RANSOM DRYSDALE

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Ransom odia la sua famiglia, la odia più di ogni altra cosa al mondo. Semplicemente perché la sua famiglia è incasinata, egoista, narcisista, falsa. Quando avete iniziato ad uscire non ne parlava, cambiava discorso ogni volta che si parlava di genitori. Poi si è aperto con te e ti ha promesso che non ti avrebbe mai portata nel loro covo di serpi, e che nessuno di loro avrebbe mai avuto l'occasione di ferirti. Ma è morta Wanetta, la bisnonna di Ransom, e tutta la famiglia è stata invitata al suo funerale. Stamattina hai visto Ransom uscire dal bagno con gli occhi ed il naso rosso, Nana era l'unica a cui Ransom teneva e l'affetto era reciproco. Ci passava interi pomeriggi dopo la scuola, Linda non si fidava ad assumere una Babysitter, non perché era molto protettiva con Ransom, ma perché sapeva che suo marito ci avrebbe provato. Perciò Nana era la migliore opzione, sopratutto perché Ransom adorava quella donna. Sposti lo sguardo su di lui, il quale guida a tutta velocità per la strada di campagna che porta alla villa dei Thrombey. Appoggi una mano sulla sua coscia, per fargli sentire che sei con lui, Ransom in tutta risposta ti prende la mano e la stringe nella sua. Puoi vedere il tetto gigante della villa, circondata dalle foglie rinsecchite degli alberi. Non hai mai visto questa casa, ne hai mai conosciuto la sua famiglia, ma Ransom ti ha fatto un resoconto preciso di ognuno di loro, ad iniziare da Harlan. È sempre stato un Nonno autorevole, un secondo padre più rigido e punitivo. Il loro rapporto si è inclinato quando Ransom ha compiuto sedici anni. Ha iniziato a fare delle cazzate da adolescente, che Harlan non perdonava. Cercava di educarlo, ma nel modo sbagliato. Più gli diceva di non fare qualcosa e più Ransom lo faceva. La macchina si ferma accanto ad una utilitaria nera, Ransom fa un respiro profondo prima di scendere. Indossa una maschera invisibile, diventa lo stronzo indifferente che la sua famiglia ha sempre conosciuto, ma nessuno di loro si è mai fermato un istante ad analizzare il comportamento di Ransom, nessuno di loro ha cercato di aiutarlo, lo hanno riempito di bastonate e poi l'hanno abbandonato sul ciglio della strada. Ransom ti apre lo sportello, ti prende dolcemente per mano e ti aiuta a scendere. Ti imprigiona tra la lamiera fredda ed il suo corpo. Il suo sguardo è un misto tra tristezza e rabbia, non è la giornata adatta per incontrare la sua famiglia, ma non poteva saltare la commemorazione di Nana.

"Se ti feriranno io...."

"Non succederà, ora fai un respiro profondo e concentrati sul mio profumo, sulla mia voce"

Ti alzi in punta di piedi, premi la tua fronte contro la sua ed aspetti che chiuda gli occhi per poi respirare con lui. È una cosa che lo aiuta molto a calmare la rabbia o l'ansia. Ransom ti bacia sotto forma di ringraziamento, ne aveva proprio bisogno.

"Sei pronto?"

Ransom incrocia le dita alle tue, fa un altro respiro profondo per poi annuire e camminare verso l'ingresso. La prima cosa che nota Ransom, entrando in casa, è la sedia di Nana vuota. È così strano non vederla lì. Tu invece ti perdi nel guardare questa casa così particolare, sembra di essere dentro un film giallo. È fatta quasi interamente in legno, ci sono totem, quadri astratti, che ritraggono scene di caccia, ma anche un gigante ritratto di famiglia. Ransom si toglie il cappotto e lo appoggia in una delle poltrone all'ingresso, fa lo stesso con il tuo. Nonostante sia giorno, la casa è buia, colorata giusto dalla luce dei caminetti. Ransom ti prende ancora per mano ed insieme raggiungere il salone. Davanti al caminetto ci sono tutti i membri della famiglia, chiacchierano con aria triste e con sorrisi malinconici. Quando Harlan vi vede però si zittisce. Ti nota, ma guarda per primo suo nipote. Non tornava qui da anni, sei o sette.

"Ransom"

Pronuncia quel nome con un tono rigido, per nulla affettuoso. Gli altri membri della famiglia si girano a guardarvi. Ti senti in imbarazzo per un istante, come se fossi nuda davanti a tutti. Puoi leggere la confusione nei loro sguardi, si chiederanno chi sei e che cosa ci fai con lui.

CHRIS EVANS IMMAGINA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora