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Aprii gli occhi, guardandomi intorno confusa.
Sbuffai sonoramente.
<Il bunker di Bobby? Seriamente?!> esclamai cercando di farmi sentire dal lurido bastardo.
Mi avevano incatenata ad una sedia proprio al centro della stanza.
<Basta con questi giochetti. Torturami e basta!> continuai.
La serratura della porta scattò e questa si aprì.
Dei brividi mi scossero violentemente.
Avevo i nervi a fior di pelle.
Strinsi i pugni, cercando di immaginare qualsiasi pena mi sarebbe stata inflitta di lì a poco.
Ero pronta a stringere i denti fino a rompermeli, pur di non dargli la soddisfazione di sentirmi urlare ancora.
Mi sarei persino mangiata la mia stessa lingua pur di non compiacerlo ulteriormente.
Dalla porta entrarono due figure diverse.
Alzai un sopracciglio.
<Davvero? Sam e Dean? È questo il tuo piano malefico, Alastair? Continui ad essere ripetitivo> commentai annoiata.
I tre si lanciarono degli sguardi.
<Claire, siamo noi> disse cautamente il minore <Non sei più all'inferno>.
<Che vuoi dire con questo?> chiesi confusa.
<Voglio dire che sei al sicuro adesso, Claire> rispose quello.
Abbassai lo sguardo, cercando di metabolizzare il tutto.
Il minore si avvicinò lentamente, ma io cercai di stargli il più lontana possibile.
Lui alzò le mani.
<Sta tranquilla. Voglio solo toglierti quelle manette> mi tranquillizzò lui, per poi tirare fuori una chiave.
Iniziò a liberarmi sotto il mio sguardo attento ad ogni suo movimento.
Appena ebbe finito, mi sorrise leggermente.
Con uno scatto, gli diedi una testata, facendolo allontanare.
Corsi verso la porta, ma il maggiore la chiuse, ponendosi di fronte ad essa.
Mise le mani in bella vista.
Sam si alzò da terra, standomi dietro.
<Claire, siamo noi> disse stavolta il maggiore.
Provai a colpirlo con un calcio rotante, ma quello lo schivò abilmente.
Provai ancora con ganci e ginocchiate, ma lui continuava a pararli con gli avambracci, senza rispondere.
L'altro fece per avvicinarsi da dietro, ma lo tenni a bada spingendolo lontano con un calcio allo stomaco.
Dopo l'ennesima parata, presi Dean per il colletto della maglia, spingendolo alla parete.
<Reagisci!> gli urlai contro, per poi tempestarlo di pugni.
Quello ancora una volta non si mosse, subendo in silenzio.
Continuai a colpirlo urlando, ma lui non rispose.
Sam si avvicinò fulmineo, bloccandomi le braccia da dietro e allontanandomi dal fratello.
<Claire! Sta calma! Siamo noi! Siamo noi!> urlò cercando di tenermi ferma.
Con una spinta del busto, riuscii a gettare il ragazzo per terra.
Aprii la porta, scappando.

Corsi in cima alle scale.
Le finestre erano sigillate.
Andai verso la porta, ma una voce mi fece bloccare.
<Ferma!>.
Mi girai, ritrovandomi davanti Bobby con un fucile in mano puntato verso di me.
<Non costringermi a farlo, bambina> disse quello.
Mossi un passo verso di lui, ma quello caricò il fucile.
Esitai un secondo, per poi continuare ad avanzare.
<Claire, fermati o sparo!> esclamò, ma io non mi fermai, arrivandogli davanti.
<Fallo>.
<Cosa?>.
<Ho detto fallo> ripetei <Mi risveglierò di nuovo e la tortura riprenderà dall'inizio. Quindi fallo, così questo giorno finirà prima del dovuto> dissi deglutendo un groppo alla gola.
Quello rimase immobile, con il dito sul grilletto.
<Fallo> lo incoraggiai, ma non si mosse <Fallo!> urlai con gli occhi lucidi dalla rabbia <Uccidimi, lurido demone!>.
Quello non reagì ancora, con uno sguardo strano.
Mi misi sulle ginocchia.
<Uccidimi> dissi ancora in un sussurro.
Lui abbassò il fucile, estraendo dalla giacca una fiaschetta.
<Questa è acqua santa> disse, per poi versarsene un po' addosso.
La sua pelle non fumò.
Dopo estrasse una lama.
<Questo è ferro> disse, per poi tagliarsi leggermente l'avambraccio.
La sua pelle non bruciò.
<Non capisco> sussurrai confusa.
<Non sono un demone e tu non sei più all'inferno> spiegò lui.
<No no, cos'è una qualche specie di sogno?>.
<Questa è la realtà> disse il vecchio.
<Come faccio ad esserne sicura?> gli chiesi.
Lui ci riflesse un attimo, poi, fulmineo, mi fece un taglio sul braccio.
Lo ritrassi di scatto a quel leggero bruciore.
<Nei sogni non puoi provare dolore> rispose lui.
Lo guardai e poi guardai la goccia di sangue che prese ad uscire dal taglio.
Sentii il naso pizzicarmi e gli occhi diventare lucidi.
Non ci potevo credere. Ero davvero tornata.
Mi gettai sul vecchio, stringendolo in un abbraccio.
Lui, dopo un iniziale momento di sorpresa, ricambiò.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora