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Dal bunker si sentivano le urla di dolore e i continui richiami del ragazzo costretto alla disintossicazione forzata.
Il vecchio versò un goccio di whiskey nei bicchieri.
<Bobby ti prego, riempi quel bicchiere> lo pregai e lui mi ascoltò, per poi porgermelo.
In pochi sorsi lo svuotai interamente.
Strinsi gli occhi al bruciare della gola appena ingoiai quel liquido ambrato, per poi allungare il braccio per chiederne altro.
Il vecchio ritrasse la bottiglia, per poi passare un bicchiere al maggiore che, soprappensiero, non lo appoggiò nemmeno alle labbra, continuando a fissare un punto nel vuoto con uno sguardo distrutto.
<Quanto durerà tutto questo?> chiese sospirando, avendone già abbastanza.
<Guardo sul manuale di disintossicazione da demoni. Oh, aspetta, non è ancora stato scritto> rispose sarcastico il vecchio <Non so dirvi quanto tempo ci vorrà e neanche se poi Sam ne uscirà vivo>.
Bobby venne interrotto dallo squillare del telefono, a cui rispose controvoglia.
<Pronto- impiccati e muori Rufus. Se mi chiami ancora, ti uccido> minacciò quello, lasciandoci confusi.
<Che ha fatto quel vecchio bastardo?> gli chiesi.
<Lui lo sa> rispose quello.
<Beh, sarebbe complicato se non lo sapesse> commentai.
Il telefono squillò ancora e, dopo vari sbuffi, il vecchio rispose di nuovo, per poi lanciarci uno sguardo preoccupato.
Ci passò degli articoli di giornale.
<Le notizie non sono affatto buone> illustrò Bobby <A Key West sono estinte 10 specie animali. In Alaska 15 pescatori sono diventati ciechi, la causa è ignota. A New York, un professore impazzito, chiude le porte e uccide 66 studenti. Tutto questo in un giorno. Non ci sono dubbi, sono tutti Sigilli che si spezzano velocemente>.
<Quanti ne sono rimasti?>.
<Chi lo sa?! Non molti credo> rispose il vecchio, lasciandoci pensierosi <Stavo pensando...con l'Apocalisse ormai alle porte, sarebbe il momento giusto per affrontare il nostro piccolo dramma familiare> disse poi e noi aggrottammo la fronte.
<In che senso?>.
<Certo, non mi fa piacere, ma...Sam può uccidere i demoni. Ha la capacità di fermare l'Armageddon!> rispose lui.
<E quindi che facciamo? Sacrifichiamo la vita di Sam, la sua anima, per un fine più grande? I tempi sono difficili, quindi lo usiamo come testata nucleare?!> esclamò stupito il maggiore.
<Lo so che mi odiate per quello che ho detto. Io mi odio per quello che ho detto. Amo quel ragazzo come un figlio, ma, dico solo, che forse lui è qui adesso, invece che sul campo di battaglia, proprio perché lo amiamo troppo> spiegò Bobby.

Dopo ore le urla di Sam ricominciarono, diventando più forti.
Dean ci spiegò come, quella notte mentre dormivamo, aveva pregato Castiel affinché si mostrasse e così è stato.
<Ci stai dicendo che hai accettato volontariamente di essere al completo servizio di Dio e degli angeli? Quindi cosa, sei diventato la loro puttana?> gli chiese Bobby e quello gli lanciò un'occhiataccia <Oh scusami, ma dopo tutto quello che hai detto, ora ti fidi di loro?>.
<Andiamo, dammi un po' di sostegno, Bobby! Di loro non mi sono mai fidato. Arrivano come dei foschi politici dal pianeta Vulcano!> esclamò Dean.
<E allora perché...?->.
<Perché quale altra scelta posso fare?! O mi fido di loro o lascio che Sam si fidi dei demoni!> rispose subito il ragazzo irritato, per poi girarsi verso di me, rimasta per tutto il tempo in silenzio <Non dici nulla? Non mi urli contro che sono un idiota?>.
<Se lo sai già è inutile che te lo dica. Comunque so che l'hai fatto per Sam, perciò, anche se non mi sta bene, è probabilmente un'idea migliore dell'altra> risposi.
La stanza piombò nel silenzio.
Ma non era un silenzio normale.
<Sentite qualcosa?> chiese il maggiore e noi scuotemmo la testa.
Ci precipitammo giù nel seminterrato, aprendo la finestrella della porta di ferro.
Sam si contorceva per terra con il viso paonazzo, mugugnando e digrignando i denti.
<Se stesse fingendo?> ipotizzò Dean.
<Lo credi davvero?>.
<Credo che farebbe di tutto>.
Sam venne come sollevato da una forza invisibile, che lo spinse con la schiena al muro.
<Questo non è fingere>.
Aprimmo fulminei la porta, entrando nel bunker.
Bloccammo le braccia del ragazzo, sdraiandolo per terra.
Lui continuava a venire scosso da spasmi.
Il vecchio si levò la cintura, mettendola tra i denti di Sam.
<Dovremmo legarlo per la sua sicurezza!> disse poi al maggiore, ma quello continuava a guardare il fratello con un viso di puro terrore e preoccupazione <Dean? Mi senti?> provò ancora il vecchio senza risultati.
<Dean!> lo richiamai a gran voce e quello si destò, annuendo.
Riuscimmo a fortuna a legarlo alla branda al centro della stanza e dopo un po' si calmò.
Con un sospiro di sollievo ritornammo nel salotto, ancora scossi.
<Siamo certi che stiamo facendo la cosa giusta?> chiese nuovamente Bobby.
<Bobby hai visto che gli sta facendo il sangue di demone. Quel sangue lo sta uccidendo!> rispose il maggiore alzandosi dal divano.
<No, non è quello. Siamo noi> lo contraddisse il vecchio scuotendo il capo <Mi dispiace, ma non posso più stare zitto. Noi lo stiamo uccidendo, tenendolo rinchiuso là. Questa astinenza forzata non funziona! Se, se non avrà ciò che gli serve, e presto, Sam non resisterà a lungo>.
<Bobby, non puoi star chiedendo a noi di dargli sangue di demone. Non puoi> dissi scuotendo la testa incredula.
<No, non lo faremo> concordò il maggiore.
<E se muore?>.
<Almeno morirà da umano!> esclamò Dean <Morirei per lui anche adesso, ma non lascerò che faccia questo a se stesso. Non posso. Ho preso la mia decisione, non lascerò che mio fratello diventi un mostro>.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora