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Mio fratello mi scosse il braccio, richiamando la mia attenzione.
<Claire, possiamo parlare un secondo da soli?> mi chiese serio ed io annuii, seguendolo fuori.
<Tu sapevi tutto?> chiese lui.
<Che vuoi dire?>.
<Tu sapevi che la mamma era viva?> chiese ancora ed io annuii <E non hai pensato di informarmi?!>.
<Ascolta, io non ho pensato->.
<Si esatto, non hai pensato!> mi interruppe lui <È anche mia madre, se te ne fossi dimenticata. Avresti dovuto dirmelo>.
<Lo so, fidati, lo so>.
<E allora perché non l'hai fatto?> chiese ancora.
Distolsi lo sguardo.
<Perché dobbiamo stare qui a discutere?> chiesi con tono svogliato, per poi girarmi verso la casa dietro di me <Lì dentro c'è la nostra famiglia che si diverte mentre noi parliamo di queste cose>.
<Queste cose?! Io non so davvero che ti stia prendendo, Claire> commentò lui indignato <Mi hai nascosto non solo che stavi per morire, ma anche che nostra madre è viva! Forse tu non ti rendi conto della gravità della situazione>.
<Senti, finalmente possiamo essere di nuovo una famiglia. È inutile continuare a discutere->.
<No! Io voglio sapere perché non me l'hai detto!> mi interruppe ancora lui alzando il tono della voce.
Gli diedi le spalle, non avendo più intenzione di continuare a litigare, ma lui mi bloccò il braccio, facendomi rigirare.
<Perché> ripetè a denti stretti, ma non risposi.
<Perché!> continuò alzando la voce.
Non risposi ancora.
<Dimmi perché cazzo non me l'hai detto!> ormai stava praticamente urlando.
<Perché avevo paura che mi avresti abbandonata per stare con lei!> esclamai alzando in risposta il tono di voce.
Lui stette in silenzio, aspettando che continuassi.
Sospirai, abbassando lo sguardo.
<Non riuscivo a sopportare il pensiero di rimanere da sola. Non puoi nemmeno immaginare quanto tempo io sia rimasta a pensare se andarmene o meno di casa. Non volevo lasciare né te né mamma, però lei aveva iniziato a guardarmi diversamente e non riuscivo a sostenere più la situazione> iniziai <Poi tu mi hai scoperta e ti ho obbligato a scegliere tra me e mamma, una cosa davvero meschina e crudele. Ma avevo così tanta paura di rimanere da sola! Poi ho chiesto a Rufus di proteggere mamma e di farla trasferire in un posto sicuro. Ho sempre saputo dove si trovasse, ma non ho mai avuto il coraggio né di dirtelo né di andare a trovarla> abbassai lo sguardo sul terriccio.
<Hai seriamente pensato che ti avrei abbandonata? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme e che hai fatto per me?!> esclamò lui.
<Avresti potuto vivere una vita normale. Andare al college, magari trovarti una ragazza che poi sarebbe diventata tua moglie. Magari avresti potuto avere dei bambini. E invece io ti ho privato della possibilità di avere tutto questo!> ribattei.
<Questo non significa che non lo potrò avere in futuro! Anche tu, prima o poi, avrai una vita normale> controbatté lui.
<Chris, mi dispiace, ma io non sono tipo da svegliarmi ogni giorno per andare a lavoro fino a quando non morirò su un letto d'ospedale. Non voglio che finisca così. Se devo morire, voglio farlo combattendo>.
<Allora combatterò con te!>.
Gli sorrisi.
<No, non lo farai, perché tu avrai una tua vita e una tua famiglia> lo contraddissi.
<Ma tu sei la mia famiglia>.
<Si, ma, prima o poi ti dovrai pur sistemare! Devo pur essere la zia cazzuta e alcolizzata, no?> esclamai sdrammatizzando.
<Ragazzi, è pronto!> ci richiamò la voce di nostra madre.
Misi una mano sulla spalla di mio fratello.
<Allora, ci andiamo a godere questa giornata in famiglia?>.
<E va bene>.

Rientrammo in casa, trovando la tavola imbandita con tante prelibatezze.
C'erano dei bei polli arrosto, accompagnati da purè di patate e insalata.
Ci sedemmo, iniziando a mangiare voracemente.
Raccontammo epicamente, tra un boccone e un altro, la nostra avventura con il Kohonta.
Notai delle occhiatine strane tra Sam ed Elizabeth, così diedi una leggera gomitata al maggiore, per farglielo notare.
<Allora, voi due che combinate?> chiesi ai due schiarendomi la voce.
Loro si girarono verso di me.
<Che vuoi dire?>.
<Voglio dire che avete legato parecchio in questo periodo, o sbaglio?>.
<Abbiamo molto in comune, tutto qui> rispose il minore, per poi sgranare gli occhi e irrigidirsi, lanciando un'occhiataccia fugace alla ragazza al suo fianco, che ridacchiava divertita.
<Tutto qui, eh?!> chiese lei.
<Si> rispose il ragazzo, tirando poi una ginocchiata sotto al tavolo, probabilmente come reazione ad un calcio.
Se avevo capito bene cosa stava succedendo, la situazione era piuttosto imbarazzante.
Continuammo a mangiare, ricordando episodi imbarazzanti o casi particolari.
<Quindi, posso farvi una domanda?> chiese mia madre ad un certo punto guardando me e il maggiore al mio fianco <State insieme?>.
Il ragazzo quasi si strozzò con le patate e dovetti dargli qualche colpetto sulla schiena.
<Noi, ehm> cercò di rispondere lui, non trovando le parole, per poi lanciarmi uno sguardo.
Lui continuava a guardarmi, e così facevo anch'io.
Gli sorrisi e lui ricambiò.
<Si, penso di sì> rispose alla fine lui, prendendomi la mano da sotto al tavolo, facendomi sorridere timidamente.
<Oh, finalmente!> commentarono i nostri fratelli.

Passammo qualche altro giorno in tranquillità, mangiando cibi cucinati e non riscaldati nel microonde, facendoci docce in bagni decenti.
Purtroppo il lavoro chiamò presto, facendoci risvegliare da quel principio di normalità.
Salii le scale, per cercare Sam e avvisarlo della partenza imminente.
Lo cercai nello studio, nella sua camera da letto, ma non lo riuscivo a trovare.
Sbuffando, bussai alla stanza di Elizabeth, aprendo subito la porta.
Mi si presentò davanti una scena che avrei voluto tranquillamente evitare: Sam teneva stretta a sé la ragazza, molto presa dal baciargli avidamente il collo.
Fortunatamente non si erano ancora spogliati del tutto.
Loro si accorsero di me, coprendosi immediatamente, colti in fragrante,
Richiusi fulminea la porta, restando qualche secondo immobile per lo sconcerto.
Ritornai al piano di sotto, dove il maggiore stava caricando gli zaini.
<Allora? Dov'è Sam?> mi chiese vedendomi arrivare.
<Beh, diciamo che il tuo innocente fratellino è alquanto impegnato a fare cose molto poco innocenti con Elizabeth> riassunsi in breve e lui si girò con gli occhi spalancati.
<Sam? Mio fratello Sam?> chiese stupito ed io annuii. Lui sorrise fiero <E bravo il mio fratellino!>.
Dopo un po' i due non più verginelli ci degnarono della loro presenza, alquanto imbarazzati.
<Allora? Partiamo?> chiese subito il minore andando verso la macchina.
Fermai la ragazza, che fece un ghigno squadrandomi.
<Se volevi aggiungerti potevi anche chiedere invece di piombare in quel modo nella stanza> commentò, ma la ignorai.
<Ti faccio una sola domanda e poi me ne andrò. Provi davvero qualcosa per Sam o per te è solo un passatempo?> le chiesi seria con le braccia incrociate.
<Non è un passatempo, credimi. È un ragazzo...speciale> rispose lei stranamente seria.
<Lo so, è proprio per questo che se lo ferirai io ti verrò ad uccidere. Ne ha passate già tante> ribattei.
<Mi fai quasi emozionare quando mi minacci> commentò lei con un sorrisetto beffardo.
La ignorai ancora, per poi abbracciare mia madre, rimanendo attaccata per un bel po'.
Lei mi diede il suo numero.
<Ti prometto che verremo a trovarti spesso> le dissi e lei sorrise.
<Dai, andate a salvare il mondo. Io vi aspetterò qui. E non vi azzardate a non tornare!> intimò alla fine.
I due ragazzi si lanciarono un ultimo sguardo e si sorrisero.
Infine salutammo anche Chris, che aveva deciso di rimanere per recuperare un po' di tempo con mamma.
Ci avviammo nel bosco, per ritornare alla macchina, lasciandoci alle spalle quel breve periodo di normalità per affrontare il futuro con qualche alleato in più.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora