Dammi un bacio.

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Era strano, sentivo il suo profumo ovunque, addosso, come se ogni cosa profumasse di lui.
Chiusi gli occhi passando la lingua sulle labbra secche e camminai a passo veloce verso l'infermeria passando per il cortile.
« Evaaa.. »
Mi voltai subito sentendo la voce di Naditza e la guardai avvicinarsi.
« Stai bene? »
Annuì girando lo sguardo all'entrata delle celle e lei fece la stessa cosa guardando me.
« Vi ho visti.. Eva stai attenta! »
« È tutt'okay Nad.. »
« Per favore! »
Annuì sorridendole e le accarezzai il braccio prima di lasciarla andare dalle altre e arrivare all'infermeria  dove mi sedetti sulla sedia avanti al tavolo e passai le mani sul viso.
Era il secondo giorno eppure lì dentro sembrava già un eternità. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire.

20 Aprile, 22:40. 2 mesi nell'IPM.

I giorni passavano così velocemente li dentro e ammetto che mi piaceva un sacco lavorare con loro, anche perché ad ogni cosa che facevano che sia fuori o dentro mi lasciavano andare con loro nel caso succedesse qualcosa.
Avevo legato molto con le ragazze e se c'è ne era una che mi dava filo da torcere era Viola, una tipa strana ma che faceva la stessa cosa con tutti, era anche la tipa che Ciro scopava se vogliamo metterla così.
Ciro? Beh c'era sempre quel qualcosa di strano tra noi, ma non era mai successo niente, o meglio cercavo di non far succedere niente, ma non sapevo benissimo finché sarei rimasta ferma.
Ed ecco che parlando del Diavolo spuntano le corna.

« Ma stai sempre a pnza tu? »
« Ma pcche nun t fai e fatt tuoi ? »
« Oh e comm stai agitata.. »
Mi sorrise allungando la mano alla mia guancia che accarezzò e glie la spinsi subito dopo.
Quella sera mi toccava fare il turno di notte, era la seconda volta che mi toccava farlo, "desiderio" della direttrice, per questo avevo una stanza accanto all'infermeria dove dormivo soltanto quando ero di turno.
« Ma tu che ci fai ancora in giro? »
« Ma io la tengo sempre la cella mia aperta. Forz nun e capit chi comanda qui. »
Soffiai una finta risata guardandolo, era appoggiato alla mia porta della camera con le braccia consorte e le spostò soltanto per spostarsi o capelli dagli occhi.
« C rir affa? »
« È proibito? »
« Noo e quando mai, anzi, aiesc pazz quando ridi. »
Lo guardai per qualche istante smettendo di sorridere e entrò chiudendo la porta alle spalle.
« Qualcuno ti ha dato il permesso? »
« Ma nisciun me lo deve dare infatti. »
Sospirai indicandogli la porta come per fargli capire che doveva andare via ma come risposta ebbi un no con la testa e sbuffai.
« Ma è possibile che devo lavorare così con te? »
« Ma perché tu lavori qui? »
Stavolta era lui a ridere, lo guardai male e annuì.
« Non sei divertente.. »
« Eja, ridi ca si chiu bell quand rir.. »
Abbassai lo sguardo alla mia mano e gli indicai il dito medio, mentre lo notai avvicinarsi.
« Ja Cì.. vai a dormire.. »
Sussurrai a bassa voce indicando ancora una volta la porta, ma la stessa cosa: fece di nuovo no con la testa avvicinandosi ancora di più.
« Damm nu bacio e me ne vado.. »
« Ciro.. »
« To giur ! »
Sussurrò prima che potessi parlare ma lo feci ugualmente e restai a guardarlo negli occhi proprio come lui stava facendo con me.
« Viola è gelosa.. »
« Nun m n fott nu cazz, o vuo capi? »
Afferró il mio viso con le sue mani calde e per un istante sentì il mio cuore fuori dal petto. E le sue labbra erano sulle mie.

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