« Non e che poi è così buona sta roba.. »
« Eh dovremmo fare una chiamata al comune, o penz pur io. »
Soffiai una risata guattendo la ragazza che era seduta al mio fianco, si chiamava Teresa ed era lì come tirocinio per psicologia ai ragazzi.
Avevamo fatto amicizia subito in realtà, e avevo conosciuto anche un paio di ragazze che erano nell'istituto grazie a lei, come Naditza e Kubra, due ragazze davvero carine.
« Possiamo mangiare con voi? »
Chiese proprio quest'ultima sedendosi subito senza aspettare una risposta e ciò mi fece sorridere.
« Allora Eva, già hai conosciuto questi manzi? »
Scossi la testa in un no fingendo di non conoscere nemmeno Ciro se era giusto il nome a causa della mia memoria schifosa.
« Quei tre laggiù sono i più "temuti" Edoardo Conte, Antonio detto Totò e l'ultimo è Ciro Ricci. Il desiderio proibito delle donne napoletane e figlio di un boss potente di Napoli. »
Spiegò Naditze mentre restai a guardare i ragazzi che mi spiegava e capì soltanto dopo che Edoardo era il ragazzo che mi aveva sorriso quando mi ero affacciata dalla finestra. Spostai subito lo sguardo quando proprio Ciro si accorse che lo stavo guardando e mi sorride, vi giuro che non l'avevo fatto apposta.
« Quei tre li giù invece sono le pecore nere dell'IPM, Carmine di Salvo, Filippo o milanese che è troppo bello, e Pino! »
Soffiai una risata sentendola dire il commento sul ragazzo di Milano, Filippo.« Vè stat guardann tutt quant? »
Inconfondibile ormai quella voce, spostai il viso cercando di non guardarlo e ripresi a mangiare quell'insalata davvero schifosa.
« Cirù nun rompr o cazz! »
Dissè Naditza seria spostando lo sguardo proprio su Filippo che forse con lo sguardo cercava di comprendere se andasse tutto bene perché stesso lei annuì guardandolo.
Ciro sorride quando Edoardo commentò subito con uno sguardo verso Teresa
« Simm davvero fortunati ad avere queste tirocinanti. »
Che come risposta ebbe un sorriso abbadando lo sguardo, e sbuffai quasi annoiata da tutto ciò.
« Che c'è ti annoi già nennè? È solo l'inizio. »
Disse Ciro sotto le risate dei suoi amici.
Tutte e tre le ragazze tra cui io contemporaneamente lasciammo il tavolo lasciandoli avanti al tavolo da soli mentre andai a buttare le cose che avevo lasciato del cibo.« Hey, non dargli troppa corda a quello. »
Lo guardai alzando un sopracciglio e soltanto dopo capì che si trattava di Carmine di Salvo. Annuì semplicemente e gli sorriso quando mi porse la mano.
« Carmine, piacere. »
« Eva, piacere mio. »
« Tann già dato il benvenuto eh? »
« Diciamo, sono sempre così eh? »
« Pure molto peggio! »
Entrambi ridemmo e sorrisi scuotendo la testa.
« Ci vedremo parecchie volte Eva, qui ogni giorno c'è una rissa, quindi faremo abbonamento da te. »
« La porta è sempre aperta. »
Sorrisi guardandolo sorridere ed allontanarsi e riuscì anch'io a lasciare la mensa entrando nella stanza della ceramica dove il comandante precedentemente mi aveva detto che quella era la camera dove i ragazzi lavoravano, e poi c'era una stanza dove facevano ogni cosa, quell'istituto era davvero un nuovo futuro se i ragazzi si sarebbero fatti aiutare.
Mi avvicinai ad una barca ancora mezza pronta, Naditza mi aveva detto che era la stavamo creando loro con Beppe un'altra guardia, sorrisi guardando l'impegno che forse io non ci avrei messo e intrecciai le braccia al petto.« T piac? »
Non mi voltai, restai di spalle mentre lo senti parlare di nuovo.
« Ma pecchè si accussi antipatica cu me? »
« Hai finito di perseguitarmi? »
« Ma io mic ti seguo. »
Alzai il viso guardandolo soltanto quando fu lui ad appoggiarsi alla barca avanti a me.
« E' sol ca mi ricordi troppo una persona. E ij e ch'ella persona nun ne pozz fa a meno. »
Si spostò dalla barca prendendo il mio viso tra le sue mani calde e fece in modo che lo guardassi, ciò non mi piace o forse si, ma ero rimasta lì lasciando che lui mi toccasse.
« Comm si bell.. »
Spostó i miei capelli di lato scoprendo il mio collo e accarezzò col suo pollice quest'ultimo avvicinando il suo viso al mio. Sentivo il suo respiro contro le mie labbra socchiuse che socchiuse subito dopo anche lui.« Cirù, Cirù curr !! »
La voce di Totò lo fece allontanare o meglio mi allontanai subito lasciando un sospiro di sollievo, lasciò la mia mano e uscì subito fuori dalla camera andando in cortile, dove li segui notando Edoardo e un ragazzo con i capelli lunghi che forse ancora non conoscevo, riempirsi di botte.
« Oh uagliu ma c cazz stat facenn ? »
La voce del capitano si intromise e Lino e Beppe li divisero, mentre Ciro se ne stava li in braccia consorte e sorrideva, come se nulla fosse.
Finché una ragazza con i capelli rossi non si avvicinò e quest'ultimo Poggiò il braccio attorno al suo collo.
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Incondizionatamente.
FanficVoglio chiagnr na lacrima annascus ra l'uocchij ro munn indifferent, ca guard e se ne va. E nun voglij parlà e nient, pcchè ogni parola è sul nu rummor pe chi nun vo capì. E invece o core mio suspir, m ric: "nun da rett, parl cu me sultant" E io, o...