo chiesto se potevo mettere una cameriera come c'è l'avevo sempre avuta da bambino, ma lei diceva che potevamo essere almeno "normali" su questo verso, e ciò mi faceva sorridere sempre.
La guardai dormire e accarezzai appena il suo viso, le lasciai un bacio sulla fronte abbandonando il letto e scesi in cucina prendendo una tazza e del latte dal frigo, versai quest'ultimo e ci buttai dentro del caffè fatto la sera prima di andare a recuperarla ai Baretti.
Se solo ci pensavo mi veniva il nervoso, ma dovevo stare calmo e cercare di fargli fare una vita tranquilla al mio fianco pure se avevo voglia di ammazzare chiunque gli si avvicinasse di sesso maschile.
Sospirai poggiando le braccia sulla finestra della cucina e deglutì il caffè e latte che stavo bevendo.
Spostai lo sguardo sul cellulare e notai diversi messaggi tra cui uno di mio fratello:" Ma mo quando tieni intenzione di tornare al comando, ca sol io nun cia facc, Ciro vir e te movr e ricordati chi sei. "
Sospirai guardando il messaggio e scossi il capo passando la mano libera sul viso.
Il dovere mi stava chiamando da giorni, e seppur cercavo di nascondermi da tutto ciò non potevo, non era ciò che mi aveva insegnato mio padre, ma non potevo nemmeno tradire la promessa che avevo fatto alla donna della mia vita.
" Ci vediamo stasera. „
Mi limitai a rispondere mettendo il telefono sul tavolo e tornai alla finestra guardando il cielo.
Era una giornata bellissima, sarei andato al mare se solo non fossi così geloso, tanto da non voler che nessuno la guardasse in costume, ma sapevo di dover superare quella gelosia.
• EVA •Mi tirai su dal busto passando le mani sul viso,
Erano le 11:30.. non mi svegliavo a quest'ora da quando forse.. mia madre mi diceva di poter saltare scuola. Voltai lo sguardo al mio fianco e Ciro non c'era, avevo un mal di testa assurdo.
Sospirai appena tirandomi su e restai in intimo, quella giornata faceva abbastanza caldo, infatti stavamo dormendo soltanto con le lenzuola.
Lasciai la stanza da letto scendendo le scale e entrai in cucina guardandolo vicino alla finestra, sorrisi appena e mi avvicinai abbracciandolo in silenzio da dietro. Era troppo pensieroso da ieri, sapevo riconoscerlo ormai, anche se non mi diceva mai niente, finché non era pieno e si sfogava, strinsi le braccia attorno al suo corpo, molto più grande del mio.
« Oh vita mi.. »Mi sporsi appena a lui lasciandogli un bacio a stampo e lo affiancai poggiando la schiena alla finestra accanto a lui.
« Che sta succedendo Ciro.. »
Non rispose, capì che avevo capito che c'era qualcosa che non andasse ecco perché allungai la mano al suo braccio nudo che accarezzai appena cercando di fargli capire che non ero arrabbiato.
« To giur.. me murì tu.. io ci sto provando a stare lontano da queste cose, ma so loro ca ven'n addu me.. »
Ecco, sapevo.. seppur speravo davvero con tutta l'anima che non sarebbe tornato a fare guai, sapevo che era quello il problema.
« Che fatt? » Chiesi guardandolo.
« No niente.. ma Pietro ha bisogno di me.. »
Non risposi, abbassai subito lo sguardo, lui sapeva quanto fossi contro a ciò, sapeva la paura che avevo di perderlo.
« Amo.. e dici qualcosa.. » mi sussurrò allungando la mano alla mia guancia.
« Nun o sacc Cì.. tu lo sai come la penso.. »
« Ma a Pietro Ciagg rimmast sol io.. »
« E quando succederà qualcosa a me chi mi resta se te ne vai pure tu? »
Sentì i miei occhi pizzicare, e non vi nego che potevano notarsi gli occhi leggermente lucidi.
Mi prese il viso tra le mani e baciò la mia guancia più volte, sospirai appena e chiusi gli occhi.
« Io stasera vac addu iss.. gli dico che gli do una mano ma che non voglio comparire nelle cose.. »
« Fai quello che ti senti di fare.. io ti amo lo stesso. » sussurrai a bassa voce.
« Ti amo pure io vita mii.. »
Poggiò subito le labbra sulle mie e vi giuro che era la cosa più bella che potessi avere dopo di lui. Sentì il suo calore e mi allungai appena sorridendo leggermente quando lo sentì sorridere contro le mie labbra.
« C'è ne andiamo a mangiare fuori? Io e te soli? » chiese sorridendo accarezzandomi col pollice le labbra, annuii appena e gli baciai il pollice e sali quando mi fece segno di salire sopra a prepararmi.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...