RANSOM DRYSDALE

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Ti svegli spossata, con la testa che ti fa male. Ricordi appena la serata di ieri, il compleanno di una tua amica e l'incontro con il tuo ex. Hai bevuto forse un po' troppo ieri, eppure sei stata in grado di arrivare a casa sana e salva. Sul divano c'è Ransom che dorme. Capisci che è stato lui a portarti a casa, non è insolito, lo faceva sempre prima di andarsene. Rimani a guardarlo. È proprio bello, con il viso pulito e le labbra rosse e gonfie. Prima di tutto questo casino avevate una perfetta routine la mattina. Appena svegli facevate del sesso bollente, poi una corsa intorno al quartiere, una doccia fredda, ma puntualmente lui allungava le mani, e finivate per farlo ancora, e alla fine ti accompagnava a lavoro.

"Vuoi guardarmi ancora un po'?"

Sussulti non appena senti la sua voce roca e profonda.  Cerchi di strarrò preparando la colazione. Inizi dal caffè. Ransom ti abbraccia da dietro, ti lascia un bacio sul collo facendoti venire i brividi. Spinge il bacino contro il tuo sedere, per farti sentire quanto ti desidera. Ti accarezza la pancia poi sale verso i seni, e li stringe da sopra la maglietta.

"Ransom... smettila"

Lo spingi via, non vuoi cedere, ma se continuasse potresti cacciarti nei guai. Non resisti al suo corpo, non l'hai mai fatto. Basta che ti baci il collo, o che ti accarezzi le gambe. È sempre stato così, lui è una droga per te ed tu lo sei per lui. Ti sposta i capelli dalla spalla e ti bacia il collo fin sotto l'orecchio.

"Ransom..."

Sussurri senza fiato. Ti odi per quello che sta succedendo, non dovevi lasciarlo entrare di nuovo nella tua vita, perché sapevi che sarebbe successo.

"Non posso... non me lo chiedere perché non posso smettere di toccarti"

Una sua mano scende verso le tue mutandine, sei così bagnata per lui, fremì dalla voglia di riassaporare i suoi baci, il sesso con lui. In due anni hai provato a dimenticarlo, ma ogni volta che facevi sesso con un uomo sentivi di tradirlo, di essere sporca. Ransom sa dove toccarti, ti divarica le cosce appena, dopodiché si insinua tra di esse. Con il dito medio ti accarezza il clitoride, da sopra le mutandine. Solo quel gesto ti fa buttare la testa sulla sua spalla.

"Lasciati andare"

Sussurra per poi muovere il dito su e giù. La pelle ti pizzica così tanto da farti male. Devi scappare altrimenti finirai nella sua ragnatela un altra volta. Trovi il coraggio e lo spingi via, dopodiché ti chiudi in bagno. Ti senti così furiosa ed arrabbiata con te stessa per non essere riuscita a dirgli di no, e con lui per averti fatta sentire viva. Ti lasci sfuggire un singhiozzo. Ransom lancia qualcosa contro il muro, forse una tazza. Te ne ha rotte così tante che ormai riconosci il rumore. Bussa alla porta facendoti sussultare, ti allontani lentamente ma non prima di aver chiuso a chiave.

"Mi dispiace. Io... non ti tocco più se è questo che vuoi. Non riesco a tenermi le mani apposto, perché mi fai impazzire cazzo. Ma non voglio farti piangere, lo sai che lo odio!"

Ogni volta che litigavate per le bollette da pagare o per le stronzate che faceva spesso, come spendere soldi in erba, alla fine cedevi perché odiavi litigare con lui. Ti chiudevi in una stanza per non farti vedere piangere e lui puntualmente veniva a chiederti scusa, ti diceva che è un coglione e che odia farti piangere. Apri la porta e lo affronti, lui prova a stringerti, ma fai un passo indietro.

"Io ti amo ancora Ransom, non ho smesso nemmeno per un istante. Ma tu... tu hai mandato a puttane la nostra vita, mi hai costretta a vivere due anni senza di te. Non sai quanto è stato difficile svegliarsi di notte e non trovarti accanto a me. Mi hai abbandonata, per una stupida vendetta? Fanculo i soldi, fanculo la tua famiglia del cazzo. Io ero più importante di tutta quella merda!"

Esclami con le lacrime che mi rigano le guance. Lui ti guarda con compassione, forse adesso capirà perché non vuoi fare sesso con lui, o dormire con lui. Lo farai entrare nella tua vita, e lui se ne andrà di nuovo.

"Dimmi cosa posso fare per rimediare!"

"Non lo so. Ransom, onestamente non lo so. Non so che cosa dirti, non ho bisogno di questo nella mia vita, ho bisogno di tornare alla vita di prima, dove io ero la tua priorità"

"Non hai mai smesso di esserlo. Ti ho scritto delle lettere, ma tu non mi hai mai risposto. Non ho mai smesso di pensare a te, e mai lo farò. Sei la mia ossessione, la mia droga. Sono un coglione con la metà della popolazione mondiale, odio le persone, ma con te è diverso. Io ti amo Jay, non puoi immaginare quanto ti amo!"

Urla più forte di te. Vorresti tanto strappargli i vestiti di dosso e scoparlo sul pavimento, il sesso da arrabbiati è stupendamente bello. Ransom abbassa lo sguardo al tuo seno, dove i capezzoli sono duri e spingono contro il tessuto della maglietta.

"O forse sì"

Sorride Ransom per poi avvicinarsi. Fai un passo indietro, non potete proprio fare sesso, per due motivi. Il primo è che sei in ritardo per lavoro, il secondo è che il sesso complica tutto.

"Devo andare a lavoro"

"Ti accompagno. Devo fare delle commissioni"

Ransom entra in bagno, si spoglia sotto il tuo sguardo attento, bramoso di sesso e della sua bocca su di te. Si infila sotto la doccia ed apre l'acqua fredda. Ti giro per non guardarlo troppo, ti lavi i denti ed il viso con l'acqua tiepida, dopodiché ti vesti per il lavoro e ti prepari psicologicamente a stagli lontana ancora.

Spazio Autrice

Scusate se oggi sono stata assente, ma è stata una giornata assurda che si ripeterà domani. Cercherò di aggiornare domani mattina verso le undici, ed il pomeriggio come sempre. Scusate ancora. xx Eni.

CHRIS EVANS IMMAGINA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora