Seguire Eva.

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• CIRO•

Era tutto così strano, riaverla lì in camera con me, mentre tutto stava andando bene, o meglio cercavo di farle andare bene le cose, anche se fuori ne avevo di miliardi di cose da sistemare.
Alessia era una ragazza che è stata importante per la mia vita, nel periodo della morte di mia madre era sempre stata al mio fianco anche se eravamo bambini, finché Gianni il suo patrigno non ha deciso di allontanarci e farle fare il lavoro che dava ad ogni ragazza che conosceva, prostituite.
La cosa particolare era, cosa avrei dovuto fare?
Girai lo sguardo guardandola seduta infondo alla stanza sulla poltrona e teneva tra le mani il suo telefono mentre ogni tanto mi rivolgeva la parola dove aveva soltanto risposte fredde, come in quel momento.
« A te come vanno le cose oltre sta strunzat che hai fatto? »
« Bene. »
« Sei sempre lo stesso, è ancor chest a vita che vuoi fare? »
« Semp Alè, chest è la mia vita. »
« Hanno scelto per te, non te la sei scelto tu. »
« E pur si foss a me piace. »
La guardai fare un sorriso ironico e sospirai intrecciando le braccia al petto guardando il cellulare notando i diversi messaggi ma non c'è ne era uno di Eva, niente.
« Ti sei innamorato Cirù? »
Alzai lo sguardo a lei alzando un sopracciglio.
« Vedo che guardi spesso il telefono. »
Aggiunse come per far capire cosa intendesse.
« Pur si foss? »
Abbassó subito lo sguardo e annuì appena girando poi lo sguardo alla finestra mentre restai a guardarla in modo serio.
« Ti ricordi quando da piccoli dicevamo che eravamo fidanzati? »
La guardai facendo una smorfia alzandomi appena dal busto.
« Cì sedevamo fuori al rione e quando passava un ragazzo tu gli puntavi la pistola a giocatolo dicendo che non dovevano guardarmi.. »
Per un istante pensai a quel ricordo come se fosse successo ieri, eppure erano passati anni, la guardai sorridere.
« Erano solo strunzat. »
« Pe me no Ciro.. »
« Alè secondo me te ne dovresti andare.. »
La guardai avvicinarsi per prendere la borsa dal letto e annuire, si avvicinò lasciando un bacio alla mia guancia e lasciò la stanza, ma proprio nello stesso momento entrò mio fratello Pietro.

« Oh.. ma chell è Alessia? Alessia Spina? »
Lo guardai facendo un grosso sospiro e annuì appena alzandomi dal lettino avvicinandomi alla finestra.
« A fidanzatina tua? »
« Ja scè, ancor con sta scemita? »
« Ah giusto mo ci sta Eva eh? »
« Si venut per rompermi il cazzo Pietr? »
« Ue e statt calm, sono venuto perché mi manda papà! » disse avvicinandosi.
« E nun sapev venì iss? »
« Abbiamo la polizia addosso Ciro, forz ne capit ca qua la prima mossa che facciamo siamo fottuti. »
« Nun m n fott nu cazz Pietro, stev murenn e tu pienz a sti strunzat? »
« Oi Cì, ricordati chi sei. »
Quella frase la sentivo ogni giorno, era il mio incubo "Ricordati chi sei" sospirai scuotendo la testa e restai a guardarlo per qualche istante.
« Me fa nu favore.. »
« Devi chiedere a Nicola se segue Eva, tengo paura ca vedendola insieme a me possono vendicarsi. »
Lo guardai sospirare e annuire. Nicola era uno dei nostri ragazzi, lui era il più grande, il più maturo forse l'unico che la mia famiglia si fidava. « Cì pienz a sta buon che mo che esci papà fa di tutto per farti uscire da lì. »
« Grazij Pietro.. »
Mi lasciò una pacca sulla spalla come nostro fare e andò via lasciando la porta chiusa.

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