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Continuai a vagare per la stanza, notando delle macchie di sangue sulla parete.

Zaccaria alzò una mano per accarezzarmi il viso, ma io gliela bloccai e, con una piroetta, estrassi dalla sua giacca la lama angelica.
<Ti conviene stare attenta con quella. È un arma vera, tesoro> disse lui.
Provò ad avvicinarsi, ma io tentai di colpirlo.
Quello alzò scherzosamente le braccia in aria, ridacchiando di gusto.
<Che cazzo hai da ridere?!>.
<Niente niente, scusami, è che sei molto buffa quando sei arrabbiata> rispose lui sorridendo divertito.
<Ah si? Te la do io qualcosa per cui ridere!> esclamai attaccandolo.
Quello schivò abilmente il mio affondo.
Provai con un fendente, ma l'angelo svanì nel nulla.
Ricomparì alle mie spalle, dandomi un gancio molto potente.
Del sangue schizzò sulla parete bianca, macchiandola.

Ritornando alla realtà, sentii una sensazione di bagnato sull'addome.
Quando abbassai lo sguardo, vidi un'estesa macchia di sangue scarlatto.

<Perché me lo fai fare, tesoro?> chiese Zaccaria dopo avermi dato un altro pugno.
Con un grido lo attaccai di slancio.
Gli strinsi le mani intorno al collo, cercando di strozzarlo.
Quello mi fece sbattere al muro.
Il colpo mi tolse il fiato.
Fece per colpirmi con la sua lama angelica sul collo, ma riuscii a pararla.
Lui continuò a mettere pressione.
Le mie braccia presero a tremare.
<Perché continui ad opporti?>.
Cercai di spingere l'arma il più lontano possibile, ma lui cambiò fulmineo l'impugnatura.
Con uno scatto, mi conficcò la lama nell'addome.
Il colpo mi tolse il fiato.
Lui estrasse il coltello, allontanandosi.
<Ecco, vedi cosa succede poi!> esclamò scocciato.
Una macchia rossa prese ad estendersi sulla maglia.
Caddi sulle ginocchia, cercando di tamponare la ferita con le mani, che assunsero un colore scarlatto.

Ritornando al presente, mi arrivò una fitta, che mi fece piegare in due.
Mi accorsi di aver iniziato a sanguinare.
Dean si avvicinò confuso e preoccupato, non capendo cosa stesse succedendo.

<Ehi, andrà tutto bene, hai capito? Andrà tutto bene> ripetè il maggiore, forse più a se stesso che a me.
<Ne sei sicuro? Perché non sembra avere una bella cera> commentò da dietro l'angelo Zaccaria.
I due si girarono, notando la lama insanguinata che aveva in mano.
Dean lo attaccò ripetutamente, ma quello schivò facilmente tutti i suoi colpi .
<Va bene, che cosa vuoi che faccia?> gli chiese il maggiore.
<Lo sai. Dire sì a Michele> rispose con un sorriso beffardo Zaccaria.
<No Dean, non farlo> protestai con la voce debole, facendo avvicinare al mio fianco il minore, che tenne premuto l'asciugamano sulla ferita.
<Beh, peggio per lei. A quanto pare la sua anima scenderà verso l'inferno>.
<L'inferno?>.
<Oh si, non ve l'ho detto? L'ho mandata a fare una bella gita ai piani bassi. Sono sicuro che sarà contenta di passare l'eternità torturata dal tuo caro vecchio amico Alastair> disse sorridendo l'angelo.
<Zaccaria, ti giuro, se non la curi, io->.
<Tu cosa? Mi uccidi? Non puoi, sono l'unico che potrebbe salvare la tua ragazza. Ma, sai una cosa? È così divertente vederti in questo stato, quindi penso che non lo farò>.
<Ti conficcherò un coltello nella faccia!> urlò Dean provando in un altro disperato attacco, ma quello sparì nel nulla.

Dean, nonostante fosse confuso sulla situazione e sul perché stessi sanguinando, mi stette vicino, tenendomi la mano e tamponando la ferita.

<Dean! Il sangue non si ferma!> esclamò nel panico Sam, continuando a tamponare la ferita con un asciugamano oramai diventato rosso.
Il maggiore mi si mise nuovamente affianco.
Le palpebre mi si fecero pesanti e, per un secondo, mi abbandonai a quella forza invisibile, chiudendo gli occhi.
I due me li fecero subito riaprire, scuotendomi.
<Claire, non mollare. Resta con me, resta con me> iniziò a dire il ragazzo, continuando a fare pressione sull'addome.
La vista era ormai diventata offuscata e i suoni ovattati, ma sentii Dean prendermi la mano.
Con le ultime energie rimaste, gli carezzai la mano.
<Dean...> sussurrai, venendo scossa da dei violenti brividi.
Una fitta lancinante mi colpì, togliendomi il fiato.
Lui mi prese il viso.
<Shh, risparmia il fiato. Starai bene, starai bene>.
<Dean...> ripetei  <Ti amo>.
Il maggiore fece quello che mi sembrò un sorriso.
<Anch'io, raggio di sole. Anch'io> rispose accarezzandomi i capelli.
Un freddo gelido si insediò nel mio petto e, a quel punto, seppi chiaramente che me ne sarei andata in qualche secondo.
Mi impegnai a fare un sorriso, seppur debole.
Un ultimo scossone mi fece tremare.
Poi non sentii più niente.
La ferita smise di pulsare.
I brividi smisero di farmi tremare.
Accolsi quel gelo, che in quel momento mi sembrò molto accogliente.
Chiusi gli occhi definitivamente.
Per qualche secondo riuscii a sentire, come se fosse lontano, Dean urlare.
Poi tutto tacque.
Ma, in quel momento, non mi sembrava un silenzio tanto brutto.
Anzi, sapeva di pace.
Una tranquillità mai provata mi riscaldò nel profondo, mentre lasciavo entrare la morte nel mio cuore.
Seppi che non dovevo avere paura.
E infatti, non ne avevo.

Aprii gli occhi frastornata.
Mi guardai intorno.
Sentivo dell'acciaio gelido stringermi polsi e caviglie.
Provai a prendere un respiro, ma delle fitte alle costole me lo impedirono.
Sentivo il sangue incrostato sul mio viso tumefatto e livido.
I vestiti erano stracciati, con i bordi logorati.
Dove mi trovavo?
<Oh, ma guarda chi si è svegliato!> esclamò una voce innaturale.
Un fumo nero si materializzò davanti a me.
<Chi sei?> gli chiesi con una voce rauca come se non parlassi da tanto tempo.
<Non mi riconosci, tesoro? Che peccato. Dopo tutto il divertimento che abbiamo passato insieme> rispose quello.
Deglutii.
<Alastair?>.
<Beh, sono felice che ti ricordi di me. Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti prima o poi, tesoro> esclamò lui.
<Sono all'inferno?!>.
<E di che ti stupisci? Sei una assassina che ha mentito molte volte a tante persone che amava. Che ti aspettavi?> commentò lui.
<Da quanto sono qui?> gli chiesi.
<Da tanto tempo, mia cara. Devo dire che sei uno dei miei giocattolini preferiti qui giù> rispose quello, andando verso un tavolo con tanti strumenti di tortura.
Tra tanta scelta, il demone prese una lama affilata, avvicinandosi fischiettante.
<Sai, Alastair, pensavo che avresti sperimentato nuovi modi di torturare. Eppure ti riduci sempre a sfilacciate la gente con una lama. Non sei più originale> commentai delusa.
Quello ridacchiò.
<So cosa stai facendo, tesoro. Ti difendi con l'ironia e le battute. Lo faceva anche il tuo amato Dean> controbatté lui <Sta tranquilla. Ho fatto cambiare idea al tuo ragazzo. Ci riuscirò anche con te>.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora