Un bacio.

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Avevo appena lasciato la camera di Ciro e mi sentivo così frastornata, o meglio avevo quelle così dette farfalle allo stomaco, ma che dico.. avevo lo zoo intero che cercava di uscire.
Chiusi gli occhi poggiando la schiena al muro dei bagni e serrai la mascella sentendo i conati di vomito, poggiai la mano sulle labbra e entrai nel primo bagno iniziando a vomitare anche l'anima.
Odiavo quando mi succedeva, e stava succedendo spesso da quando mi sentivo perseguitata.

Riuscì ad uscire dal bagno e notai Nad in piedi avanti allo specchio con le braccia consorte ad aspettarmi:
« Da quante' che va avanti sta cosa? »
« Di cosa parli? » mi avvicinai al lavandino per sciacquare il viso.
« Questa e' la seconda volta che vedo che ti succede e tutte e due le volte non ti accorgi della mia presenza. Eva, che ti succede, dimmelo.. »
Si avvicinò porgendomi un asciugamano che stava usando lei per le mani e l'afferrai alzando le spalle asciugandomi le labbra.
« Non lo so Nad, non lo so cosa mi succede.. spesso faccio cose che sono più grandi di me, è solo che non lo faccio apposta, voglio farle.. »
« Tu ti stai mettendo in un brutto hai Nennè.. »
Mi abbraccio e ricambiai quell'abbraccio chiudendo gli occhi, tutti mi ripestavano la stessa cosa eppure non riuscivo a comprendere.

Entrambe lasciammo il bagno e lei andò nella mensa pronta a pranzare e io saltai la mensa scendendo giù in cortile dove vidi l'ambulanza che andava via.
C'era Mimmo un po' più in là e mi avvicinai.
« Ohi.. ma che succede? » chiesi
« La direttrice ha avuto un mancamento da quello che ho capito. » mi sorrise  « Anche se penso che col viso pallido che ti ritrovi ti serve a te.. » sorrise e soffiai una risata scuotendo il capo
« Come stai? Non ti ho visto tutta la giornata ieri, e oggi.. »
« Sto bene, grazie.. »
Gli sorrisi mentre lui fece la stessa cosa avvicinandosi piano, e senza pensarci due volte afferrò il mio viso poggiando le labbra sulle mie.

 » Gli sorrisi mentre lui fece la stessa cosa avvicinandosi piano, e senza pensarci due volte afferrò il mio viso poggiando le labbra sulle mie

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Ricambiai per un istante ma lo spinsi subito con le braccia deglutendo quando sentì la voce di Edo provenire da dietro noi.
« C'è qualche problema qua? »
Mi voltai subito lasciando che Mimmo rimanesse dietro me e scossi subito la testa in un no.
« Mo Edo, va tutto bene. »
Edoardo fulminò con lo sguardo Mimmo e lasciò il cortile tornando in mensa.
Mi voltai verso di lui alzando la testa come per chiedere spiegazioni che ebbi subito dopo:
« Scusa.. davvero io non so che mi è preso ma.. »
Voltai lo sguardo alla finestra della mensa d'istinto, era lì.. Ciro ci stava guardando, deglutì sentendo le scuse di Mimmo ma che vennero interrotte dalle mie labbra. Lo baciai.
Non sentì un bel niente, soltanto uno strano effetto nel sapere che lui ci stava guardando, Mimmo prolungo il bacio poggiando le mani sul mio viso e io nemmeno lo toccai allungandomi appena per staccarmi dal bacio.
« E questo..? » chiese guardandomi.
« Non lo so.. » sussurrai a bassa voce senza voltare lo sguardo lasciando le sue dita che lui aveva preso poco prima, mi sorrise e finsi un sorriso camminando verso le scale per l'infermeria lasciandolo lì in cortile.

• CIRO •

Avete presente quando una Moët  si rompe il mille pezzi e tutti quei pezzi cerchi di metterli insieme ma non ci riesci pure se ci provi costantemente? Ecco. Quella Moët ero io.
Mi ero affacciato perché Edo mi aveva detto quello che stava succedendo giù, che lui l'aveva baciata e lei l'aveva rispinto, eppure non sembra così. Stava baciando qualcuno che non ero io, stava baciando delle labbra che non erano le mie, e non potevo riuscire a stare fermo.
Camminai velocemente verso la mia cella mentre sentì Edo e Totò seguirmi per paura che facessi qualche cazzata delle mie, mi sedetti sulla sedia aprendo una delle bustine che nascondevo sotto al tavolino e afferrai una banconota da 50 tirando tutto su dal naso, chiusi subito gli occhi e poggiai la testa al lettino seduto sulla sedia muovendola appena e sorrisi. Per un momento sentì quella polverina al cervello e ogni muscolo rilassarsi.
« Eduá vuo nu poc? O nun tien e pall manc tu? »
Edo non rispose e nemmeno Totò si intromise, li guardai serio e poi voltai lo sguardo a Totò.
« Mi serve assolutamente che Milos mi procuri un coltellino, oggi ci facciamo una bella partita a calcio. »
Strofinai le mani sorridendo e chiusi gli occhi non appena Totò annuì uscendo dalla camera.
« C tien ngap mo? »
« Edoá e' o mument e m piglia tutto quello che era mio. »
Edoardo annuì subito e gli sorrisi restando nella stessa pozione sentendo ogni pensiero più leggero e ogni rimorso andato via.

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