Quando perdi la persona più importate della tua vita le stelle stanno sempre lì e il cielo è sempre quello, azzurro e distante. La strada non cambia e i cartelloni pubblicitari ti danno ogni mattina il buongiorno. E poi il caffè sta sempre nella parte destra della dispensa, tu non ci credi ma attorno a te e tutto uguale a prima. Non ci credi che ti senti così diverso e invece le nuvole non sono mai cambiate, sempre troppo grigie e sempre troppo grandi. Quando perdi la persona più importante della tua vita fai fatica all'inizio a respirare bene, ma più che altro è perché non ci credi. Ti rifugi nei film in tv e nel gelato sul divano, oppure certe volte esci alla mattina e torni in piena notte e svegli tutti, tutti quanti. E dici che ogni poco no, non ne vuoi parlare, e sei un bel po distratto, e sembra che vivi in un mondo nuovo che s'e trasformato, ma è lo stesso mondo e tu sei lo stesso te. E ad un punto non piangi più perché ridere è comunque meglio. Quando perdi la persona più importante della tua vita guardare il cielo è sollievo e tormento, e le cose potranno andare meglio oppure peggio, crescerai, cambierai e ricomincerai, e avrai un sacco di paure e ricapiterà anche di essere coraggioso. Ma una cosa è certa, niente è più come prima.
Erano passati 5 giorni da quando non l'avevo visto, le cose erano così strane e io ero da 5 giorni nel mio vecchio appartamento. Stare lontani forse ci faceva un po' bene ad entrambi, stavo cercando di schiarirmi le idee, avevo parlato persino con tutte le ragazze e i loro ragazzi e tutti mi avevano detto le stesse parole di Ciro.
Seppur cercavo di fidarmi infondo infondo non lo facevo davvero.
Quella sera era il 20esimo compleanno di Milos e aveva fatto una festa, non ci volevo andare ma Teresa mi aveva quasi obbligata.
Erano le 22:40 di sera, e quella festa era appena iniziata, sembra di tornerei indietro negli anni ogni giorno, eppure non era sempre così facile.
Lui era lì, in tutta la sua bellezza e spesso mi guardava, anche se cercavo di evitare il suo sguardo non potevo farlo, quello era l'uomo che pochi giorni fa mi aveva promesso di sposare, era l'uomo che avevamo insieme perso un pezzo di noi, era l'uomo che condividevo ogni mio giorno.I ragazzi si divertivano a fare il karaoke e stavano cantando Mezza Bucia di Gigi D'Alessio. Quella canzone era droga, pure droga.
Rimasi poggiata ad uno dei banconi bevendo il mio drink mentre Teresa si allontana con Edo e Naditza mi disse che andava a prendere da bere.
Ed eccolo il sguardo sguardo, era così bello.
Lo vidi mettere qualcosa nella tasca della giacca e poi girare lo sguardo nel mio.Socchiusi le labbra abbassando lo sguardo e soltanto pochi minuti dopo sentì la sua vice troppo vicina, le sue labbra erano vicino al mio orecchio e il suo respiro potevo sentirlo anche con la musica a palla.
« Si troppa bella..mi stai facendo dannare stasera Eva.. »
Sospirai appena sentendo la sua mano sulla mia schiena e rabbrividì chiudendo gli occhi quando le sue labbra toccarono l'angolo delle mie labbra.
Non potevo fare a meno di lui, anche se volevo.
Allungò la sua mano sulla mia testa e poggiai la tempia sul suo petto caldo, tutto ciò mi era mancato ma non stavamo risolvendo niente così.
Mi spostai appena alzando lo sguardo e la sua mano accarezzò la mia guancia destra.
« Non ti manco un po'..? »
Chiese guardandomi.
Certo che mi mancavi, mi mancavi un casino, mi mancava il respiro senza averti al mio fianco e la notte non chiudevo occhio senza sapere che tu eri lì. Passai la lingua sulle labbra e non risposi, spostai lo sguardo prima che lui lasciasse la mia guancia.
« Quando a vulimm fernì sta guerra Eva? Nessuno dei due vince, c vulimm tropp bene.. »
Sussurrò contro al mio orecchio per farsi sentire.
Poggiai la mano sulla sua che aveva sul mio fianco e mi voltai verso di lui guardandolo per qualche minuto.
« A voglio perdere sta guerr Ciro..»
« Pur io Eva.. nun cia facc a sta senz e te.. ti giuro su noi, ca io non ti cambierei mai con nessun l'altra donna.. »
Non risposi in realtà, abbassai lo sguardo alle sue labbra e mi allungai alla sua altezza poggiando le labbra sulle sue. Ci baciammo mentre la voce di Naditza, quella voce nascosta che aveva e che conoscevo soltanto io come quel giorno in infermeria, mi stava regalando "Storie Piccerelle" di Maria Nazionale.Mi sbagliavo, spesso pensiamo di aver perso quella persona, quando l'unica cosa che ci tiene fermi è l'orgoglio. Se ogni tanto questo muro cadesse, più persone sarebbero felici in questo momento. Bastava soltanto un po' di coraggio.
« Nun m lassa chiu t prego.. »
« Tu aiutami a fidarmi di te.. »
Lo vidi mettere la mano nella tasca della sua giacca e fare in modo che gli porgessi la mano, poggiò tra le mie mani qualcosa, e soltanto quando aprì quest'ultima restai a guardare la collana sentendo gli occhi pizzicare. Era la collana di mia mamma.. quella che le avevo regalato a Natale oro, quella che papà aveva venduto..
« Lo so che non è niente di che, ma ho cercato in ogni gioielleria e con un po' di aiuto sono riuscita a trovarla, e l'ho ripresa.. puoi ridarla a tua mamma amo.. »
Sembra che attorno a noi non ci fosse più nessuno, che in quel locale c'eravamo soltanto io e lui. Asciugai subito le lacrime prima che cadessero e mi allungai alla sua altezza baciandolo più volte.
« Ti amo.. »
Sussurrai contro le sue labbra mentre la sua mano destra stringeva la mia schiena e l'altra mano sinistra era appoggiata sulla mia guancia bagnata.
« Pure io, vita mia.. »
Sorridemmo entrambi e per un istante mi sentì la donna più fortunata di tutto il mondo.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...