Si proprio na cap e cazz.

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Allungai la mano alla rete e infilandoci le dita per appoggiarmi restai a guardarlo per qualche minuto, si stava divertendo, rideva e di tanto in tanto urlava parolacce di ogni tipo, e qualche bestemmia come suo solito.
Quel sorriso non sarebbe durato per molto, lo vidi toccarsi il fianco e estrarre un coltellino, ma prima che lo facesse urlai subito.
« Ciro! »
Infilò subito ciò che aveva preso allo stesso posto e spostandosi i capelli dagli occhi cambiò espressione guardandomi in malo modo forse per non essere rimasta a casa come lui avrebbe voluto.

« Ciro! »Infilò subito ciò che aveva preso allo stesso posto e spostandosi i capelli dagli occhi cambiò espressione guardandomi in malo modo forse per non essere rimasta a casa come lui avrebbe voluto

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Mi sarei presa tutte le mie responsabilità riguardo a ciò che stavo per fare, e sapevo che avrei potuto scatenare in Ciro il vecchio lui nei miei confronti.
« ma che c'è fai qua? »
Disse cercando di fare la parte indifferente o meglio cercando di essere come a casa anche se sapevo decifrare il suo sguardo ormai a memoria.
« Facc e cazz esci da qua dentro. »
« Che itt? » chiese girando lo sguardo alla rete dove cero io poggiata.
« Esci primm ca te facc fa e figur di merda avanti a tutti quanti. »

Rivolse lo sguardo a Edo che gli fece cenno di andare e si tolse la casacca uscendo fuori dal campo mentre lo segui nei spogliatoi.
« Ma che sfaccim te mis ngap eh? T pienz ca p mezz che sei mia moglie puoi rivolgerti così a me quand cazz vuo tu? »
Si voltò subito verso la mia sagoma molto più piccola di lui, sorrisi appena ironica e d'istinto gli tirai un forte schiaffo alla guancia.
Si toccò la guancia destra con le dita e soltanto dopo notai i suoi occhi scuri come il carbone cadere nei miei, avvolse subito il mio collo con una mano sbattendomi al muro freddo di quello spogliatoio schifoso.

« E ringraziá che tieni a mia figlia rind a panz o già ter accir. »
« E fall Cì, che stai aspettando? »
« Statt zitt Eva.. »
« Cre Cì? Ahh forse non sono più abbastanza, o forse pecchè nun puoi chiavare perché tua moglie deve far nascere tua figlia? »
« Tagg itt statt zitt »

La sua mano continuava a stringere il mio collo, non avevo paura, sapevo che non avrebbe mai fatto una cosa simile, seppur lo instigavo.

« Ahh aspe, forse perché non sono Gaia.. »
Lasciò subito la presa al mio collo e restò a guardarmi per qualche istante.
« Strunz, a prossima vot nun t scurdà o telefn, tiè da brava e ubbidiente moglie t lagg purtat. »
Gli sbattei il cellulare al petto che lui afferrò prima che cadesse.
Lo spostai con la spalla e feci per uscire dallo spogliatoio.
« Nun tagg tradit Eva, è una cosa vecchia. »
Sorrisi, ero stanca anche di sentire le sue scuse in realtà, e avevo paura che ciò prosasse ad allontanarmi da lui.
Uscì dallo spogliatoio salutando Teresa con la mano e entrai in auto dove Nicola mi stava aspettando.

• CIRO •

O sapev, avevo fatto la cazzata del secolo.
Serrai la mascella passando le mani nei capelli e diedi un forte pugno agli armadietti li presenti rompendone uno. C cazz agg fatt.
« Oh ma cre ca?? »
La voce di Edoardo mi fece tornare alla realtà.
« Agg sbagliat Edoá.. »
« C cazz e fatt mo?? »
Chiusi gli occhi cercando di calmarmi e gli porsi il mio cellulare con là chat aperta.
Poggiai le mani al muro e mossi velocemente il ginocchio sentendo l adrenalina a mille.
Stavolta non mi perdonavo nemmeno io, come avrebbe potuto farlo lei. 

« T lagg mai itt Cirù.. ? »
Girai lo sguardo a lui con aria seria ma allo stesso tempo convinto che era tutto finito stavolta.
« Si propio na cap e cazz.. »
Non me la presi, aveva ragione. Annuì chiudendo gli occhi e nemmeno mi feci la doccia, afferrai la giacca della tuta infilandola restando in pantaloncini e scarpette e afferrai il borsone lasciando lo spogliatoio uscendo in strada.

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