-Heroes don't wear capes 2-

3

Ci fermammo davanti una casa alla quale Bobby bussò.
Una donna aprì e, appena lo vide, scoppiò in una dolce risata.
<Bobby!> esclamò, per poi abbracciarlo.
<Pam! Sei sempre più bella, lo sai?>.
La donna ci guardò, accorgendosi della nostra presenza.
<Allora, sono questi i ragazzi?> chiese.
<Ragazzi, vi presento Pamela Barnes, la migliore sensitiva dello stato>.
La donna fece un verso compiaciuto quando ci squadrò, ricevendo un'occhiata d'ammonimento dal vecchio.
<Dean Winchester, scampato alla brace e tornato nella padella, eh? Sei una creatura rara> disse lei languida.
<Se lo dici tu> rispose il ragazzo sorridendo beffardo.
<Hai scoperto qualcosa?> le chiese Bobby entrando in casa.
<Beh, finora ho contattato una dozzina di spiriti, ma nessuno di loro sa chi ha salvato Dean o perché> rispose lei.
<Che possiamo fare?> chiesi.
<Una seduta spiritica. E cerchiamo di scoprire chi è stato> rispose la donna.
<Non vorrai evocare quell'essere qui?!> esclamò il vecchio sbarrando gli occhi.
<No no, voglio solo dare un'occhiata, come con la sfera di cristallo, ma senza sfera> rispose lei, andando in una stanza con al centro un tavolo rotondo.
<Io ci sto> concordò Dean seguendola.
<Ovviamente> commentai da dietro.
<Che c'è? Gelosa?> chiese il maggiore lanciandomi uno sguardo sogghignante.
<Affatto>.
Pamela e Bobby prepararono la stanza, mettendo un telo sul tavolo e chiudendo le tende.
La donna si abbassò per prendere altri oggetti, scoprendo un tatuaggio nella parte bassa della schiena, con su scritto "Jesse Forever".
Dean, notandolo, diede un colpetto agli altri due ragazzi, che si girarono subito impressionati.
Scossi la testa esasperata.
<Chi è Jesse?> chiese il maggiore, provocando un risolino da parte della sensitiva.
<Beh, non è stato per sempre> rispose.
<Peggio per lui> commentò il maggiore.
La donna gli si avvicinò.
<Magari è meglio per te> disse, allontanandosi.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo, per poi girarsi verso gli altri due, che sorridevano.
<Oh, ho già vinto> commentò Dean.
<Quella ti mangerà vivo> concordò il fratello.
<Fortunato> commentò Chris.
<Sono appena tornato dall'inferno. Devo recuperare>.
La donna ritornò.
<Siete invitati anche voi> disse facendolo l'occhiolino ai ragazzi.
<Solo per la seduta!> esclamò il maggiore puntandogli il dito contro.
Dean si girò, ritrovandomi dietro di lui con le braccia conserte e gli occhi assottigliati.
<Scherzavo ovviamente> disse subito.
<Ovviamente> ripetei fulminandolo con lo sguardo.

Ci sedemmo intorno al tavolo, al cui centro erano state poste sei candele.
<Bene, prendetevi per mano> disse Pamela e noi obbedimmo.
<Ho bisogno di toccare qualcosa che ha toccato quell'essere misterioso> continuò lei allungando una mano da sotto al tavolo.
Dean si mosse di scatto sorpreso.
<Purtroppo non mi ha toccato lì> disse prontamente.
<Peccato> rispose lei ridendo.
Gli tirai un calcio allo stinco da sotto al tavolo, facendolo saltare e ottenendo un'occhiataccia di rimando.
Il ragazzo si tolse la camicia e poi sollevò la manica della maglia, scoprendo la spalla.
Rimasi sorpresa.
Sulla spalla del ragazzo era impressa, come a fuoco, l'impronta di una mano.
Chiudemmo gli occhi.
<Ti invoco, ti reclamo e ti comando. Mostrati a me davanti a questo cerchio...> iniziò a recitare la donna.
La televisione si accese all'improvviso con un'immagine statica.
La donna si bloccò un'istante, aggrottando la fronte.
<Castiel? No, non preoccuparti, non mi spavento facilmente>.
<Castiel?> chiese Dean di rimando.
<Si, questo è il suo nome. Mi sta consigliando di fermarmi> rispose la donna, per poi riprendere il rito.
Il tavolo prese a tremare e Pamela cominciò a pronunciare quelle parole sempre più forte.
<È meglio fermarsi->.
<No, ce l'ho quasi fatta!>.
Le fiamme delle candele si ingigantirono.
La sensitiva prese ad urlare e i suoi occhi si illuminarono.
Le fiamme si abbassarono di colpo e la donna cadde per terra.
<Chiamate il 911!> esclamò subito Bobby andandole accanto.
Gli occhi della donna era bruciati e quando li aprì erano vuoti, completamente vuoti dell'orbita oculare.
<Non vedo niente! Non vedo niente!> pianse lei.