I giorni passavano, e evitarlo era sempre più difficile, avevo persino pensato di lasciare L'IPM ma la direttrice mi aveva spudoratamente vitato di andare via, per lei non era una buona giustificazione, per lei dovevo affrontare le cosa, ma loro che cazzo ne sapevano?
Quella sera ero riuscita ad andare in discoteca con Teresa infatti eravamo sedute vicino al bancone mentre cercavo di sistemare il mio vestitino sotto le urla di Teresa che per farsi sentire urlava "Smettila di aggiustarti non si vede niente" avevo mille complessi per ciò che indossavo:
Lasciai le labbra attorno alla cannuccia mentre decidemmo di ballare, ballare e divertirci senza pensare ne a Ciro ne ad Edoardo. In quella sera c'eravamo soltanto noi due, due amiche conosciute in un IPM con gli stessi problemi, innamorate di due stupidi criminali che un minuto prima ci facevano sentire regine e un minuto dopo delle ragazzine di passaggio.
Avevo perso il conto di quanti Drink avevamo bevuto e soprattutto da quanto tempo stavamo ballando, Teresa era ubriaca fradicia e io un po' meno ma lo ero. Ecco perché erano le 4:35 e decisi di prendere la situazione in mano.
« Quindi ve ne andate? »
Girai lo sguardo ai ragazzi che stavamo ballando poco prima e annuì rivolgendogli un sorriso.
« Quindi.. spero di rivedervi. »
« Anche noi. Scusa ma adesso vado.. »
Avevo ballato tutta la sera con quel tipo, ed ammetto che era davvero figo ma non ricordavo nemmeno il suo nome, Davide... forse.
Reculerai Teresa sui divanetti.
« Dove andiamo? »
« All'IPM Terè quindi cerca di riprenderti o ci beccano! »
La guardai ridere e trattenni la risata abbandonando il locale dopo di lei facendola entrate nella mia Smart.
Notai un uomo guardarmi serio e girai subito lo sguardo guardandolo ma un istante dopo non c'era più, deglutì entrando in auto e misi in modo cercando di non fare spazio all'alcool e concentrarmi solo sulla guida mentre Teresa.. Teresa già dormiva. Bella merda.
Guidai guardando avanti finché dei fari lampeggiarono in modo che mi fermassi e soltanto dopo capi che era la polizia. Non avevo la patente ed ero ubriaca.. bella serata Terè.
« Favorisca i documenti.. »
« Eh.. ho dimenticato la borsa a casa.. »
« Hai la patente ? »
Annuì subito passando la mano sotto al naso come era mio solito fare ogni volta che dicevo una bugia cercando di essere più convinta.
« Avete bevuto ragazze? »
« No Maresciá.. stiamo tornando a lavoro.. lavoriamo nel carcere minorile.. »
Cambiò espressione e annuì facendomi segno di poter andare, gli sorrisi annuendo e subito andai via, e per un istante sentì un immensa adrenalina nel mio petto, ecco perché eccellerai spostando il viso a Teresa che non aveva sentito nemmeno un cazzo e ciò mi fece ridere.
E giusto 20 minuti dopo fummo fuori all'IPM con l'aiuto di Nicola il poliziotto che ci aiutava sempre a noi due, ponta a svegliare Teresa e rimetterla in sesto, e quando lei si riprese del tutto riuscimmo ad entrare, portai lei in camera sua e in silenzio dopo essermi tolta i tacchi camminai verso la mia camera.
« Ue e tu ch c fai in giro.. »
« Lino.. »
Mi toccai il petto in preda alla paura.
« A letto pure tu forza!! »
« Si signore.. »
Sorrisi appena guardandolo allontanarsi e le scale per andare in camera mia che utilizzavo li sentì: "Eva.." alzai lo sguardo guardandolo appoggiato fuori alla scalinata dove dovevo salire, cercai di evitarlo ma evitare Ciro Ricci era impossibile.
« Oh sto parlann cu te. » afferrò la mia mano
« E statt ferm. » lo spinsi. « Cre, te lasciat? » continuai soffiando una piccola risata guardandolo per qualche istante.
« Stai tutta mbriac Eva.. »
« Fatt e cazz tuoi! »
Chiusi gli occhi quando sentì un bruciore sulla mia guancia destra e soltanto dopo misi a fuoco che la sua mano aveva procurato quel dolore. Deglutì facendo gli occhi lucidi e alzai il viso a lui poggiando le dita sulla mia guancia evidentemente rossa e gli sorrisi.
« Miett't sta giacca addosso e mettiti nel letto. »
Fece per chiudermi la giacca dopo che guardò il mio vestitino e non mi lasciai toccare salendo il gradino.
« Tagg itt.. »
« Io invece tagg itt ca te fa e cazz tuoi.. » replicai in modo serio e con aria di sfida, non avevo paura di nessuno e ne tanto meno di Ciro Ricci.
« Nun m sfidá Eva.. »
« Nun teng paur e te Ciro. »
« Lissa tne invec. »
« Nun teng chiu paur e te da quando ho capito che sei un uomo senza palle. »
Lo guardai stringere i pugni e mostrate lo sguardo che mostrava a tutti quelli che avevano timore di lui, ma non me non faceva lo stesso effetto, perché io in lui ci vedevo soltanto il buono che cercava ogni giorno di nascondere.
« Nun tengo e pall eh? »
« No. »
Afferrò subito la mia nuca facendo in modo che camminassi fino alla mia camera e quando fummo in camera la chiuse a chiave sbattendomi sul letto, feci in modo che mi lasciasse e rimasi seduta cercando di non cedere, per questo sorrisi.
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Incondizionatamente.
FanfictionVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...